Meditazioni Fotografiche 1 - Orientarsi nel mondo della Fotografia di Ritratto December 31, 2021 Premessa Viviamo, da anni, una realtà lavorativa in mutamento. Non per tutti gli ambiti, certo, ma in Italia almeno, anche per i lavori in diversi uffici pubblici, come le biblioteche, si fanno concorsi su concorsi per lavorare qualche mese alla volta e poi di nuovo a fare concorsi. Per un giovane laureato in materie umanistiche anche intraprendere carriere come quelle in editoria o come giornalista, rischiano di finire in un gran buco nell’acqua. Anche alcuni professionisti, sicuramente i Fotografi di cerimonia, ma anche Architetti, e altri, trovano sempre più difficile farsi pagare, perché trovano sempre più clienti che reputano un lavoro fatto, almeno in parte, al computer come un hobby, non un lavoro, e quindi meritevole di venire pagato. Sempre più persone tirano sul prezzo, anche per gli scatti del loro giorno più importante della vita. Se, d’altro canto, chi ha avviato una carriera come avvocato di studio affermato, medico con studio privato, ingegnere di alto profilo, e ovviamente gli economi, non hanno conosciuto granché crisi, per infinite schiere di miei coetanei e i più giovani, questa è l’epoca della grande Confusione. Dove al massimo si riesce a ballare per qualche tempo fra lavoretti di qualche mese in mansioni di basso livello e mal pagate, magari a ore di automobile da casa. Lavori discontinui, che difficilmente daranno una pensione decente o anche solo la tanto sospirata indipendenza economica e anche questi, alla fin fine, perdono di concretezza. Una volta esisteva la concretezza del lavoro da dipendente, contro il rischio della carriera artistica con la sua imprevedibilità. Oggigiorno è tutto appiattito allo stesso livello. Una volta il curriculum vitae aveva un significato: cresceva con le esperienze lavorative fatte. Ora è una barzelletta, già nel 2011 si toglievano esperienze di lavoro per sperare di venire assunti, al secondo livello del contratto nazionale delle telecomunicazioni, in un qualche call center. Una volta dentro ti scoprivi collega di tanti altri laureati, di ogni età e di ogni corso di laurea (anche diambito medico scientifico cioè) Ah, in gran parte, anche i call center hanno delocalizzato fuori nazione, quindi pure quella realtà, già mal pagata, non esiste più. Inventati un mestiere, si dice in questi casi. Facile a dirsi senza capitale di accesso e con le nostre banche. Avete notato che direcente hanno cominciato a vendere in edicola una serie di modellini da montare per dei trattori? Trattori, capite? Siamo tutti braccia rubate alla terra e lo saranno anche quelli cheverranno dopo di noi. Aggiungiamoci che, crescendo così e in questo contesto, si finisce via via più isolati, si patiscono maggiormente eventi della vita, come adesempio: una lunga malattia di un genitore e il suo trapasso, la fine ignominiosa di un rapporto iniziato con tanta gloria e speranza. Ne esce, forse, così la ricetta perfetta per un aspirante fotografo che da una serie di grandi dolori cerca la propria redenzione nel pur difficile mondo della Fotografia professionale in generale e in quella di Ritratto in particolare, nel mio caso specifico. Non certo un compito facile. Questo perché, se c’è proprio il bisogno di spiegarlo, carriere come questa non hanno percorsi di formazione precisi. Sì, siamo pieni di accademie (alcune con costi stellari) ma vi assicuro, non si esce come Fotografi professionisti da lì. Imparare la tecnica, avere qualche contatto giusto, sono tutte cose che aiutano ma non sono fondamentali. Non mi risulta, oltretutto, che grandi Fotografi italiani a noi contemporanei e – più o meno coetanei – gente come Alessio Albi, per dire, siano passati dalle esose accademie. Nei miei corsi formativi alla Bottega Immagine ho visto gente incominciare a lavorare nel campo fotografico, proveniente da altre carriere, come quella dell’infermiere per esempio. Da un altro punto di vista, non ci sono più da noi le grandi riviste che tengono una crew di fotografi interna. Sì, esistono ancora pubblicazioni come Vogue, ma non è quella stessa testata degli anni ottanta che poteva assumere un fotografo promettente. Solo in Francia, per quel che riguarda il Ritratto, vi sono realtà simili. Conoscete il francese? Potreste farci un pensierino. Ma no, in Italia non esistono più – da tempo – realtà simili. E poi, come ultimo chiodo a chiudere la bara accademica: quel che conta il Portfolio, e quello deve solo mostrare quel che siamo capaci di fare. Non contano cose come i posti dove si è studiato, l’età, e altri particolari che rendono uno brutto scherzo i curriculum vitae. No, il Portfolio non ha barriere di lingua e all’Officiel Paris, si può finire anche partendo da un paese di periferia italiano. Quali rotte di avvicinamento alla professione fotografica ci sono, oggi? Cosa può dare maggiori chance di farcela, fra corsi in presenza oppure on line, partecipare a concorsi, a club in presenza oppure forum sul web fotografici. Puntare sull’ultimo corpo macchina iper tecnologico di alta gamma, o no?Uno stralcio di vitaHinterland settentrionale di Milano, fra fine novembre e inizio dicembre 2021.Ero impegnato con lo sviluppo delle ultime fasi del modelshoot con Mia Carvene, dividendomi fra impegni per la famiglia, passeggiate terapeutiche mattiniere e ore passate davanti al pc, sviluppando scatti in Photoshop e varia attività social sul web. Ciò accadeva quando ho ricevuto una mail da mio fratello maggiore,con in allegato una proposta di lavoro per fotografi in uno studio di Fotografia Commerciale in provincia di Pavia. La paga, oltretutto, non era male: 20k euro l’anno. Così, quasi contagiato dall’entusiasmo con cui mi era stato presentato l’annuncio, vado a leggere sul sito dello studio il dettaglio della posizione aperta. Lì, alla voce dei requisiti per candidarsi c’era la richiesta di avere una comprovabile esperienza di anni di lavoro in altri studi commerciali, mentre alla descrizione dell’ambiente di lavoro, esso era descritto come altamente competitivo e di veloce esecuzione.Traducendo: un posto di lavoro ove entrare in azione il prima possibile e senza dover dedicare un’altra persona a farmi da tutor, lavorando in autonomia e con profitto prima di subito, quindi.Cosa potevo vantare io, sino a quel momento, per candidarmi auna posizione simile? Ho studiato per anni in uno studio fotografico a Milano, lì ho incontrato maestri come Efrem Raimondi, Alessio Albi, Nicola Casini. Ho studiato sia Fotografia di Moda, che l’uso di macchine fotografiche di Grande Formato e la pratica di sviluppo in Camera Oscura.Sino ad allora avevo ricevuto diversi tipi di apprezzamento per i miei ritratti su alcune piattaforme social che utilizzo da tempo o dallo storico forum (inserire link alla mia pagina degli scatti più votati su juzaphoto) di cui sono supporter.Ho quindi accumulato alcuni complimenti del seguente tenore. Commenti da juzaphoto.com Diversi utenti su Instagram, inoltre, hanno ampiamento apprezzato molte mie foto, Apprezzamenti da Instagram. Per non parlare delle condivisioni di alcuni miei ritratti sugli account delle riviste quali Marvellous Portraits e Glamour Affair addicted. Condivisioni su Glamour Affair Addicted e Glamour Affairs Infine, del tutto a sorpresa, in tarda estate sono stato contattato da una rivista per rilasciare loro una mia intervista. Mia intervista su bestentertainment.it Con anche una raccolta (non Portfolio) di 20 scatti miei raccolte in un video.Tutto questo però non è abbastanza: non basta saper gestire un set, interagire con le modelle, saper svolgere una post produzione con un workflow concordato con il cliente. In un contesto professionale come quello si richiedono velocità di esecuzione (la quale richiede pratica e mezzi per ottenerla), anche un controllo preciso dei colori che io attualmente non possiedo. Si tratta di saper gestire la matematica alla base di Photoshop e sapersi destreggiare con Capture One che per la gestione dei colori è lo standard del settore.Non solo non posso vantare, però, competenze di alto livello, ma non ho ancora fatto il mio Portfolio, quel magico pezzo di lavoro che, alcontrario di un curriculum vitae, non cita età, studi fatti, provenienzageografica. Con un Portfolio ben fatto e validato, potrei accedere inuna posizione junior in uno studio, anche come quello dell’annuncio di cui sopra.Più di 10 milioni di follower su Instagram,più dell’ultima ammiraglia ipertecnologicadei soliti brand, più di complimenti di gentecomune (che sono sicuramente sempre graditi, non fraintendetemi) e anche fotoamatori, prima ancora di espandere imiei orizzonti (come prevedo di fare, primao poi) dotandomi anche di un corpo macchinaMedio Formato, prima e al di là di tutto ciò,la via unica che so essere necessaria per puntare alla professione fotografica è quelladi completare il Portfolio e farlo validare inLetture professionali.ConclusioniDopo aver passato, dal giugno 2018 all’ottobre 2021 mesi su mesi a organizzare, realizzare e sviluppare ritratti, il 2022 sarà l’anno della valutazione del lavoro sin qui fatto. Sarà, con ogni probabilità, un anno tosto, di cambiamento – forse. Non ancora, magari, quello del pieno successo, ma nel complesso di crescita. Non sarebbe affatto male, ci metterei la firma.Auguriamocelo, quindi, un anno che per quanto duro possa essere, ci porti crescita professionale, apertura di orizzonti, sorvolarefrontiere.Auguri!Vi saluto e ci leggiamo al prossimo mese per una nuova meditazione.Nel mentre, state attenti e tenetevi al sicuro! Per Aspera ad Astra!