Siamo giunti a metà mese di Marzo e la mia situazione sanitaria è più congelata che mai.
Dovuto, infatti, all’imperversare attuale del Corona Virus non mi aspetto che io venga chiamato per venire liberato dalla mia colecisti piena di calcoli. Di più, anche se non avessi quel problema, non potrei uscire di casa. Questo perché, stante la situazione, è fatto divieto per chiunque di uscire di casa se non si hanno comprovate motivazioni lavorative, mediche o di approvvigionamento.
La Lombardia, infatti, è attualmente la parte con più casi di contagiati in Europa e le strutture - così come il personale medico - sono messi sotto forte stress. Le sale di rianimazione sono quasi piene, in alcune province periferiche i medici stanno già selezionando l’accesso agli ultimi posti disponibili in base all’età e alla speranza di vita. Chi muore in questo periodo lo fa da solo e i cimiteri sono pieni, tanto che in alcune parti del paese si procede direttamente con la cremazione.
In attesa che il governo centrale riesca a procurare almeno 500 nuovi respiratori e relativo personale atto a farli funzionare e monitorare, è imperativo non avventurarsi fuori, col rischio di venire infettato o di, inconsapevolmente, infettare qualcun altro. Oltretutto vivo con la mia madre di 84 anni ed è mio compito evitarle una polmonite.
Così, chiuso in casa, tranne che per salti al supermercato, mi premuro di mangiare dietetico
e di continuare a praticare in casa la Fotografia, sia proseguendo lo sviluppo dello shooting con Francesca, sia familiarizzando maggiormente con la mia nuova Pentax K 1, la mia prima full frame digitale - di cui probabilmente dirò a parte in un altro post.
Di sicuro ci vorrà ancora del tempo prima che la situazione in regione e nella nazione ritorni gestibile. La mia operazione per la colecisti, presumo, verrà spostata alla prossima estate, e poi rimane comunque il resto d’Europa che ancora deve arrivare al punto in cui siamo qui noi (e ci arriverà, eccome!) e superarlo, prima che si possa tornare a una qualsiasi “normalità”.
Noi comunque qui si continua a prepararci e ad attrezzarci per quanto si potrà tornare fuori, incontrare persone senza temere nulla.
A presto quindi.
Per Aspera ad Astra et
Ad Majora!