Sulle modelle 1 (Panoramiche #9a)
Introduzione
Non ci sarebbe Fotografia di Ritratto[1] senza soggetti da fotografare. Certo, si può ricorrere ad amici, partner, volendo anche il gatto o il cane di casa, sono sempre dei punti di partenza, così come invece non sono i passanti per strada che vengono immortalati mentre sono occupati in proprie faccende. Neanche lo scatto rubato a una modella professionale, fotografata mentre posa per il proprio fotografo in una piazza, si può parlare di Ritratto.
Ciò, perché:
Il ritratto è tale solo quando il soggetto ha coscienza di essere ritratto[2].
Iniziare con soggetti che non sanno come stare in posa senza che il fotografo, in primis, sappia come mettere in posa i propri soggetti, però, non porta molto lontano. Certo, ci sono luoghi su internet come Pinterest, o i siti fotografici come 500pix e Flickr da cui trovare idee, ma senza una formazione iniziale del Fotografo neanche così si ottiene molto.
Le modelle (detto in generale da ora in poi anche per i maschi), sono quindi necessarie per la costruzione di un buon Portfolio da presentare poi alle agenzie. Sono professioniste così come lo sono i Fotografi e ovviamente ve ne sono di amatoriali, alle prime armi, così come più o meno affermate sia parte di un’agenzia che indipendenti. Come tali sono persone che meritano ogni rispetto e vanno consultate per chiedere il loro parere sugli scatti che si faranno insieme, questo soprattutto quando si è in una situazione di collaborazione alla pari che va sotto il titolo di TF-CD[3].
Modelsharing e workshop veloci
C’è anche una certa offerta di modelsharing o workshop veloci[4] di Ritratto in cui si possono fotografare delle modelle. Per cominciare a prendere la mano con composizione e pose, se si riesce a cogliere qualche esempio o suggerimenti dal fotografo accompagnatore, possono anche andare bene[5]. Non ci si aspetti, però, che foto così ottenute possano avere un qualsiasi uso professionale o andare in Portfolio.
Questo perché gli scatti che vanno a Portfolio devono essere solo quelli in cui location, illuminazione, posa, style eventuali prop[6] sono stati decisi dal fotografo e concordati con la modella.
Bisogna anche valutare il tipo di workshop o modelsharing a cui si va a partecipare: se non si è ancora imboccata una strada specifica, ok, altrimenti si consideri che la fuori si offre sin troppo facilmente un’esperienza di scatto glamour, che non è esattamente la stessa cosa del Ritratto Ambientato, di quello Beauty o Fashion.
Corsi frontali e workshop propriamente detti
Il modo propriamente detto, più formativo e anche più costoso, ma non così tanto, è costituito dalla frequentazione di corsi e workshop frontali classici, organizzati in una sede di studio fotografico o associazione abbastanza grande. La spesa ammonta a qualche centinaio di euro, ma se si sceglie bene, si entra in contatto con fotografi insegnanti di livello che sanno trasmettere informazioni di prima mano dal mondo della Ritrattistica professionale. Scatti realizzati nel giusto workshop, qualora questo sottoponga i partecipanti a esercizi individuali di realizzazione di un concept, possono entrare a far parte di un Portfolio.
In seguito, bisognerebbe organizzare le proprie sessioni di scatto contattando le agenzie, presentando un progetto di scatto e richiedendo loro una modella, il tutto pagando quanto richiesto per il tot di tempo necessario.
Nel caso si abbia la disponibilità economica per permettersi simili investimenti, sono certamente consigliati in quanto una modella di agenzia è molto probabile che sappia dare un buon contributo decisivo alla ricerca fotografica del fotografo.
L’alternativa degli shooting in TF
Se si è cronicamente in bolletta come il sottoscritto, però, pagare per tre o quattro sessioni di scatto al mese un’agenzia non è un’opzione neanche vagamente accessibile. Si può allora ricorrere a siti come Fotoportale. it che permettono l’iscrizione gratuita come fotografo amatoriale e la pubblicazione di annunci di ricerca di modelle (e altre figure del settore) amatoriali. Altrimenti vi sono i social (Facebook e Istagram) e in essi gruppi specifici per annunci di ricerca di modelle, fra le quali ve ne sono anche di amatoriali e disponibili a scattare nella formula di collaborazione TF.
Amatoriale, ovviamente, significa che la modella non ha un suo book[7] completo, oppure lo fa per puro piacere personale, possono comunque essere anche persone di una certa competenza. A me così è capitato di scattare con studentesse dell’Accademia di Brera, magari esse stesse appassionate di fotografia. Ho ritratto anche una giovane fotografa che trovava utile passare dall’altro lato dell’obiettivo per ampliare la propria conoscenza delle pose. Tutte persone che, per un Fotografo che comincia a specializzarsi, sono valide.
E questo per oggi è quanto, la prossima settimana parlerò di come contattare sui social le modelle per scatti in TF. A presto, quindi, e
Ad Majora!
[1] A parte l’autoritratto, ovviamente.
[2] Efrem Raimondi: http://blog.efremraimondi.it/ritratto-quattro-regole-pero/ 15, 6, 2015
[3] Tempo per Foto su CD, oppure, visto che quel supporto quasi non si usa più, basta indicarlo come TF.
[4] Di circa 4 ore.
[5] Dopo aver fatto quei corsi che consentono di padroneggiare macchina fotografica e le ottiche da ritratto, ma anche dopo averne seguito qualcuno pure di post produzione digitale.
[6] Style e prop nel mondo della Fashion Photography indicano i capi di abbigliamenti che indossa la modella, mentre il secondo termine indica un qualsiasi oggetto della più varia natura che viene aggiunto per aggiungere un elemento di stile. Per esempio: in una sessione di scatti dove l’obiettivo è ricreare lo stile di abiti strada degli anni ’80 americani, l’aggiunta in scena di un grosso stereo a cassette portatile, costituisce il prop del caso.
[7] Equivalente per modelle e modelli del Portfolio dei fotografi.