In previsione di un prossimo workshop fotografico di due giorni, ho deciso di dotarmi di un computer portatile da affiancare alla mia vecchia e fidata workstation di casa. Vivendo in perenni ristrettezze economiche, però, mi sono dovuto preoccupare di cercare un laptop capace di lavorare con la suite per fotografi Adobe, che mi costasse meno mille euro, ma anche meno: qualcosa sugli 800. Va detto anche che, non fosse stato per il considerevole aiuto fornitomi da un mio carissimo amico, nemmeno tanto sarei riuscito a spendere.
In ogni caso, con quel limitato budget mi sono inoltrato in un esame di filiera approfondito per trarne le notizie necessarie a fare la mia scelta. Questo scremando idee su cosa serva e su quali macchine puntare, le quali non sono più al passo con l’attuale tecnologia dei programmi di sviluppo fotografico.
Ovviamente il tipo di macchina da acquistare dipende anche dal tipo di fotografia che si pratica. Rimane tuttavia vero che oramai un po’ tutti i generi fotografici necessitano di potenza di calcolo, con tutti i filtri, le anteprime immagine che vanno aggiornate in tempo reale, o le fusioni di più foto o ancora il semplice uso dell’oramai maturo sistema di “content aware” di Photoshop. Inoltre, molti programmi di fotoritocco stanno introducendo strumenti basati su intelligenza artificiale. Tutte queste novità richiedono non solo alte frequenze dei processori, ma anche l’utilizzo di più core e più thread. Passato è il periodo in cui Photoshop sfruttava solo uno o due core, e non parliamo di Lightroom, che è un database pesante da gestire.
Questo mi obbligava a cercare un prodotto recente, in quanto Intel è passata a produrre stabilmente processori a quattro core solo dall’ottava generazione, che per i dispositivi mobili è una delle più recenti (vi sarebbero anche la nona e forse pure la decima? Ma solo per processori destinati ai desktop)
La quantità di RAM (minimo 8 GB, idealmente 16) e la presenza di una scheda grafica dedicata, per quanto basica, sono un altro punto che ho dovuto tenere a mente.
Quello che, però, ho trovato in giro è la sufficienza con cui si tratta un elemento che ogni fotografo serio sa essere fondamentale: lo schermo. Sono però rimasto basito quando ho trovato moltissimi suggerimenti ad affidarmi a portatili per gaming e ho poi analizzato questo tipo di prodotto. Vero è che chi fa questo suggerimento si riferisce più al rendering video, che non alla Fotografia, ma non mi capacito comunque come si possa trascurare le qualità di fedeltà colore e calibrazione dello schermo per chi lavora nel campo dell’immagine. Infatti, quando si ha poco da spendere i produttori devono fare delle scelte e decidere su cosa risparmiare.
Tutti i laptop, di qualsiasi fascia di prezzo, sono dei compromessi: quando si valutano laptop da gaming (consigliati da molti), bisogna rendersi conto che se nelle varie macchine in commercio sono presenti processori recenti e potenti, 16 gb di RAM e una scheda grafica di medio livello, da qualche altra parte toccherà accontentarsi e lo schermo in simili sistemi è spesso l’elemento che viene sacrificato.
Invece bisogna scegliere portatili che abbiano uno schermo di tipo IPS, calibrabile, con un buon contrasto e luminosità, ma soprattutto con una copertura della gamma del colore in sRGB al 100% o quanto più vicina possibile – almeno al 95%!
Un’altra caratteristica importante per un laptop da foto-editing è la presenza di almeno un SSD, quell’unità di archiviazione più recente e veloce rispetto ai vecchi Hard Disk meccanici, di modo da installarvi sopra oltre al Sistema Operativo, anche Photoshop e Lightroom. Questo farà in modo che l’avvio del computer e dei programmi sia il più veloce possibile.
Strategie di risparmio
Per risparmiare bisogna partire in primis dalle proprie concrete esigenze. Un conto è, infatti, dovere scegliere il proprio primo e unico computer, in tal caso certo non è consigliabile risparmiare troppo. Altra cosa, però, è doversi fornire di un portatile aggiuntivo, che permetta un editing preciso ma leggero in mobilità. In questo ultimo caso si può valutare un portatile che magari parta, sulla carta, sottopotenziato: con meno RAM (ma di generazione DDR4, però) e un SSD, magari non velocissimo, che però permetta l’upgrade in un secondo momento, di modo da dilazionare la spesa.
Un mese si prende il portatile, un altro mese si prende il banco RAM da 16gb DDR4 da aggiungere. Un altro mese ancora, magari, si potrà cambiare l’SSD. Se non ne se ne possiede uno, poi, bisogna acquistare anche un colorimetro per calibrare il monitor e farsi sé che tutti gli schermi a disposizione, ma anche le stampanti, mostrino esattamente gli stessi colori.
Si può, inoltre, acquistare direttamente dal sito internet del produttore. Così facendo si possono trovare spesso sconti, come è capitato nel mio caso.
Infine, forse avrei potuto trovare qualche buona occasione sui portali di e-commerce e/o sui siti dei produttori cinesi, ma non ho le capacità per valutare i prodotti su siti di e-commerce e dei produttori cinesi.
Cosa ho preso
Alla fine di tutte queste considerazioni e dopo aver valutato le offerte in lungo e in largo, ciclicamente, per un numero sufficiente di volte, la mia scelta è caduta su un Dell Inspiron da 15” di serie 7000, segnatamente il modello 7580.
Gli Inspiron sono l’alternativa economica per i portatili della linea di punta XPS, e si suddividono in ulteriori tre fasce, di prezzo, potenza e qualità dei materiali impiegati: la 3000, la 5000 e la 7000. Vi è anche una versione gaming degli Inspiron, indicata con la lettera G, che ovviamente non era di mio interesse.
Le caratteristiche del modello che mi hanno convinto sono:
Il processore Intel I5 di 8a generazione, quad core con velocità in turbo a 3,9 ghz
8 GB di RAM DDR4 a 2666 ghz, espandibile.
Un’unità SSD da 256 GB di tipo m2 NVMe, anche questa è sostituibile o espandibile.
La scheda grafica dedicata è la Nvidia MX 150 con 2 gb di RAM dedicata DDR 5
La presenza di un lettore di schede SD
Uno schermo IPS con un buon contrasto, luminosità accettabile e una copertura della gamma colore sRGB al 97%.
Quando mi è arrivato, poi, ho avuto la piacevole sorpresa di ritrovarmi per le mani un oggetto più piccolo del previsto (a quanto pare hanno montato un 15,6” in un telaio da 14) e tutto in alluminio, la qual cosa gli offre quel quid di aria premium in più, a cui avrei anche rinunciato ma che accolgo con piacere.
Alternative migliori
Per chi ha una maggiore capacità di spesa, magari lavora e ha una busta paga con cui permettersi una rateizzazione (a me preclusa dalla mia disoccupazione), la scelta è ampia. Eviterei – per forma mentis personale – giusto i marchi premium, che in questi anni purtroppo stanno privilegiando il design alla potenza e all’aggiornamento degli elementi interni.
Voglio dire, quando ti sparano cifre iperboliche per darti un vecchio processore dual core, 4gb di RAM e magari solo una scheda grafica integrata, mi interessa pochissimo dello stile e della qualità dei materiali della scocca. Poi, magari, come porte mettono a disposizione solo USB 3.1 o thunderbolt e costringono a comperare un lettore di schede SD esterno.
Bah! Vade retro!
Per il resto, sono diversi i marchi che possono offrire tutto l’occorrente. Sono sempre molto democratico con i marchi di tecnologia. Forniti principi di ricerca, ognuno sarà in grado di valutare e scegliere da sé.
Sperando di averti offerto informazioni utili, o lettore mio, ti saluto e ti rinvio alla prossima panoramica.
Ne vedremo delle belle!
Ad Majora!