Progetto I - nuova workstation, pt. 1
Un vecchio computer sul viale di un caldo tramonto
Come tutti, nel 2020 appena conclusosi, ho passato
molto tempo chiuso in casa seduto al computer. Non
sarà quindi un caso che la mia vecchia workstation che
utilizzo per tutto quello che è Fotografia e comunicazione
(risalente all’autunno 2014) abbia cominciato a mostrare
segni di cedimento.
Cominciò tutto lo scorso autunno, quando i miei
programmi di post produzione presero a “impazzire”
dopo qualche decina di minuti di lavoro ininterrotto.
Per non dire che già da tempo avevo dovuto acquisire
la buona abitudine di chiudere quei programmi se
dovevo assentarmi per pranzare o altro motivo.
Cosa significa che mi è “impazzito” Photoshop? Beh,
diciamo che – tanto per fare un esempio significativo
– esiste uno strumento basico di quella suite, cioè il
famoso Timbro Clone. Questo strumento, normalmente,
funziona con una selezione iniziale di una zona
dell’immagine da considerare come sorgente, per poi
copiarla, click dopo click, dove serve. La “follia” si è
manifestata quando, dopo minuti di frenetico e continuo
uso, la selezione della “sorgente” si sposta
autonomamente, non essendo fra l’altro un fenomeno
ricorrente o prevedibile mi è successo di accorgermi di
un simile malfunzionamento solo dopo aver pasticciato
un’area, invece di averla pulita.
A quel punto tornare indietro fin dove potevo nella storia
del mio editing, o addirittura tornare a un salvataggio
precedente (cosa che ha comportato anche la perdita di
diverse decine di minuti di lavoro) non portava a
miglioramenti. Il Timbro Clone – anche dopo un veloce
riavvio del programma – rifiutava di selezionare la
“sorgente” che gli indicavo con il mouse e sceglieva
a caso, costringendomi a chiudere il programma e ad
alzarmi dalla mia postazione chiamando a testimone
ogni divinità antica e premoderna a me conosciuta.
Questo comportamento, però, non è stato che una
delle prime avvisaglie del deperimento della mia
workstation. Più di recente, per fare un altro esempio,
il computer ha difficoltà ad accendersi: si accende al
primo tocco sul tasto, poi emette un bip bitonale e si
spegne. Poi riprova a partire con diversi bip e
interruzioni. Sino a ora è riuscito ad avviarsi, alla fine,
ma sono qui a chiedermi per quanto tempo il pc
possa andare avanti senza fondersi, o esplodere
del tutto.
Ogni complicazione del flusso di lavoro sperimentata
mentre sviluppavo le fotografie dell’ultimo modelshoot
che ho condiviso qui, rende sempre l’esperienza del
fotografo una pena esistenziale, ma è la prospettiva di
un totale e definitivo malfunzionamento che mi ha
motivato a iniziare il presente progetto: farmi una
workstation nuova.
Il progetto è finalizzato alla realizzazione di una nuova
macchina con il ruolo fondamentale di sviluppare file
immagine digitali, scansire e convertire in digitale
futuri scatti a pellicola di Medio o Largo Formato e,
possibilmente, permettermi anche di compiere dei
primi passi nella produzione di video (tutorial, model
managing, biografie di autori, etc.).
Normalmente, questo è un compito impegnativo
(economicamente ma anche per il tempo necessario
alla sua realizzazione) già in tempi normali.
Peccato che,
Non è un buon momento per comprare hardware
Vada per inteso, qui intendo descrivere una difficoltà che riguarda
l’acquisto di singole componenti hardware, non di computer pre
assemblati o portatili. Se non si hanno esigenze specifiche di
utilizzo, attualmente magari conviene acquistare un portatile e si
può così ricavare una macchina di una certa potenza a un prezzo
più che ragionevole.
Non è così, però, se si ha 1. L’esigenza di risparmiare e non pagare
in una sola soluzione oltre mille euro, 2. Se si hanno esigenze
particolari di utilizzo, per le quali i soliti 16gb di memoria RAM non
sarebbero per me sufficienti, né si intende condividere i programmi
di elaborazione immagine nello stesso disco del Sistema Operativo e
di tutti i programmi che non riguardano l’elaborazione di immagini.
Una volta, però, comperare i singoli componenti del pc per assemblarli
da sé era la soluzione più conveniente. Cosa è successo?
Farò un breve riassunto di questo 2020 nel mondo della hardware tech:
La pandemia ha scatenato alcuni eventi che influiscono ora (e da
qualche settimana) sull’attuale scarsità di alcuni componenti hardware
da acquistare presso i classici store on line. Cose come la chiusura delle
fabbriche in Cina e Corea del sud hanno provocato ritardi a cascata
nella produzione di diversi prodotti, e di quelli tecnologici in particolare.
I lock down che sono stati applicati dapprima in Cina, poi in Italia e in
seguito in buona parte del mondo, costringendo molte persone a vivere
e lavorare in casa, hanno aumentato esponenzialmente il numero di coloro
che necessitavano di un computer. In questo mercato che provava già
pesanti scarsità di rifornimenti, si sono poi aggiunti gli speculatori in cerca
di affari e di lì sono arrivati sia i bagarini (o scalpers) i quali hanno acquistato
grandi quantità di schede grafiche, processori, consoles appena usciti
– tramite bot – per poi rivenderli a prezzi esagerati sui portali di vendita di
seconda mano. A questi, si sono aggiunti i “miners”, cioè quelle persone
che utilizzando decine su decine di schede grafiche collegate insieme,
ricavano criptovaluta dalla rete.
Ciò ha provocato l’assenza di nuovi processori Ryzen e schede grafiche
Invidia e Radeon da store on line tradizionali quali Amazon. Non solo,
venendo a mancare le novità o trovandosi semmai a prezzi esagerati,
anche le generazioni precedenti di questi prodotti hanno visto i loro
prezzi lievitare sino a quotazioni incredibili, tanto che – per quanto faccia
strano dirlo – attualmente è più conveniente acquistare componenti dai
negozi italiani, che pur avendo il loro solito sovrapprezzo di diverse decine
di euro rispetto a quel che una volta era Amazon, ora quei prezzi risultano
fra i meno folli che si possano trovare in rete.
Contromisure in tempi di strenua crisi
Quindi, la solita vecchia risorsa per farsi un computer di fascia medio-alta
senza spendere troppo è compromessa.
L’unica via aperta rimasta a mia disposizione è quella più paziente (e
sofferente) che riesco a vedere: l’acquisto di singoli pezzi un poco per volta.
In novembre mi sono fornito dei tre dischi che mi servono (boot, progetto
e archiviazione), in dicembre ho acquistato scheda madre e memoria RAM,
oltre a della pasta termica per il dissipatore che penso di utilizzare sul mio
futuro processore. A fine di questo mese prenderò alimentatore, dissipatore
e – se riesco a entrarci nel budget – anche una capture card.
Mi lascerò l’acquisto di processore e scheda grafica per ultimi, da prendere
con quel finanziamento senza necessità di busta paga che esiste da qualche
mese su Amazon (sempre che funzioni), a quel punto potrei permettermi anche
un po’ di sovraprezzo.
Certo, ciò mi consentirà di fornirmi di una workstation di un valore che si
avvicina ai 2k euro (benché ora non sia in grado di stabilirlo per i su citati motivi),
il guaio è che dovrò restare fermo con la mia Fotografia per mesi. Non credo,
infatti, di ultimare questo progetto prima di marzo. La pandemia, però, è ancora
lungi dall’essere sconfitta e vivremo in città chiuse per restrizioni per tutto l’inverno,
non vedo periodo migliore, quindi, per dedicarsi a una simile operazione di
medio termine.
Quindi
Seguiranno, su questo blog, altri post in cui racconto della mia analisi di filiera