Stagioni dell'anima I - Inverno, parte IV
Francesco Coppola
Ben ritrovate e ritrovati,
eccovi, dopo lunga attesa,
la quarta parte del mio
progetto di concept
fashion photography
Dicevamo, nel precedente
epidosio, il rovello nato
da certe separazioni
lasciate senza spiegazioni
dura, troppo a lungo dura,
ma prima o poi arriva a una
sua naturale conclusione.
Alla fine, lasciati a se stessi,
una risposta ce la si da e con
quella ci si deve pur vivere.
Pazienza, ma anche basta con
questa tortura.
Solo.
Mentre ci si rende conto
che una fase, una
stagione dell’anima
comincia a sfumare via,
resta comunque da
decidere come ci si pone
rispetto a un importante
pezzo della propria vita
passata, con tutte le
energie, tempo, attenzioni
capacità di dedicarso che
si sono spese: Il meglio di
noi, dato a chi a un certo
punto non sapeva più cosa
farsene.
‘Mi sono sbagliato’ una
frase di tre parole così
pesante da maturare e
da dire.. Un bello sbaglio
durato troppo a lungo,
Non siamo soli, certo.
quando ci rendiamo conto
che abbiamo dato troppo
valore a chi non ne dava a
noi. Queste cose succedono,
fanno parte della vita, Non
avevamo forse fame di vita?
e nella vita capita che le
persone con cui stabiliamo
relazioni ci affibbiamo dei
ruoli, come costumi da
teatro. E qualche volta
tocca ricordare agli altri
che, no, non siamo quello
che loro pensano di noi.
Chi vi scrive può sicuramente
far vivere una relazione a
una donna come se fosse in
una eterna vacanza. Ma non
sono solo quello, nessuno
di noi lo è.
Se veramente di amore si
parla, allora si vive il facile
e il difficile, il premio e la pena,
la scoperta e la noia, almeno se
si vuole essere dei costruttori
di qualcosa di più grande e non
solo dei turisti delle vite
altrui.
Si può rimanere amici dopo
la fine di una relazione?
Dipende, per la mia
personale esperienza,
la risposta è proprio no.
Non che abbia (più) nulla
contro lei che fu una
compagna di cammino per
11 anni. Semplicemente non
ho più tempo per simili
storie.
A certe donne piacciono i
romanzi con dentro
relazioni tormentate,
lascia e piglia, tossiche.
Io no, io amavo leggere
storie epiche, eroiche,
magari fantastiche, ma
sempre dove era presente
un arco narrativo del
personaggio che lo
portava alla propria
crescita.
Ora basta inverno, è tempo
di muoversi oltre, fra
strade lontane dal mare,
tutte curve, sassi e inciampi,
ma sicuramente più sane di
certe paludi.
E’ tempo di provvedere al
mio futuro.
E per questo, vi dico, che
ci vedremo alla prossima
occasione, con ancora un
ultimo tratto di questo
progetto foto-narrativo.
A presto!
Per Aspera ad Astra!