Nuovo account Instagram: fcphotography2023
Ben ritrovate e ritrovati
in questo mio annuncio riguardante
l’hacking del mio vecchio profilo
Instagram e le contromisura che ho
messo in campo per poter continuare
a usare questa applicazione di META.
Come mai lancio un nuovo account?
Che fine ha fatto il precedente?
Rispondo a entrambe le domande
affermando semplicemente che
se si vuole proprio, rientrare in
possesso di un profilo instagram
hackerato è possibile. Sì, proprio
così, ma alla condizione di avere
tempo (e voglia) di stare a fare
per 20 o 25 volte un video selfie.
Dopo di ciò, si ha la possibilità
di accedere all’account
trafugato, ma poi bisogna
anche agire di gran fretta:
cambiando password,
disconnettendo i device
connessi (uno dei quali
dovrebbe essere quello
da cui l’hacker ha avuto
accesso al nostro account),
ottenere codici di back up
e attivare laautentificazione
a due fattori.
Tutto ciò,in corsa contro
l’hacker che, non appena
riceverà l’avviso da Instagram
che noi stiamo tentando di
rientrare nel nostro account,
proverà in tutti i modi a
buttarci di nuovo fuori.
Si può fare questa vita?
Soprattutto se, pur non guadagnando,
ancora nulla dalla propria Fotografia,
si è comunque stabilito un giorno fisso
della settimana in cui condidere e
questo pone in sè una deadlinei?
No, non si può e questo con mille
ringraziamenti al team di Instagram
che ha tolto la possibilità di
contattare una persona fisica,
almeno, gratis.
Si perché se uno avesse, che so io,
una qualche pubblicità attiva su
Facebook, lì, cliccando sulla
assistenza, la possibilità di
parlare con qualcuno di Meta
che non sia un algoritmo ci
sarebbe pure.
Per tutti gli altri
e molti praticanti di Fotografia
fra questi. resta solo l’opzione di
creare un nuovo account, mentre
si continua a segnalare e a far
segnalare il vecchio profilo.
Quindi, ci vediamo - se volete -
sul mio nuovo account instagram
fcphotography2023 per il
proseguo del mio percorso
fotografico.
Per Aspera ad Astra!
Health News, la terza settimana di allenamenti, risultati
Ben tornate e ben tornati a questo resoconto di un’altra settimana di attività motoria.
In questi sei giorni ho percorso circa 51,5 chilometri complessivi con un totale di oltre 90.000 passi. In questo tempo e lungo questi esercizi i minuti di attività intensa durante la settimana sono stati 835, con il battito cardiaco che è variato fra i 49 battiti al minuto, a riposo, e in media - durante le camminate - il battito medio si è attestato in un range fra i 105 e i 118 battiti al minuto.
Tenete conto che, ovviamente, le mie camminate avvengono a passo alquanto sostenuto: i miei 6, 8 o 10 chilometri al giorno di camminate li faccio in un tempo che va dall’ora all’ora e venti.
Potrei fare di meglio? Senza ombra di dubbio, ma non col caldo che ha fatto la settimana scorsa. Prevedo, quindi, che dall’autunno in poi, potrò migliorare le mie prestazioni. Dopotutto lo vedevo anche durante l’attività di sabato 15, quando la giornata era già più fresca rispetto ai giorni precedenti: in buona parte del percorso i miei battiti cardiaci restavano sotto i 100 al minuto, cosa che non avevo mai visto accadere precedentemente. Fare attività fisica col caldo, decisamente, richiede qualche prudenza in più.
Dopotutto, avendo iniziato a fare attività aerobica solo in luglio, dopo anni in cui non mi muovevo, per non parlare dei mesi di lock down, e poi ancora il mese di riposo forzato dovuto alla asportazione della mia cistifellea, ci sta iniziare più blandi per mirare a intensificare gli sforzi quando le giornate torneranno a rinfrescarsi.
Così, sono dimagrito di altri due etti per fermarmi a quota 76,5 kg, un dimagrimento minore rispetto alle settimane precedenti, ma bisogna considerare che il periodo in questione ha visto anche la celebrazione dell’onomastico di mia sorella e la visita di un mio nipote.
La dieta è stata, quindi, alquanto più ricca. La notizia è quindi che sono potuto tornare a fare pranzi familiari, per quanto con maggiore attenzione agli ingredienti (continuo a non mangiare fritti, insaccati grassi, tolgo il grasso dal prosciutto crudo e non bevo alcolici, etc.) e che il mio fegato non si è lamentato, nè mi ha fatto passare notti insonni.
Vedremo, la prossima settimana (che completerà il primo mese di camminate quotidiane), come andrà e intanto vi rimando a prestissimo, domani in effetti, per un nuovo appuntamento col mio shooting fotografico con la bella e brava Jessica Bianco.
A presto!
Per Aspera ad Astra!
Health News - la seconda settimana di allenamenti - risultati
Benvenute e benvenuti a questo report dei risultati ottenuti durante la scorsa settimana di camminate e work-out in casa.
Nel complesso ho percorso, in sei mattinate su 7, 51,54 km. In quell’ora e un quarto o più di camminata ho tenuto un passo medio di 17 camminando a una velocità media di 5,6 km/h.
Sotto sforzo ho mantenuto un battito cardiaco medio di 108 battiti al minuti, con punte sino a 130, mentre a riposo (di notte) il mio cuore è arrivato a battere sino a un confortante 45 battiti al minuto, meglio dei 49 della settimana precedente.
L’attività fisica, quindi, ha cominciato a pagare. Ciò viene confermato anche dal mio peso che è sceso nuovamente (seppure di poco): dai 77,3 kg ai 76,9
Certo, il lavoro fatto sino a qui non basta, devo continuare con queste ore di allenamento, a casa e fuori casa. Nessuno mi darà mai una pensione, è meglio quindi che mi tenga in salute, quanto più possibile.
Poi, camminare, faticare, sudare, aiuta anche ad abbattere il livello di stress che vivo, quello che mi regalò l’ipertensione arteriosa nel 2013, e lo “scherzo” dei calcoli alla cistifellea, probabilmente.
Camminare aiuta la digestione. Camminare aiuta il pensiero e cose, progetti, prospettive - fotografiche e non solo - sono attualmente in fase di cottura nel gran calderone della mia mente camminante.
Ve ne parlerò a tempo debito, non temere.
Per ora è tutto. Vi saluto calorosamente e vi invito ai prossimi post fotografici che inizieranno domani, con la seconda parte del mio shooting con miss Jessica Bianco!
Per Aspera Ad Astra!
Health news - la prima settimana di allenamenti, risultati
Benvenute e Benvenuti!
Questa settimana ho dedicato un’ora o più di tempo, a camminate lungo il Canale della Martesana, sei mattine su sette. Avevo iniziato anche la settimana precedente, ma sia con minore costanza, distanza coperta e senza il tracciamento effettuato dal mio smart-watch Garmin.
Ora ho qualche dato iniziale, interessante da riportare. L’attività, devo dire, mi sta sicuramente facendo bene: ho percorso 49 km complessivi, con una media di oltre 13.000 passi al giorno. Ciò, oltre alle mie sessioni quotidiane di work-out che porto avanti dal 2016 costantemente mi hanno portato a pesare 77,1 kg, circa cinque chili meno da quando ho cominciato ad avere le prime coliche biliari lo scorso autunno. Questo è già un primo, positivo, risultato.
Un altro dato positivo è riscontrare che i miei battiti cardiaci a riposo possono arrivare a scendere sino ai 51 battiti al minuto, né si denotato picchi preoccupanti in nessuna situazione, di sforzo o di riposo. Vero è che, come mi disse un infermiere, mentre mi operavano: avevo mantenuto per tutto il tempo i 60 battiti al minuto, ma non immaginavo un risultato simile!
Evidentemente avere fatto per quattro anni e mezzo quelle sessioni, mattutine e serali, di flessioni, addominali e piegamenti sulle gambe, eseguite sei giorni su sette, sempre e comunque, qualcosa di buono l’hanno ottenuto.
Poi, poi c’è il bene psicologico che fa potersi dedicare un’ora (e più) al giorno a un’attività costante e moderatamente aerobica, con quel po’ di Natura che offre il percorso lungo il Canale della Martesana, di cui qui sto condividendo i veloci scatti realizzati col mio Samsung S9+.
Decisamente, queste attività devono continuare e devo ancora familiarizzarmi a sufficienza col mio smart-watch per fargli registrare anche le secessioni di work-out, così avrò dei risultati e dei parametri ancora più accurati.
Non miro certo a diventare un’atleta, sia inteso, queste camminate ed esercizi quotidiani devono servire a mantenermi tonico, attivo, positivo e capace di mangiare più o meno tutto quanto un iperteso come me può mangiare.
Ne trarranno vantaggio anche le mie attività fotografiche, vedrete!
Alla prossima, quindi,
Per Aspera ad Astra!
Problemi di salute 8 - a un mese dall'operazione
Ben trovate e trovati in questo momento di narrazione sulla mia situazione di salute.
Passò, oramai, un mese dal mio intervento di asportazione della cistifellea ed è bene fare un riassunto di come è andata (brevemente) sia nella quasi settimana di degenza che nel primo mese post operazione. Questo perché per il problema che ho avuto, si sa, l’obiettivo finale è riuscire a recuperare il più possibile la capacità di nutrirsi normalmente – senza per questo cadere in altri problemi quali: diabete, obesità, acuirsi dei problemi cardio circolatori che già mi affliggono.
Andiamo, però, con ordine, un passo alla volta.
La settimana di degenza al San Raffaele e l’operazione
Dopo aver fatto lunedì 1° giugno gli esami di pre-ricovero, il mercoledì successivo sono stato ricoverato nel reparto chirurgia del San Raffaele. Era il 3 giugno, il giorno del mio compleanno. Un modo particolare di festeggiare, ma visto e considerato quello ero ridotto a mangiare nelle settimane precedenti (e senza avere l’assoluta garanzia che non avrei avuto altre coliche biliari), ho accolto volentieri l’opportunità.
Certo, il clima monsonico e alquanto fresco di quei giorni non ha granché aiutato, né l’umore, né la mia spalla destra che in breve cominciò a dolermi, al livello del trapezio.
In quel periodo di ricovero ho avuto la conferma (dopo una gastroscopia) che i calcoli non erano migrati nel coledoco e quindi quel che avrei dovuto affrontare era una semplice laparoscopia. Inoltre, controllato sempre sia per temperatura che per pressione, mi hanno trovato ipoteso sino a un picco di 99 con 57, a quel punto non ho più dovuto prendere le mie pillole per la pressione sino al ritorno a casa. Un punto che spingerebbe ulteriormente per fare – finalmente – quell’esame al cuore al Monzino che attende dal 2016. Vedremo quando potrò farlo.
Per il resto è stata una tranquilla degenza, certo, protrattasi oltre le attese a causa dell’affollamento delle sale operatorie. Mi avrebbero potuto operare il venerdì della settimana di ricovero, ma fra l’operazione precedente la mia andata per le lunghe e l’arrivo di diversi casi di traumatizzati da operare d’urgenza, son dovuto rimanere lì in ospedale anche durante tutto il fine settimana per poi finire sotto i ferri la mattina di lunedì.
Cosa che, fortunatamente, accadde.
Il giorno dell’operazione, finalmente
Lunedì 8 giugno alle 08:30, venne l’infermiere che mi avrebbe portato in sala operatoria e poi indietro in sala. Ricordo il nome: Mario, a cui faccio ora (più in grado di parlare di quei momenti) i miei ringraziamenti e auguri di buon lavoro.
Dell’operazione, la quale prevedeva un’anestesia generale, non ricordo molto. Solo spezzoni del poco prima e dell’appena dopo.
Mario che mi dice: “Mi spiace ma farà un po’ freddo.” (manco a dirlo, era un’altra giornata di pioggia e fresco, quel lunedì) “qua sotto nelle sale operatorie quando c’è freddo si sente molto freddo.”
Ricordo che mi hanno messo poi sdraiato su un fianco, una posizione di riposo innaturale per me, ma utile all’operazione. Ricordo di aver visto uno spezzone verticale di sala, luci, superfici, strumenti e personale medico. Mi hanno messo addosso gli elettrodi che sarebbero serviti a controllare il mio battito cardiaco. Poi ho dovuto aprire la bocca e ingoiare il boccaglio da cui mi avrebbero insufflato l’anestetico e poi, il buio.
Mi risveglio. Inquadro di nuovo la sala operatoria e il paesaggio di prima. Sento parlare fitto: voci femminili. Chiacchieravano fitto di ricette di biscotti e torte. Mi venne il dubbio: avrò parlato nel sonno sotto anestesia?
Poi mi sento muovere e una voce dietro di me (Mario?) che mi fa: “Impressionante, ma fai sport? Hai mantenuto i 60 battiti cardiaci costanti, per tutta la durata dell’operazione”.
Mi sarebbe piaciuto potergli rispondere qualcosa di sensato, tipo: no, non posso permettermi abbonamenti in palestra, ma faccio quotidianamente work out a casa, mattina e sera, faccio anche le scale a piedi, sempre, anche quando torno dalla spesa con le buste dell’acqua. Temo di non esser riuscito, allora, ad articolare niente di ciò. Beh, l’ho fatto qui, ora.
Dopo l’operazione vengo adagiato sul mio letto in camera, attaccato alla flebo. Poi torno a chiudere gli occhi per riposare.
Il mese post operazione
L’operazione è quindi andata bene, nessuna particolarità diversa dal solito esito mi è stata riferita.
Ho avuto i miei punti nei quattro punti in cui mi hanno forato la pancia, che ovviamente mi hanno dato fastidio per una decina di giorni in seguito. Ancora più fastidioso fu il dolore fra deltoide e trapezio, dovuto – mi hanno detto – all’anidride carbonica che hanno usato durante l’operazione per gonfiarmi il ventre. Questi ultimi dolori hanno continuato a perseguitarmi sino a quando, qui, non è scoppiato il caldo afoso, verso fine giugno.
Per il resto, ho dovuto continuare a tenere una dieta rigida (come quella delle ultime settimane prima dell’operazione) e riposo per un mese. Ho dovuto quindi interrompere per un lungo tempo i miei allenamenti quotidiani.
Periodo che si è da poco concluso (fortunatamente)
Il dubbio cocente che mi ha assillato a un certo punto fu: come procedere dopo il primo mese in merito alla dieta? L’unica indicazione chiara era: introdurre alimenti gradualmente. Senza però dire quali, quando, come, eccetera.
Cominciare con i formaggi più stagionati o più grassi come la mozzarella di bufala?
Ripartire dalle uova? Forse dal prosciutto cotto?
Certo, niente fritture per ancora un lungo periodo, ma quando?
E il gelato? Ora che si entra in estate potrò mangiare gelato?
E il cioccolato, il caffè, i cibi piccanti?
Ho cominciato a cercare informazioni su internet e testimonianze di persone che hanno subito la mia medesima operazione, uscendone ancora più confuso di prima.
Questo perché, vedete, i calcoli alla cistifellea (o colecisti) sono molto comuni, ma possono provenire da tante cause. La più diffusa è l’eccesso di colesterolo, la seconda l’eccesso di zuccheri (un diabete insomma). Io, però, non ho mai sofferto di nessuno di questi problemi e di analisi del sangue ne ho sempre fatte, tutti gli anni. Quel che mi è parso di comprendere è che ogni persona reagisce a modo suo.
C’è, per esempio, una buona percentuale di operati di colecistectomia che ingrassano all’inverosimile. C’è chi continua ad avere forti problemi digestivi, con vomito, diarrea e fegato infiammato, per mesi e mesi. Inutile dire che non serve a nulla cercare testimonianze di persone che abitano, ma soprattutto mangiano, fuori Italia. La dieta tipica dell’Italia meridionale che seguo a casa mia, per esempio, ha le sue peculiarità e differenze già con quelle più diffuse nel nord. Per non parlare delle culture alimentari a base di burro e carni bovine e suine, che hanno tutto un altro tipo di problemi da affrontare e da cui si capisce che la loro quasi obbligata opzione è divenire per lo più vegetariani.
Approfondendo, approfondendo, sono venuto alla seguente conclusione.
Considerando il fatto che la cistifellea è un tipo di filtro, che aiuta il fegato a digerire quegli alimenti più difficili, quali grassi, fritture e cibi piccanti, la sua assenza determina un qualche tipo di reset del metabolismo, il quale va riavviato e abituato, gradualmente, a mangiare cibi e tipi di cottura diversi.
In assenza di cistifellea è ora obbligatorio, per me, aggiungere alle meritevoli sessioni quotidiane di work out, anche delle passeggiate – di almeno mezz’ora – a quanto già fatto. La mia capacità di digerire me la forniranno le mie gambe.
Cosa mangiare, cosa reintrodurre prima, non è dato saperlo con certezza. Partendo, però, dalla dieta priva di tutto precedente, posso sperimentare – soprattutto ora che ho cominciato ad allenarmi e a fare camminate – a mano a mano, badando bene a come risponde il mio fegato.
Per dire, nei giorni immediatamente successivi al mio ricovero, quando faceva ancora un tempo piovoso e fresco, mi sono dato di nuovo a fare i biscotti per la mia prima colazione e, senza false modestie, sono rimasto soddisfatto dei frollini all’olio e anice (quindi, senza burro e senza uova) che ho sfornato. La cena del sabato sera è affidata a delle piadine – ancora non me la sento di mandare giù una pizza – ripiene con pecorino, verdura e crudo attentamente privato della parte grassa (in alternativa potrei usare la bresaola), il tutto condito con un giro d’olio.
Invece del gelato, ho acquistato sorbetto nei giorni precedenti. L’ultima volta, però, ho voluto fare un passo oltre, acquistando una vaschetta di gelato basato su latte di mandorla, ai frutti di bosco (ancora non mi azzardo col cioccolato).
Ho ripreso a fare work out, mattina e sera, oltre a camminate (cinque chilometri oggi) solo da due giorni. Lascio passare tutta la prossima settimana e, sì, sabato prossimo farò l’esperimento principe: mi preparerò una pizza. Devo ancora pensare a come condirla, non partirei subito con bufala e crudo, forse mi accontenterò più di una ricotta (ovina) con carciofi e olive. Il tutto, ovviamente, accompagnato sempre e solo da acqua a temperatura ambiente. Non bevo altro, praticamente.
Insomma, tenendomi allenato e attivo, a mano a mano scoprirò cosa potrò fare.
Si tratta di un nuovo inizio, dopotutto.
Questo mi piace e mi dà fiducia.
Ci rivedremo quindi per nuovi aggiornamenti e condivisioni di foto quanto prima!
A presto e – come sempre
Per Aspera ad Astra!
Problemi di Salute 7 – Verso l’operazione
Eppur si muove – ma anche no
Dall’ultimo aggiornamento sulla mia situazione di salute molta acqua è passata sotto i ponti, in parte a perdere. In parte - fortunatamente - no.
Una settimana, circa, dopo aver pubblicato il precedente aggiornamento infatti, vengo raggiunto al telefono dalla mia dottoressa chirurga, la quale mi prospettava la possibilità di effettuare la tanto attesa operazione di asportazione della colecisti per giorno 28 del corrente mese. Avendo avuto, però, un nuovo episodio di coliche biliari, occorreva prima fare al più presto delle nuove analisi del sangue mirate, per appurare se la situazione nel mio apparato intestinale fosse tranquilla, o meno.
Fra l’altro, al tempo di quella chiamata, l’ipotesi era quella di venire operato in una clinica privata esterna al San Raffaele, questo perché al tempo quest’ultimo non era ancora del tutto operativo e le sale di pre-ricovero, soprattutto, non era ancora funzionanti.
Comunque, il mattino dopo questa telefonata mi reco a fare le analisi, il cui referto avrei poi comunicato alla dottoressa la mattina del secondo giorno dopo.
E qui vengono i problemi.
Quelle analisi, difatti, hanno evidenziato che non tutto era a posto nel mio apparato digerente. Soprattutto, avevo ancora un eccesso di bilirubina in circolo, sebbene in bassa quantità (se penso ai risultati delle analisi del sangue successive alla mia quarta crisi biliare, poi…) eppur presente.
Quindi la finestra di opportunità per venire operato giorno 28 è saltata.
Il limbo
“Non si preoccupi” mi disse la chirurga “se non la operiamo il 28, di certo ce la facciamo per la prima decade di giugno”. Senza, però, specificare esattamente il giorno.
“Ma non dovrei fare un altro esame? Non una colangiografia?”
“Faremo tutto internamente, quando sarà ricoverato qui.”
Ho passato quindi una settimana o forse dieci giorni senza sapere bene come sarei andato a finire. Non che ci fosse molto altro da fare, in periodo di pandemia, che occuparmi della spesa per la cambusa e continuare a sviluppare quanti più scatti dallo shooting di settembre con Francesca Matisse. Per il resto ho mantenuto la mia dieta stringente, badato a bere quanto più possibile e sempre e solo acqua a temperatura ambiente, fare attenzione alle mie visite al bagno e quale output davano. Continuare la mia pratica quotidiana di ginnastica, mattina e sera: con rilassamento schiena seguito da tre serie ciascuno di addominali alti, bassi, flessioni e piegamenti sulle gambe. Insomma, una vita molto intensa e interessante.
In questo periodo mi sono anche pesato, risultando 78,9kg, dagli 81,1 di un mese prima e dagli 82,3 che avevo prima che mi cominciasse tutta questa trafila di coliche biliari, fra fine ottobre e inizio novembre.
Molto bene, si potrebbe dire. Non proprio, in verità. Con i problemi biliari, infatti, bisogna fare attenzione non solo a non ingrassare, ma anche a non dimagrire troppo e troppo in fretta.
Menomale che tutto questa sta arrivando a una sua fine!
La nuova chiamata dall’ospedale
La mattina di lunedì scorso, infatti, ricevo la telefonata della mia chirurga che mi illustra il nuovo piano: giorno 1 giugno, in mattinata, visita di pre-ricovero ed accertamenti, mentre mercoledì 3 (tanto per festeggiare meglio il mio compleanno…), in mattinata visita dal anestesista e poi dal pomeriggio ricovero per quel che potrebbe essere la sola asportazione della colecisti calcolosa, ma più probabilmente anche la bonifica del coledoco. Il tutto in sede al San Raffaele in cui non so bene se dovrò pernottare una notte o due.
Probabilmente dipende da quante operazioni dovrò subire: due operazioni, due notti ospedalizzato, quindi? Non ne sono ancora certo.
Poi mi dimetteranno e potrò tornare a casa, con la raccomandazione di stare dieci giorni a riposo e alla dieta che mi prescriveranno. Potrò fare i miei esercizi quotidiani? Potrò mangiare qualche di più di qualche frullato?
Bah, si vedrà.
Verso fine giugno, magari, potrò cominciare a reintrodurre alimenti prima intoccabili, quali cioccolato, cibo piccante, caffè. Andando oltre potrò permettermi saltuari assaggi di carne di maiale, diversi tipi di insaccato? Uova? Il tutto a suo tempo e sempre nel complessivo regime ipolipidico di chi, come me, soffre di ipertensione arteriosa.
Concludendo
Ricevuta questa telefonata, mi sono messo sotto – come prima di ottobre 2019 – con lo sviluppo delle fotografie e, entro martedì, dovrei poter ultimare di post produrre le foto del lungo, proficuo e istruttivo shooting fatto con la Matisse. Di cui la penultima puntata andrà su questo sito giorno 1 (nel pomeriggio, ovviamente) e l’ultima, come da programma, giorno 15 – alla fine del mio periodo di riposo forzato.
Sono stato così contento che ho pure prodotto i miei (non primi) biscotti al latte, vaniglia e limone, senza burro e senza uova. Fatti solo di farina, olio di semi, latte magro, zucchero, scorza di limone, lievito per dolci e vanillina. 20 minuti in forno (e neanche) e via. Ne sono uscite fuori ciambelline morbide e abbastanza saporite.
Continua quindi, imperterrito, il mio percorso Per Aspera ad Astra, et Ad Majora!
Problemi di salute 6 - una nuova crisi biliare e ospedali bloccati
La settimana a cavallo dei mesi di aprile e maggio 2020 mi ha visto precipitare di nuovo nei miei problemi di coliche biliari.
Iniziò tutto lo scorso lunedì 27, con l’ultima volta che riuscii ad andare con soddisfazione in bagno. Sarei rimasto costipato poi sino al sabato successivo. Passai martedì e mercoledì senza preoccuparmene più di tanto e in quegli stessi giorni capitò di aver fatto l’errore (in una situazione che già cominciava a precipitare), concedendomi un hamburger di carne di bovino adulto.
Questo non avrebbe avuto immediate conseguenze, se non un inizio di senso di nausea, ancora per quel giorno ancora contenuto. Per la prima volta, però, mi sentii in serata bruciare di lieve febbre, e di fatto al controllo che feci prima di coricarmi risultai avere 37.4.
Il giorno dopo, giovedì, il crollo della situazione subito dopo un pranzo morigerato. Nel pomeriggio, in pieno giorno - seduto alla mia solita poltrona davanti al pc, mentre sviluppavo foto - comincia prima il dolore al petto che cresceva e cresceva. Ci metto poco a riconoscerlo. Per controprova mi sposto sulla sedia, ed ecco sento il dolore trasferirsi alla schiena.
Mi metto subito in allarme. Faccio una sessione dei miei allenamenti quotidiani di ginnastica in casa. Provo a liberarmi in bagno. Passa un’ora e niente. Non so da dove, però mi si accende una illuminazione: vado in cucina e mi bevo un bel bicchiere di acqua a temperatura ambiente.
Questo cambia la situazione in breve tempo. Cammino avanti e indietro nel corridoio di casa ancora un paio di volte e sento il dolore recedere. Mi risiedo al pc, per verifica. Sì, il dolore acuto se ne era andato. Le conseguenze però da quel momento in poi avevano solo cominciato a manifestarsi.
La nausea a quel punto era diventata una presenza costante. Le mie urine tornarono a colorarsi di un saturato giallo, la febbre anche quel pomeriggio sale velocemente da 37.2 a 37.4.
Ho pensato di sentire la mia dottoressa chirurga, quella che mi ha preso in incarico al San Raffaele e mi ha messo lì in lista d’attesa per l’operazione, ma era giovedì pomeriggio tardi, prima del Primo Maggio. Non ci sarebbe stata alcun consulto medico quindi per quel resto di settimana.
Ne sono uscito, piano piano, modificando di nuovo le mie abitudini alimentari. In primis, via l’acqua fredda da frigorifero, da allora ho cominciato a bere sempre e solo acqua a temperatura ambiente. Ho detto addio a gran parte dei farinacei che, seppure integrali o fatti da me, senza burro e uova, mi portavano nausea. Inaugurai quindi colazioni e tè pomeridiani senza alcun accompagnamento di biscotto o torta fatta da me.
Ho avuto la cena del sabato sera e il pranzo della domenica mattina più dietetici di sempre. Riso e minestroni sono stati la mia dieta (a parte tanta, ma tanta, frutta).
Così la febbre è scomparsa. Sabato mattina riprendo ad avere una qualche regolarità di stomaco, la nausea è andata scendendo, prima manifestandosi solo durante i pasti. Poi niente del tutto. Solo poco fa, ho avuto un episodio di diarrea, spero l’ultimo.
Lunedì mattina comunico con una mail alla mia dottoressa chirurga, questo medesimo resoconto. Le chiedo 1. se ritiene sia il caso che io faccia nuove analisi. 2. se l’ospedale aveva ripreso a gestire anche gli altri casi di salute, non relativi a pneumologia. La risposta la ritrovai il mattino seguente, con due bei no.
Non è il caso che faccia altre analisi. No, l’ospedale è ancora bloccato. Nel caso dovessero ripresentarsi forti dolori al petto e schiena, venga al pronto soccorso.
Così sto, privo di pane e derivati del grano, chiedendomi come farò a sopravvivere in questo modo sino a fine pandemia. Ciò in quanto ho anche la fortuna di vivere nella regione più colpito in Italia e in Europa dal Coronavirus e che probabilmente l’ha gestita peggio.
Fortunatamente,
ho la mia Fotografia da portare avanti: scatti da sviluppare, nuova attrezzatura da acquisire, lezioni e tutorial on line da seguire, nuovi shooting da immaginare. Queste sono le mie luci in questi giorni.
Questo è quanto,
con speranza di potervi fornire migliori notizie la prossima volta,
vi saluto!
Problemi di salute 5 - Primi giorni di primavera virulenta
Ben tornati!
In Lombardia si continua a combattere con l’epidemia di Coronavirus. Tutti gli sforzi medici ed istituzionali sono volti a questa battaglia. Poco fa sono usciti i numeri aggiornati a oggi di contagi, ricoveri, guariti e morti e si segnala un primo miglioramento da che è iniziato tutto questo macello.
Essendo però la natura del mondo in cui viviamo sempre complessa e plurisfaccettata, questo notizia viene insieme con la mia scoperta - per la primissima volta - che vi sarebbe un focolaio di contagio a Bresso, paese a neanche 10 km di distanza da dove abito. In più la stessa Cologno Monzese, comune dove abito con la mia madre ottantaquattrenne e il gattone bisbetico che vi ho già mostrato, annovera 144 casi di Covid-19.
Così, domani, avendo in programma una missione per portare mia madre in banca e aiutarla ad effettuare un paio di bonifici non prorogabili, partiremo con tutti i mezzi protettivi di cui disponiamo (maschera e disinfettante per mani) e l’uscita finirà lì, sperando che tutte le precauzioni che potremo prendere, prima, durante e dopo, bastino a non farle prendere una brutta polmonite.
Nel frattempo, come ogni anno succede, è tornata la primavera. I giardini tornano a fiorire, e il gattone di casa frequenta più spesso la mia camera, sfruttando di più il davanzale che ho davanti a me. Peccato che da domani si attendono diversi giorni di tempo più invernale, con un crollo delle temperature fino a 10 gradi. (a proposito di natura complessa e plurisfaccettata della realtà). Anche per quello dovremo fare maggiore attenzione.
Attenzione che dovrò seguire anche sul piano alimentare nei prossimi giorni. La pizza qua sopra riportata infatti era la prima dalle ultime mie crisi biliari. Fatta per terminare alcune scorte di prosciutto che avevamo preso precedentemente e non volevamo buttare. Considerata come cosa sufficientemente sicuro contando i quasi due mesi di dieta molto attenta trascorsi. Difatti la notte scorsa è passata tranquilla. Peccato per un lieve, ma comunque percepibile, mal di schiena a livello del diaframma con cui mi sono svegliato. Certo, non appena mi sono rimesso in moto è passato, ma lo prendo come ammonimento della colecisti.
Cosa che comunque ho cominciato a fare già questo pomeriggio quando mi sono messo a produrre la mia nuova torta dietetica per la colazione. Per il resto, insalate e passate di verdure mi rimetteranno in sesto nei prossimi giorni.
Così come lo farà (moralmente) il tornare domani a condividere foto dal modelshoot realizzato con Francesca Matisse. Così come il continuare a sviluppare nuovi scatti.
Aspettatevi quindi, domani, novità su questo blog.
A presto e
Ad Majora!
Problemi di salute 4 - La situazione durante la crisi del Covid 19
Siamo giunti a metà mese di Marzo e la mia situazione sanitaria è più congelata che mai.
Dovuto, infatti, all’imperversare attuale del Corona Virus non mi aspetto che io venga chiamato per venire liberato dalla mia colecisti piena di calcoli. Di più, anche se non avessi quel problema, non potrei uscire di casa. Questo perché, stante la situazione, è fatto divieto per chiunque di uscire di casa se non si hanno comprovate motivazioni lavorative, mediche o di approvvigionamento.
La Lombardia, infatti, è attualmente la parte con più casi di contagiati in Europa e le strutture - così come il personale medico - sono messi sotto forte stress. Le sale di rianimazione sono quasi piene, in alcune province periferiche i medici stanno già selezionando l’accesso agli ultimi posti disponibili in base all’età e alla speranza di vita. Chi muore in questo periodo lo fa da solo e i cimiteri sono pieni, tanto che in alcune parti del paese si procede direttamente con la cremazione.
In attesa che il governo centrale riesca a procurare almeno 500 nuovi respiratori e relativo personale atto a farli funzionare e monitorare, è imperativo non avventurarsi fuori, col rischio di venire infettato o di, inconsapevolmente, infettare qualcun altro. Oltretutto vivo con la mia madre di 84 anni ed è mio compito evitarle una polmonite.
Così, chiuso in casa, tranne che per salti al supermercato, mi premuro di mangiare dietetico
e di continuare a praticare in casa la Fotografia, sia proseguendo lo sviluppo dello shooting con Francesca, sia familiarizzando maggiormente con la mia nuova Pentax K 1, la mia prima full frame digitale - di cui probabilmente dirò a parte in un altro post.
Di sicuro ci vorrà ancora del tempo prima che la situazione in regione e nella nazione ritorni gestibile. La mia operazione per la colecisti, presumo, verrà spostata alla prossima estate, e poi rimane comunque il resto d’Europa che ancora deve arrivare al punto in cui siamo qui noi (e ci arriverà, eccome!) e superarlo, prima che si possa tornare a una qualsiasi “normalità”.
Noi comunque qui si continua a prepararci e ad attrezzarci per quanto si potrà tornare fuori, incontrare persone senza temere nulla.
A presto quindi.
Per Aspera ad Astra et
Ad Majora!
Problemi di salute 3 - La schiarita
Le mie peripezie causate da calcoli biliari non sono ancora finite, ma oggi posso sicuramente guardare all’attesa che mi devo sorbire senza i patemi che vivevo quando scrivevo il precedente aggiornamento.
Dopo aver sudato alquanto per trovare un luogo ove fare la Risonanza Magnetica per colangiografia che necessitavo, la fortuna mi ha arriso e sono riuscito a ottenere questo esame, il quale ha rivelato che - a parte la mia solita colecisti calcolotica - le altre vie biliari sono pulite. Solo la milza appare lievemente ingrossata, forse a causa delle 4 coliche in tempo ravvicinato che ho avuto.
Ciò implica che non dovrò affrontare ulteriori interventi. Nessuna bonifica (che sarebbe stata alquanto invasiva) dovrò affrontare.
Quanto a cosa mi è successo dopo l’ultima crisi, a quanto pare, il grande calcolo da 1 cm che ostruiva la mia colecisti è migrato per tutto il coleodoco ed è fluito via. Essendo un pezzo di pietra bello grosso, nel suo passaggio, mi ha causato una specie di travaso di bile, che finì nel sangue e da lì poi nelle mie urine, per una decina di giorni, oltre alla lieve febbre che ebbi inizialmente. Qualcosa di spiacevole, ma con un esito finale positivo.
Ora, informato il mio chirurgo, non mi resta che attendere la telefonata che mi faranno per darmi l’appuntamento per il prericovero. Una colecisti è sicuramente ancora da togliere, ma resta sempre quel tipo di intervento poco invasivo, eseguito di frequente e con bassi rischi per il paziente.
Certo, ancora devo considerare come veleno roba come cioccolato, caffè, fritture (nel periodo di Carnevale…) cibi e ingredienti piccanti, alcolici e ciò sarà finché non mi opereranno oltre che anche per circa due settimane dopo l’intervento. Passerà, però, passerà tutto questo e potrò tornare ad addentare la vita… come un iperteso può fare. Certo, non un iperteso sedentario, questo è un impegno che devo prendere come me stesso.
Non so e nemmeno il mio chirurgo sa, quando verrò chiamato per l’intervento. Non so predire nemmeno se si tratta di un’attesa di settimane o mesi. In ogni caso, dover attendere ora mi pesa meno e posso farlo serenamente. Quando saprò la data dell’intervento, la comunicherò.
Fino ad allora, quindi, vi saluto e vi rimando
al prima possibile e
sempre
Ad Majora!
Problemi di salute 2 - la trama si infittisce
Novità si sono manifestate in questo periodo, fra l’ultimo post riguardo alla mia situazione di salute e ieri.
Ho avuto la visita chirurgica. Ho informato il mio chirurgo di tutta la mia situazione, stato febbrile e urine scurite dopo l’ultimo episodio di colica biliare inclusi. In seguito a ciò, mi sono state prescritte le ennesime analisi del sangue.
Fatte queste nel minimo tempo possibile, ne ho avuto dei “bellissimi” risultati. Non vi tedierò con dettagli, ma a quanto pare ho valori di transaminasi fuori scala, oltre alla tipica bilirubina elevata da persona afflitta da problemi biliari. Quando affermo “fuori scala” intendo che mentre il valore massimo di tutti i vari tipi di transaminasi dovrebbero tenesi sotto una certa cifra nelle decine, i miei valori attuali volano sulle centinaia.
A questo punto, come anche il mio chirurgo ha affermato, non si tratta più di un semplice problema di colecisti da asportare. Ora ho anche il coledoco (il condotto che collega fegato a intestino) ostruito e l’intervento da fare in questo caso è alquanto più invasivo e complicato.
Innanzitutto va in primis visualizzato quel collegamento fra il mio fegato e il mio duodeno con una risonanza magnetica per colangiografia rm. Prenotare questo esame è stato però complesso. Inizialmente mi sono trovato davanti a liste d’attesa infinite. Il numero verde regionale per le prenotazioni quasi inservibile. ho scoperto che gli ospedali non accettano prenotazioni via telefono in questi casi, dovevo recarmi di persona agli sportelli.
Che poi di persona mi sono recato in uno di questi ospedali, e dopo un discreto viaggio, mi sono sentito dire che non avevano posto sino a dicembre 2020.
E intanto la mia transaminasi balla.
Fortunatamente, ho un parente stretto radiologo. Questo piccolo ostacolo che rischiava di farmi macerare per mesi, peggiorando via via la mia salute, verrà saltato a piè pari la settimana prossima.
Dal risultato di questo esame, vedrà poi il mio chirurgo come e quando operarmi.
E questo è quanto ora so e posso dirvi delle mie traversie di salute.
Produrrò un altro aggiornamento come le novità giungeranno a un qualche senso e completezza.
Per il momento vi saluto!
A presto e
Ad Majora!
Situazione attuale e propositi per il 2019
Bentornati in queste pagine che ricomincio a riempire dopo la pausa delle festività natalizie.
Il 2019 è appena cominciato dopo un fine anno pieno di impegni, previsti ed imprevisti, che mi hanno riempito l’hard disk di una montagna di nuovi scatti da sviluppare, due corpi macchina da portare in assistenza per le pulizie annuali che avrei dovuto fare il mese scorso, e un un poco di convalescenza che a, dirla tutta, è bene che mi prenda pure io.
Nel frattempo, da lunedì prossimo comincio, a condividere (a puntate o interamente) gli shooting effettuati a partire da dicembre scorso, mentre riprenderò da venerdì prossimo la pubblicazioni delle mie “panoramiche” sul mondo della Fotografia.
Più in generale, dato che la manutenzione della mia attrezzatura fotografica è stata posticipata a questo mese, la quale quindi si accavalla ad altre spese obbligate e non rinviabili di inizio anno, temo proprio che non potrò partecipare come avrei voluto al secondo modulo del corso di Fotografia di Moda con Nicola Casini, in partenza il mese prossimo. Purtroppo, se non arrivano lavori o commissioni le mie risorse sono perciò sempre molto limitate.
Pazienza, vorrà dire che mi terrò pronto per un workshop, sempre organizzata in Bottega Immagine, nei prossimi mesi sul nudo artistico.
Difatti, durante le mie recenti esperienze fotografiche, ho avvertito che torno con troppa facilità sul ritratto stretto: quel campo che oramai conosco abbastanza, sia in fase di scatto che di sviluppo. Avverto la necessità di esplorare a fondo la figura intera, per arrivare a sapermi rapportare in ogni fase di un progetto fotografico, al meglio. Imparando le basi, prima, sperimentando poi.
Questo 2019, oltretutto, è l’anno del centesimo anniversario del brand di materiale fotografico che utilizzo, la Pentax. In novembre 1919, infatti, veniva fondata - da Kumao Kajiwara - la Asahi Kogaku Goshi Kaisha, in Toshima, alla periferia di Tokio, quella che negli anni ‘60 - e per ben precise ragioni di successo tecnico - prenderà il nome di Pentax. Molto dello sviluppo tecnico del formato macchina appartenente alla categoria delle reflex a lente singola fu dovuta alle innovazioni introdotte da questo brand. Negli anni ‘60 fu proprio Pentax, a partire dalla Spotomatic (1964) a decretare il successo delle fotocamere 35mm reflex e divenne un fenomeno di costume, tanto che anche star della musica come i Beatles si facevano fotografare spesso mentre brandivano queste macchine fotografiche. Da quel momento in poi l’industria fotografica giapponese sorpassò nelle vendite quella dei classici maestri tedeschi ed europei. Un bel risultato per un’industria che a fine Seconda Guerra Mondiale era stata rasa quasi totalmente al suolo dai bombardamenti della USAF.
Questo valga solo come assaggio di quanto e tanto parlerò, a suo tempo, di questo marchio che ha fatto la Storia della Fotografia.
Ma tornando a tempi più prossimi e a questo sito, fra le cose che devo fare c’è anche il tornare ad ottimizzare il funzionamento di questo sito stesso. Non mi piace come vengono ingrandite le immagini, almeno nel browser che uso. Il collegamento con i social è perfettibile, e un refresh del look può sempre tornare utile.
Passato questo mese di gennaio, in cui sia io che la mia attrezzatura fotografico dovremo “manutenerci”, conto di tornare a vagliare possibilità di collaborazioni con modelle. Quest’anno però voglio usare di più scatti al chiuso, in studio: con strobi e fondali, così come in appartamento, con luce naturale. Un Portfolio, dopotutto, deve dimostrare esperienza in ambienti e condizioni di illuminazione differenti.
E questo è quanto, per ora.
Restate sintonizzati su questo blog, per vederne sempre delle belle!
A presto!
Aggiornamenti e Auguri
Ben trovati a questa sostanziale errata corrige con auguri in fondo.
Avevo detto, infatti, in questo post precedente che mi aspettavano tre shooting in trenta giorni, una quantità quasi aurea per la mia gestione del tempo. Ebbene, altro è saltato fuori e non parlo solo della sessione di scatto a sorpresa che ho avuto con Alessia Petrini, ma anche del fatto che giorno 29 sarò secondo fotografo in un matrimonio che si svolgerà fra la provincia di Milano e la città stessa.
Questa è sicuramente una buona notizia (il secondo matrimonio in un anno che fotografo), ma è anche una discreta sfida sia per gli scatti da fare (il luogo della cerimonia, infatti, sembra essere molto buio), quanto per la quantità di foto che dovrò sviluppare durante il mese successivo.
Sono, però, queste sfide costruttive e foriere di futuri ingaggi. In seguito a ciò, il pur avviato programma che avevo in mente di iniziare a pubblicare una nuova panoramica in tre puntate (sullo sviluppo fotografico in digitale e in analogico) verrà inviato al primo venerdì dell’anno che verrà. Nuovi annunci di shooting, se capitano, verranno invece pubblicate qui regolarmente.
Vero è che in questo periodo sarebbe stato consigliabile prendere una pausa e portare le mie due Pentax K3 in laboratorio per un servizio di pulizia sensore (un fotografo che affronta servizi fotografici irripetibili e auspicabilmente remunerati, non può permettersi contrattempi, la manutenzione quindi è importante tanto quanto la ridondanza degli strumenti che mette in campo per svolgere il proprio lavoro. Altro motivo che si somma alla montagna di altri per cui pagare un fotografo è sempre giusto), è vero anche che un mese in più o in meno non comporta problemi e quel periodo di pausa me lo prenderò in gennaio, pazienza.
Siamo arrivati a questo 24 dicembre, in cui vi porgo i miei più luminosi auguri di Serene feste, qualsiasi sia la compagnia e il contesto in cui vi troverete!
A presto e
Ad Majora!
Benvenuti
Ciò ha reso solo più difficile orientarsi e anche arrivare a farsi una carriera nel settore. Vecchi sbocchi professionali non forniscono più un reddito, qualcuno di nuovo promette di potersi creare un proprio spazio. I produttori di smartphones minacciano di sostituire le macchine fotografiche, e io sto seguendo un corso di fotografia analogica (quella con i vecchi rullini e sviluppo in camera oscura) con macchine a medio e grande formato.
Come ci si può raccapezzare in tutto questo concerto disarmonico?
Provate a seguirmi e una traccia ve la fornirò.
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