Muovere i primi passi nella Fotografia (Panoramiche # 1)
Con questo post intendo iniziare a parlare di Formazione Fotografica, Gear Acquisition Syndrome, Accademie fotografiche, Composizione ed Esposizione su Smartphone e via Tutorial su You Tube, nonché programmi per il futuro. un argomento, insomma, che mi impiegherà parecchi post per trattarlo un minimo.
Necessitandosi una semplificazione, per ragioni di spazio e di vostra pazienza, le scelte a disposizione le suddivido in tre categorie:
1. Comprare una reflex (o mirrorless) top di gamma full frame, con su montato magari un obiettivo bianco e l’anello rosso verso la lente frontale, pensando che basterà questo a fare belle, o comunque migliori, foto e che queste gli apriranno le porte di una ricca carriera da Fotografo.
2. Iscriversi a una delle tante, e sempre più diffuse, accademie di Fotografia, entrando così in un corso di studi che lo impiega tutti i giorni a tempo pieno per alcuni anni.
3. Iscriversi a forum fotografici e chiedere lì consigli, cominciando a fare pratica e a studiarsi tecnica fotografica da YouTube, facendo pratica col proprio smartphone usandolo in manuale e scattando in formato .RAW (o .dng, o ancora jpeg+dng).
Il primo approccio, per quanto presentato in maniera semplicistica, non è raro.
Difatti è una costante del mondo fotografico amatoriale e semi professionale, quella di cadere nella così detta G.A.S. (Gear Acquisition Sindrome, ossia Sindrome da Acquisizione compulsiva di attrezzatura), dietro la quale sta sempre sotteso il medesimo concetto: “la mia fotografia migliorerà se compro attrezzatura migliore”.
Per intenderci, anche un professionista vi dirà che l’attrezzatura non conta, ma conta. Ho trovato più di una volta annunci di collaborazione fotografica di Fotografi Matrimonialisti che inserivano fra i requisiti per candidarsi il possesso di una macchina “professionale”, persino di ben specifici marchi. Vero è che con una Full Frame professionale si hanno a disposizione caratteristiche di robustezza generale, resistenza a pioggia e polvere, facilità di uso in ben date situazioni, che permettono di fare prima e forse meglio certi scatti. Questo, però, a patto di conoscere la Fotografia: composizione, Esposizione, possedendo la capacità di leggere la luce per sapere usare questo strumenti di precisione al meglio a seconda delle situazioni, avendo sviluppato quel famigerato Occhio fotografico capace di individuare in breve tempo uno spunto (un soggetto, un contesto, uno schema di colori, luci o trame, se non geometrie), non solo gradevole, ma anche innovativo.
Il problema di chi pensa prima a spendere diversi stipendi medi in attrezzatura, senza essersi preso, prima, l’impegno di praticare la Fotografia è che farà comunque un gran numero di brutte foto. Su 1000 scatti (magari fatti a raffica, in modalità automatica), 10 o 20 verranno dal benino al bene, 1 o 2 saranno il classico “colpo fortunato”. Così però si rischia di farsi conoscere però più per i restanti 980 scatti, dal banale al pessimo. A livello professionale, però, i committenti pretendono che il fotografo produca una serie di scatti, tutti di ottimo livello. Un progetto fotografico intero, insomma. Con uno scatto fortunato fra 20 scarsi non porta nessuno da alcuna parte.
Col secondo approccio, vi è almeno un iniziale impegno allo studio e alla pratica dell’Arte. I costi sono alti e l’attrezzatura usata, beh, in parte verrà fornita dall'accademia, ma poi lì dentro consiglieranno cosa acquistare, anche in base alle varie specializzazioni che esistono in Fotografia e che suggeriscono l’uso più di un tipo di attrezzatura rispetto a un’altra.
Un vantaggio di questa via è, inoltre, che un’Accademia dovrebbe fornire un ambito iniziale di conoscenze attraverso il quale iniziare a fare collaborazioni e primi piccoli lavori, più o meno pagati. E poi, certo, in Accademia si entra in contatto con i migliori professionisti attualmente in circolazione, e dovrebbe anche fornire una cultura storica che può aiutare a orientarsi in questo vasto mondo, permettendo così di individuare più facilmente nicchie poco sfruttate dalla gran massa di altri fotografi. Oggigiorno la capacità di differenziarsi e individuare una nicchia poco sfruttata di Fotografia è una capacità fondamentale.
Potrebbe, quindi, valere la pena iscriversi a un’accademia, se si hanno più di diecimila euro l’anno da spendere in questo tipo di istruzione, almeno.
La terza e ultima via di apprendimento, approccio che tendo a consigliare, è quella in cui ci si muove molto su internet per apprendere, mentre si fa pratica dove si può e si vuole. Con un’attrezzatura minima. Per iniziare, così, può andare benissimo anche il proprio smartphone, si possono trovare idee e soggetti su cui esercitarsi ovunque, in casa o nel più vicino giardino. Va bene per chiunque, quasi con qualsiasi budget a disposizione.
YouTube è una miniera apparentemente infinita di tutorial e video informativi, anche sulla Fotografia soprattutto se si capisce l’inglese. Non mancano video in italiano, intendiamoci, ma la formazione più divertente e più abbondante è nel primo linguaggio che ho indicato. I tutorial prodotti dai vari fotografi-youtuber, possono essere occasionali e slegati l’uno dall’altro, ma si possono anche trovare video di Cultura fotografica. Può insomma mancare l’ordine graduale di apprendimento che può fornire uno studio in classe più classico.
Ottenere pertanto riscontro sui propri primi scatti, e la guida di qualche praticante della Fotografia più esperto, è consigliabile. Pertanto, frequentare forum di fotografia in cui si possono condividere e commentare fotografie è una risorsa consigliata. Facendovi un po’ di attività social, si riesce ad avere qualche indicazione sul proprio lavoro. Attraverso questi forum, oltretutto, o anche informandosi in giro, si possono trovare quei corsi introduttivi alla Fotografia organizzati da associazioni o enti come i comuni o l’ARCI. Pagando qualcosa in più si può accedere anche a corsi organizzati da studi fotografici. Si parla in questo caso di corsi bi- o trimestrali, spesso serali, che forniscono formazione e prove pratiche, oltre a possibili workshop e altri tipi di incontri, che instradano verso con maggior ordine la formazione fotografica. Le spese possibili, quindi, possono variare dal molto poco a qualche centinaio di euro a quadrimestre, una scelta aperta per diverse capacità di spesa.
L’importante è cominciare a comprendere meglio le regole della Composizione e dell’Esposizione, incominciare a scattare in modalità Manuale e registrare le immagini in formato .RAW (o .dng che è una varietà di file RAW).
Difatti, oltre a tecniche di scatto è bene cominciare a prendere conoscenza pure con i programmi di fotoritocco, quali la suite Adobe per fotografi (Lightroom+Photoshop). Sono ben cosciente che vi è un popolo intero, fra i fotoamatori, che ha brutte opinioni sull’uso di Photoshop. Qualsiasi favola negativa abbiate sentito contro l’editing delle foto, però, state certi che in buona parte si tratta di opinioni prive di riscontro, pratico o storico. Questo sarà argomento a cui dedicherò un post specifico prossimamente.
Anche per quanto riguarda l’apprendimento della post-produzione, non stiamo parlando di grandi cifre. Alcuni programmi alternativi a quelli di Adobe (uno dei quali è GIMP) sono anche gratuiti, e la suite per fotografi di Adobe costa appena 12 euro, circa, al mese, con libertà di cancellare l’iscrizione in qualsiasi momento. YouTube è poi piena anche di tutorial sul foto-ritocco, per non parlare delle piattaforme di e-learning che su questo argomento offrono iscrizioni a basso costo che permettono l’accesso a una montagna in continuo aggiornamento di corsi. Parlo di siti come KelbyOne, di Scott Kelby, ma ve ne sono diverse altre, quali Skillshare oppure CreativeLive), così come corsi frontali organizzati da enti, associazioni e studi fotografici.
Altrettanto importante è avere la consapevolezza che ci vuole tempo, almeno due, se non tre, anni di corsi, esercitazioni e pratica, acculturazione, sono necessari. La differenza di questo approccio è che si è liberi di frequentate col proprio passo e tempo, assaggiare e decidere dopo se questo tipo di attività va bene, se piace davvero poi così tanto.
Bisogna quindi avere un minimo di autodisciplina e sapersi orientare. Mi preme però qui sottolineare che qui non stiamo parlando di un insegnamento teorico, con esercizi basilari che poi non userete più. Imparare la Fotografia non è come apprendere la Matematica, ma è più simile allo studio di una lingua: non si finisce mai - per esempio - di giocare con le regole della Composizione.
L’iniziale “dispersione” del neofita, che si esercita su tanti tipi di Fotografia diversa (Paesaggio, Macro, Street, Sport, Avifauna) non è certo tempo perso, anche perché tecniche tipiche di un genere possono benissimo venire applicate a un altro più specialistico che si sceglierà in seguito. La Macro, per fare un altro esempio, praticarla è utile per avere un bagaglio di tecniche utilizzabile per la Food Photography e la Product Photography professionale, così come per la Fotografia di d’Interni, ma anche i ritrattisti usano, spesso, obiettivi macro. Tutti settori, questi, che possono rivelarsi remunerativi.
Personalmente mi ripropongo personalmente di aprire – su questo blog e sulla pagina Facebook connessa a questo sito – una rubrica di condivisione di tutorial e video formativi fotografici. Farò sul blog la recensione dei canali YouTube più utili, mentre sulla pagina FaceBook condividerò via via i video più salienti. Così potrete seguire qualche insegnante più professionale del sottoscritto il quale è ancora un mero studente.
Questo è quanto, finalmente,
è stato un lungo articolo, spero vi sia piaciuto.
A presto!
Ad Majora!