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Sulle modelle 4 - il momento della Post (Panoramiche #9d)

Introduzione
Per chi dovesse accorgersi solo ora di questa serie di articoli sul rapporto fra fotografo (specialmente se in formazione) e modelle, avverto che in precedenza si è già illustrato sia l’importanza fondamentale delle modelle, che di come contattarle, oltre alla preparazione e allo spirito necessario – una volta arrivato il giorno – prima dello shooting.

Ora, tornati a casa con le schede di memoria piene e la liberatoria fotografica compilata e firmata, messa in archivio, comincia l’altra metà dell’attività di Fotografo: lo sviluppo degli scatti.

Questo articolo non tratterà in generale la questione (anche se in realtà ne avevamo già accennato in passato), più che altro ci soffermeremo sul rapporto fra tipo di collaborazione con la modella ed elaborazione di ritratti.

Di selezione degli scatti, tempistiche e altri fattori dello sviluppo in base al tipo di shooting

Selezionare lo scatto in LR, ph: Francesco Coppola

Esiste una differenza fra sessione di scatti in collaborazione TF e una in cui la modella viene pagata anche per quel che riguarda questa, fondamentale, fase del lavoro fotografico. Se lo shooting è stato pagato, infatti – fatto salvo il rapporto personale con il soggetto – la modella può vedere solo gli scatti editati al loro stato finale, una volta che il fotografo ha finito di svilupparli e li espone sul proprio sito, o altra piattaforma fotografica che desidera (sempre, a patto che abbia la liberatoria firmata in archivio).

Una collaborazione, invece, presuppone che in qualche modo fotografo e modella si consultino anche durante la fase di sviluppo, tenendo però a mente un punto fondamentale: la selezione finale degli scatti, l’ultima parola in merito ai trattamenti da operare via software di photoediting spetta unicamente al fotografo. Per il resto ci si può organizzare quanto più liberamente si voglia.

Personalmente, in caso di collaborazione, invio i provini a risoluzione minima degli scatti prima dello sviluppo, scremati appena delle prove di esposizione e degli scatti con focus o esposizione venuti male. Siccome, però, lo scatto RAW come sfornato dalla macchina fotografica è così diverso dalla sua versione finale, questa visione ha un valore relativo, semmai varrà come prova delle capacità di sviluppo a computer del fotografo.

Le selezioni però non finiscono certo alla primissima scrematura. Dopo questa, infatti, parte la decisiva ricerca degli scatti più attinenti al mood che insieme si è evocato, e quelle di maggiore impatto. Questo può richiedere più di una selezione, anche perché è bene abituarsi (se si vuole lavorare con agenzie e riviste), selezionare non solo delle “prime scelte”, ma anche una serie di foto che costituiscano una “seconda scelta”, cosa che – ribadisco – le controparti nelle agenzie e nelle riviste si aspettano.

In caso di collaborazione TF, quindi, è altamente probabile che uno scatto in cui la modella si vede meglio potrebbe non rientrare negli scatti di prima o di seconda scelta. Qui sta il lato più delicato della collaborazione e un compromesso va trovato. In ogni caso, alle brutte, si può aggiungere qualche scatto in più “per la modella”.

Qualche parola in più sulle tempistiche dello sviluppo

Prima e seconda scelta in Adobe Lightroom, ph: Francesco Coppola

Quanto sopra illustrato ci porta a quanto segue: contrariamente a quella che può essere la percezione di è esterno al mondo della Fotografia, lo sviluppo a computer di una serie di scatti richiede tempo, ponderazione e preparazione. Un workflow completo di una sessione di Ritratto, dall’iniziale scrematura degli scatti sbagliati, alla presentazione di alcuni jpeg completamente sviluppati, dura mediamente un mese – se il fotografo ha da sviluppare un solo shooting in un dato periodo di tempo, cosa che, auspicabilmente, gli capita raramente. Più probabile, infatti, è che abbia per le mani tre o quattro sessioni di scatto eseguite in un mese, e questo può comportare difficoltà.

Il qui scrivente tende a svolgere comunque i lavori in ordine cronologico, tentando per quanto gli è possibile, di rispettare quella tempistica media per ogni singolo shooting. Alle brutte, fra uno shooting pagato e uno in collaborazione, posso dare la precedenza al secondo. Dovessero, però, capitare dei lavori su commissione, sarebbero queste ultime ad avere la precedenza sui progetti personali.

Questi lavori fotografici, editoriali o campagne che siano, possono essere diversi, in numero di scatti, tipo di concept, illuminazione, location, eccetera, possono variare e tutti prevedono diversi gradi di collaborazione con cui il fotografo deve contrattare.

Il punto è che il fotografo, quando si arriva al livello professionale, decide le selezioni di scatti (prima e seconda scelta) su cui lavorare e da presentare al selezionatore in agenzia, della rivista, oppure all’Art Director del Brand. L’accettazione degli scatti, di prima o seconda scelta, sta a queste ultime figure.

Può capitare che una prima scelta venga accettata in toto, ma più spesso capita – soprattutto agli inizi di una carriera – che vengano preferite le seconde scelte, oppure il fotografo è costretto a tirar fuori uno scatto che non aveva selezionato affatto.

La pazienza e la capacità di autoanalisi, di contrattazione e di comprendere le motivazioni altrui è quindi tutto un bouquet di capacità che vanno inserite nel novero delle abilità del fotografo che vuole diventare un professionista nella Fotografia di Ritratto e Ritratto Moda.

Questo – ancora una volta – va oltre e al di là dell’attrezzatura fotografica utilizzata, la quale ha sicuramente un suo ruolo e importanza, ma non è tutto.

Ci vuole il Workflow

Workflow strategy by Campaign Creators on unsplash.com

In un precedente articolo ho già parlato dei requisiti minimi di un computer capace di reggere un processo di sviluppo fotografico, oltre che ad accennare ai programmi più diffusi per questo fine.

Qui mi concentrerò invece a esporre velocemente in merito al Workflow, o Flusso di lavoro, se preferite, come anche di alcune tecniche usate dai ritrattisti.

Qualsiasi fotografo, dal livello amatoriale sino al professionista, deve sviluppare prima o poi un proprio flusso di lavoro a computer per lo sviluppo delle foto. Questo vale per qualsivoglia genere della Fotografia.

Si sappia però che il Ritratto fotografico necessita tecniche che gli sono proprie e che altri approcci allo sviluppo fotografico possono dare risultati pessimi. Questo soprattutto a causa delle caratteristiche della pelle che reagisce assai male (e ben presto) all’uso di slider come quello del Contrasto, del Dehaze e della Clarity.

Le singole tecniche specifiche si possono anche apprendere on line sulle tantissime piattaforme di apprendimento via web. Un workflow completo da ritrattista, però, è un procedimento complesso che sarebbe meglio apprendere in un corso frontale.

Non mancano infatti video sulla Frequency Separation e sul Color Grading fotografico, ma il workflow da Ritratto, però, ha una sua struttura propria, un preciso punto d’inizio, una prima fase in cui vanno utilizzate alcune tecniche, mentre altre vanno lasciate per una fase successiva, e infine vi sono procedure necessarie per rifinire il file e salvarlo a seconda di una destinazione a schermo, o a stampa.

Un processo complesso e lungo che deve tenere in conto vari fattori, fra cui il fatto fisiologico che lavorando sui colori, è bene staccare ogni tanto: alzarsi dalla sedia e andare a fare altro per alcuni minuti da un’altra parte. Ciò perché la mente umana è fatta per adattarsi ai colori che vede e se si lavora troppo a lungo davanti a una sola immagine in cui si stanno elaborando le sfumature di colore, si può finire per non percepire la foto come si deve.

Conclusioni

Ci siamo portati un po’ avanti con l’illustrazione del processo di sviluppo delle foto, come se fossimo già impegnati a lavorare per Agenzie o Riviste. Naturalmente no, sto ancora lottando per completare il mio primo Portfolio da presentare alle agenzie. Ho ritenuto però utile dare una visione più generale e in prospettiva di cosa comporti sviluppare le foto di Ritratto.

Mi preme rendere nota la complessità e lunghezza del processo. Certo, naturalmente, la selezione di pochi scatti – fra le centinaia eseguiti – aiuta a non finire a passare la vita seduto al pc. Esperienza e linee guida, là dove applicabili - soprattutto per lavori commerciali, possono aiutare a velocizzare il processo. L’occhio del fotografo va alimentato di buone e sapienti visioni. Mostre, libri, corsi, film, fanno tutte parti di un quotidiano, continuo, miglioramento della capacità di lettura della luce, dei colori e delle immagini nella loro strutturata complessità, un altro elemento da tenere a mente oltre alla caccia all’ultima novità uscita di recente dal proprio marchio fotografico preferito.

Ritengo, inoltre, che sia utile abituarsi a collaborare in TF, perché dopotutto il lavoro di contrattazione che si fa con la modella, prima o poi, lo si dovrà fare – quando questa arte diventerà un mestiere – con l’Art Director di un Brand, o un selezionatore di Agenzia. Prima si comincia e prima si apprende un’altra delle mille expertise che sono richieste per lavorare nel mondo della Fotografia di Ritratto e Ritratto Moda.

Quanto sopra scritto porta a termine il mio lungo excursus sulle modelle, spero che, tu lettore, lo possa trovare in qualche misura interessante.

ti invito qui lunedì prossimo, per la prossima pubblicazione di nuove foto. Perché qui, se ne vedono sempre delle belle!

A presto e


Ad Majora!