Una terza e finale occhiata a Deborah

Benvenute e benvenutti a tutte/i ci troviamo

oggi a chiudere il modelshoot dello scorso

novembre eseguito allo Showroom Orodi

in Limbiate (MB) con la splendida model

Deborah Serafin.

Deborah a final approach 1; ph: Francesco Coppola

E in questa chiusura di modelshoot vi

mostro le ultime tecniche

sperimentali a cui mi sono dato:

Zooming, MIC cioè Movimento In

Camera controllato, orizzontale e

verticale.

Deborah a final approach 2; ph: Francesco Coppola

Si tratta di tecniche di scatto utilizzate

per ottenere dei look che necessitino il

minimo - se non nullo - intervento di

postproduzione a computer.

Deborah a final approach 3; ph: Francesco Coppola

Ciò fa s'ì che i risultati saranno sempre

diversi, essendo questa - come le altre

tecniche i cui risultati ho prima già

mostrato - una tecnica il cui look

dipende tanto dal polso del

fotografo mentre scatta e meno dalla

macchina fotografica utilizzata.

Deborah a final approach 4; ph: Francesco Coppola

Naturalmente siamo ancora allo

stadio dei primi esercizi del

genere. Si può solo migliorare,

benché diverse di queste

immagini abbiano il potenziale

per venire messe in vendita

sulla mia pagina atelier nei

prossimi mesi.

Deborah a final approach 5; ph: Francesco Coppola

Come ho già detto in passato, la

Arte verrà in pieno solo una

volta che avrò acquisito

abbastanza pratica da poter

previsualizzare cosa otterrò

scattando in un certo modo, e

quindi andrò oltre

mescolando tecniche varie, il

tutto al fine di raccontare

delle storie, dei momenti, dei

sentimenti.

Questa è la mia risposta allo

affermarsi delle IA che

generano immagini.

Li ho ascoltati i patiti di queste

nuove tecnologie vantarsi che

le loro immagini non avevano

necessità di nessun modello

reale e che il risultato

arrivava prima e a prezzo

infinitamente minore.

Lo so che i Brand, che di certo

non sono degli enti

caritatevoli, nemmeno quelli

dell’Alta Moda sapranno

resistere a lungo a queste

sirene.

E non mi arrendo all’idea che

la gloriosa carriera del

fotografo che viaggia per il

mondo a immortalare modelle

in luoghi intrigranti si riduca

al solito lavoro da ufficio

dalle 9-5, svolto in un loculo

di un ufficio alverare, pieno

di altri loculi, inchiodato a

un computer a scrivere

prompt.

Non mi avrete! Mai! Perciò

care e cari lettori, voi

assistete a questa mia

nuova rotta più artistica

di prima.

Sempre Ad Maiora e

Per Aspera ad Astra!

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