I primi ritratti da indipendente (sul Portfolio #2)
Comincio qui a trattare la mia esperienza nel scattare con modelle in shooting organizzate da me e in regime di TF-CD (vecchia definizione che significa: Tempo per Foto su CD, è il supporto a essere oramai desueto). Rapporto con modelle, contrattempi logistico-climatici, scattare con obiettivi vintage e di post-produzione, di questo e delle prime foto fatte in questo modo parlerò in questo post.
In realtà è da febbraio di questo anno che ho provato a cominciare questa pratica - subito dopo aver concluso, cioè, il corso di Ritratto Moda con Nicola Casini - ma, vuoi perché ancora non mi conosceva nessuno, vuoi perché preferisco scattare in Luce Naturale in un parco o comunque all’aperto, quando la scorsa primavera si è rivelata essere assai piovosa, sono riuscito a organizzare il primo set con Alessia Cerioli solo in giugno.
Scattare in un set che si è organizzato in autonomia alza il livello di difficoltà, in quanto sta a te relazionare e concordare con la modella luogo, orario e tipo di outfit (abiti) da far indossare prima dello scatto, organizzare la logistica e una volta in sede non hai nessuno a darti suggerimenti e linee guida, devi sfruttare quello che c’è in loco e sai razionalmente oltre a quel che ti detta il tuo istinto.
In questo modo si faranno anche tanti errori, ma sono preziosissimi errori. Questa è l’occasione per imparare appieno, ma anche per sperimentare - se così si vuoi fare. Personalmente la sperimentazione è alla base della mia pratica fotografica. Non, però, senza criterio, bensì un tentare cosa si può fare con la Luce Naturale. Sono anche un patito dei vecchi obiettivi vintage: uso regolarmente il vecchio Vivitar 24mm f 2,8 MC che mi accompagna dai miei primi scatti in analogico, ma scatto anche regolarmente con un smc Pentax 50mm f 1,4 e un Super Takumar 135mm f 2,5 (bayonet), in situazioni particolari impiego anche un Konica AR 40mm f 1,8 (soft focus) e devo ancora sbizzarrirmi a provare pienamente uno Jupiter 9 85mm f 2. (Dell’uso di queste ottiche manuali del passato, in sé e in rapporto con le nuove sarà argomento che tratterò approfonditamente in futuri post di questo blog).
Esplorare il ritratto in Luce Naturale, vedete, non è cosa banale. Si tratta di una pratica di difficile esecuzione e sulla quale vi sono opinioni difformi nel mondo della Fotografia, anche fra i professionisti. Vi è un popolo intero di fotografi che consigliano di scattare col flash, per evitare che in foto sul soggetto appaiano forti, sgradevoli, ombre. Come vedete nello scatto qui sopra, io ho invece deciso di studiare il problema partendo proprio accogliendo le ombre nei miei ritratti. Gradevole o meno che sia, dovranno faticare a convincermi che sia meglio eliminare le ombre del tutto rendendo lo scatto così, al mio occhio, contraffatto.
Così facendo, la Luce fa anche regali. Come quello sopra rappresentato: la trasparenza nel vestito indossato da Alessia. Un tema che ho seguito lungo le due-tre ore di shooting che abbiamo fatto insieme. Queste sono i due scatti da quell’esperienza che ho deciso di includere nel mio portfolio in costruzione.
E poi arriva quella situazione speciale che mai ti saresti aspettato. Scrivevo più sopra: i miei tentativi di scattare in primavera furono funestati dal mal tempo. Anche quando stavamo pianificando lo shooting con la fotografa e modella Martina Mereu (sopra rappresentata) minacciava pioggia, ma con lei ci siamo aggiornati al giorno stesso, per vedere come sarebbe esattamente andato il clima. Entro in auto e l’avvio quando mi arriva il suo messaggio “Qui comincia a piovere, meglio non salire in montagna (come avevamo pianificato). Che facciamo?” un brivido freddo mi percorre la spina dorsale. Non un’altra volta, sussurro mentre le scrivo: “E se rimanessimo in riva al lago, vicino casa tua? Male che vada sei vicino casa.” e così l’accordo andò. E fu una magica giornata!
Racconterò più a fondo questo shooting così come lo farò con gli altri, a tempo debito, basti dire qui che ritengo questa sessione di ritratto la migliore che mi sia mai capitata di fare e, difatti, ne ho tirato fuori tanti di quegli ritratti che mi sono piaciuti da trovare difficile stabilire quale vada in Portfolio e quale no.
Fu in questa occasione che scoprii con enorme piacere come venivano i ritratti ambientati col mio vecchio Vivitar 24mm f 2,8 MC: l’angolo di visuale equivalente a circa 35mm mi permetteva inquadrature che ho definito in seguito “narrative”. Un tipo di Fotografia che di sicuro vorrò testare di nuovo, magari dopo che mi sarò potuto permettere l’acquisto del 21mm Limited, il “Pittore” fra gli obiettivi Limited di casa Pentax.
Naturalmente, dato il periodo dell’anno, in riva al lago gli spunti venivano forniti anche dagli alberi in fiore. Quindi ho diretto lì l’ottima Martina, e posso dire che avevo già in mente il mood e il tipo di post-produzione che avevo in mente.
Ah sì, perché ovviamente la post-produzione c’è ed è fondamentale. Le fasi della Fotografia (direi, per quasi tutte le sue specializzazioni) sono 1. Pianificazione, 2. Scatto. 3. Sviluppo. 4. Consegna. Un altro argomento che affronterò in futuri post (più di uno probabilmente) è quello che riguarda e il rapporto, utilità e uso dei formati Jpg, contro il RAW, l’altro sarà una panoramica sulle “guerre di religione” che sono scoppiato nel mondo dei foto amatori sull’uso della post produzione.
Vi basti qui sapere, personalmente, uso sempre la suite Adobe per fotografi, e che un giorno - quando potrò permettermelo - prenderò e affronterò l’apprendimento anche di Capture One.
E con questo chiudo questa trattazione dei primi due model shooting che ho organizzato per conto mio e svolti in regime di TF.
Spero, lettore, che quanto mostrato sia stato di tuo gradimento e ti rinvio, alla prossima occasione per parlare di Fotografia, Ritratti, Modelle, Attrezzatura, Postproduzione e quanto altro qui condividerò.
A presto!