Problemi di salute 8 - a un mese dall'operazione

Ben trovate e trovati in questo momento di narrazione sulla mia situazione di salute.

Passò, oramai, un mese dal mio intervento di asportazione della cistifellea ed è bene fare un riassunto di come è andata (brevemente) sia nella quasi settimana di degenza che nel primo mese post operazione. Questo perché per il problema che ho avuto, si sa, l’obiettivo finale è riuscire a recuperare il più possibile la capacità di nutrirsi normalmente – senza per questo cadere in altri problemi quali: diabete, obesità, acuirsi dei problemi cardio circolatori che già mi affliggono.

Andiamo, però, con ordine, un passo alla volta.

La settimana di degenza al San Raffaele e l’operazione

Rainy view from my hospital chamber BW; ph: Francesco Coppola

Rainy view from my hospital chamber BW; ph: Francesco Coppola

Dopo aver fatto lunedì 1° giugno gli esami di pre-ricovero, il mercoledì successivo sono stato ricoverato nel reparto chirurgia del San Raffaele. Era il 3 giugno, il giorno del mio compleanno. Un modo particolare di festeggiare, ma visto e considerato quello ero ridotto a mangiare nelle settimane precedenti (e senza avere l’assoluta garanzia che non avrei avuto altre coliche biliari), ho accolto volentieri l’opportunità.

Certo, il clima monsonico e alquanto fresco di quei giorni non ha granché aiutato, né l’umore, né la mia spalla destra che in breve cominciò a dolermi, al livello del trapezio.

In quel periodo di ricovero ho avuto la conferma (dopo una gastroscopia) che i calcoli non erano migrati nel coledoco e quindi quel che avrei dovuto affrontare era una semplice laparoscopia. Inoltre, controllato sempre sia per temperatura che per pressione, mi hanno trovato ipoteso sino a un picco di 99 con 57, a quel punto non ho più dovuto prendere le mie pillole per la pressione sino al ritorno a casa. Un punto che spingerebbe ulteriormente per fare – finalmente – quell’esame al cuore al Monzino che attende dal 2016. Vedremo quando potrò farlo.

Per il resto è stata una tranquilla degenza, certo, protrattasi oltre le attese a causa dell’affollamento delle sale operatorie. Mi avrebbero potuto operare il venerdì della settimana di ricovero, ma fra l’operazione precedente la mia andata per le lunghe e l’arrivo di diversi casi di traumatizzati da operare d’urgenza, son dovuto rimanere lì in ospedale anche durante tutto il fine settimana per poi finire sotto i ferri la mattina di lunedì.

Cosa che, fortunatamente, accadde.


Il giorno dell’operazione, finalmente

Surgery hhappened, hurray!; ph: Francesco Coppola

Surgery hhappened, hurray!; ph: Francesco Coppola

Lunedì 8 giugno alle 08:30, venne l’infermiere che mi avrebbe portato in sala operatoria e poi indietro in sala. Ricordo il nome: Mario, a cui faccio ora (più in grado di parlare di quei momenti) i miei ringraziamenti e auguri di buon lavoro.

Dell’operazione, la quale prevedeva un’anestesia generale, non ricordo molto. Solo spezzoni del poco prima e dell’appena dopo.

Mario che mi dice: “Mi spiace ma farà un po’ freddo.” (manco a dirlo, era un’altra giornata di pioggia e fresco, quel lunedì) “qua sotto nelle sale operatorie quando c’è freddo si sente molto freddo.”

Ricordo che mi hanno messo poi sdraiato su un fianco, una posizione di riposo innaturale per me, ma utile all’operazione. Ricordo di aver visto uno spezzone verticale di sala, luci, superfici, strumenti e personale medico. Mi hanno messo addosso gli elettrodi che sarebbero serviti a controllare il mio battito cardiaco. Poi ho dovuto aprire la bocca e ingoiare il boccaglio da cui mi avrebbero insufflato l’anestetico e poi, il buio.

Mi risveglio. Inquadro di nuovo la sala operatoria e il paesaggio di prima. Sento parlare fitto: voci femminili. Chiacchieravano fitto di ricette di biscotti e torte. Mi venne il dubbio: avrò parlato nel sonno sotto anestesia?

Poi mi sento muovere e una voce dietro di me (Mario?) che mi fa: “Impressionante, ma fai sport? Hai mantenuto i 60 battiti cardiaci costanti, per tutta la durata dell’operazione”.

Mi sarebbe piaciuto potergli rispondere qualcosa di sensato, tipo: no, non posso permettermi abbonamenti in palestra, ma faccio quotidianamente work out a casa, mattina e sera, faccio anche le scale a piedi, sempre, anche quando torno dalla spesa con le buste dell’acqua. Temo di non esser riuscito, allora, ad articolare niente di ciò. Beh, l’ho fatto qui, ora.

Dopo l’operazione vengo adagiato sul mio letto in camera, attaccato alla flebo. Poi torno a chiudere gli occhi per riposare.

Il mese post operazione

Frollini all'olio e all'anice hand made; ph: Francesco Coppola

Frollini all'olio e all'anice hand made; ph: Francesco Coppola

L’operazione è quindi andata bene, nessuna particolarità diversa dal solito esito mi è stata riferita.

Ho avuto i miei punti nei quattro punti in cui mi hanno forato la pancia, che ovviamente mi hanno dato fastidio per una decina di giorni in seguito. Ancora più fastidioso fu il dolore fra deltoide e trapezio, dovuto – mi hanno detto – all’anidride carbonica che hanno usato durante l’operazione per gonfiarmi il ventre. Questi ultimi dolori hanno continuato a perseguitarmi sino a quando, qui, non è scoppiato il caldo afoso, verso fine giugno.

Per il resto, ho dovuto continuare a tenere una dieta rigida (come quella delle ultime settimane prima dell’operazione) e riposo per un mese. Ho dovuto quindi interrompere per un lungo tempo i miei allenamenti quotidiani.

Periodo che si è da poco concluso (fortunatamente)

Il dubbio cocente che mi ha assillato a un certo punto fu: come procedere dopo il primo mese in merito alla dieta? L’unica indicazione chiara era: introdurre alimenti gradualmente. Senza però dire quali, quando, come, eccetera.

Cominciare con i formaggi più stagionati o più grassi come la mozzarella di bufala?

Ripartire dalle uova? Forse dal prosciutto cotto?

Certo, niente fritture per ancora un lungo periodo, ma quando?

E il gelato? Ora che si entra in estate potrò mangiare gelato?

E il cioccolato, il caffè, i cibi piccanti?

Ho cominciato a cercare informazioni su internet e testimonianze di persone che hanno subito la mia medesima operazione, uscendone ancora più confuso di prima.

Questo perché, vedete, i calcoli alla cistifellea (o colecisti) sono molto comuni, ma possono provenire da tante cause. La più diffusa è l’eccesso di colesterolo, la seconda l’eccesso di zuccheri (un diabete insomma). Io, però, non ho mai sofferto di nessuno di questi problemi e di analisi del sangue ne ho sempre fatte, tutti gli anni. Quel che mi è parso di comprendere è che ogni persona reagisce a modo suo.

C’è, per esempio, una buona percentuale di operati di colecistectomia che ingrassano all’inverosimile. C’è chi continua ad avere forti problemi digestivi, con vomito, diarrea e fegato infiammato, per mesi e mesi. Inutile dire che non serve a nulla cercare testimonianze di persone che abitano, ma soprattutto mangiano, fuori Italia. La dieta tipica dell’Italia meridionale che seguo a casa mia, per esempio, ha le sue peculiarità e differenze già con quelle più diffuse nel nord. Per non parlare delle culture alimentari a base di burro e carni bovine e suine, che hanno tutto un altro tipo di problemi da affrontare e da cui si capisce che la loro quasi obbligata opzione è divenire per lo più vegetariani.

Approfondendo, approfondendo, sono venuto alla seguente conclusione.

Considerando il fatto che la cistifellea è un tipo di filtro, che aiuta il fegato a digerire quegli alimenti più difficili, quali grassi, fritture e cibi piccanti, la sua assenza determina un qualche tipo di reset del metabolismo, il quale va riavviato e abituato, gradualmente, a mangiare cibi e tipi di cottura diversi.

In assenza di cistifellea è ora obbligatorio, per me, aggiungere alle meritevoli sessioni quotidiane di work out, anche delle passeggiate – di almeno mezz’ora – a quanto già fatto. La mia capacità di digerire me la forniranno le mie gambe.

Cosa mangiare, cosa reintrodurre prima, non è dato saperlo con certezza. Partendo, però, dalla dieta priva di tutto precedente, posso sperimentare – soprattutto ora che ho cominciato ad allenarmi e a fare camminate – a mano a mano, badando bene a come risponde il mio fegato.

Per dire, nei giorni immediatamente successivi al mio ricovero, quando faceva ancora un tempo piovoso e fresco, mi sono dato di nuovo a fare i biscotti per la mia prima colazione e, senza false modestie, sono rimasto soddisfatto dei frollini all’olio e anice (quindi, senza burro e senza uova) che ho sfornato. La cena del sabato sera è affidata a delle piadine – ancora non me la sento di mandare giù una pizza – ripiene con pecorino, verdura e crudo attentamente privato della parte grassa (in alternativa potrei usare la bresaola), il tutto condito con un giro d’olio.

Invece del gelato, ho acquistato sorbetto nei giorni precedenti. L’ultima volta, però, ho voluto fare un passo oltre, acquistando una vaschetta di gelato basato su latte di mandorla, ai frutti di bosco (ancora non mi azzardo col cioccolato).

Ho ripreso a fare work out, mattina e sera, oltre a camminate (cinque chilometri oggi) solo da due giorni. Lascio passare tutta la prossima settimana e, sì, sabato prossimo farò l’esperimento principe: mi preparerò una pizza. Devo ancora pensare a come condirla, non partirei subito con bufala e crudo, forse mi accontenterò più di una ricotta (ovina) con carciofi e olive. Il tutto, ovviamente, accompagnato sempre e solo da acqua a temperatura ambiente. Non bevo altro, praticamente.

Insomma, tenendomi allenato e attivo, a mano a mano scoprirò cosa potrò fare.

Self Portrait of a proud pentaxian; ph: Francesco Coppola

Self Portrait of a proud pentaxian; ph: Francesco Coppola

Si tratta di un nuovo inizio, dopotutto.

Questo mi piace e mi dà fiducia.

Ci rivedremo quindi per nuovi aggiornamenti e condivisioni di foto quanto prima!

A presto e – come sempre


Per Aspera ad Astra!

Problemi di Salute 7 – Verso l’operazione

Eppur si muove – ma anche no

Eppur si muove - ma anche no

Eppur si muove - ma anche no

Dall’ultimo aggiornamento sulla mia situazione di salute molta acqua è passata sotto i ponti, in parte a perdere. In parte - fortunatamente - no.

Una settimana, circa, dopo aver pubblicato il precedente aggiornamento infatti, vengo raggiunto al telefono dalla mia dottoressa chirurga, la quale mi prospettava la possibilità di effettuare la tanto attesa operazione di asportazione della colecisti per giorno 28 del corrente mese. Avendo avuto, però, un nuovo episodio di coliche biliari, occorreva prima fare al più presto delle nuove analisi del sangue mirate, per appurare se la situazione nel mio apparato intestinale fosse tranquilla, o meno.

Fra l’altro, al tempo di quella chiamata, l’ipotesi era quella di venire operato in una clinica privata esterna al San Raffaele, questo perché al tempo quest’ultimo non era ancora del tutto operativo e le sale di pre-ricovero, soprattutto, non era ancora funzionanti.

Comunque, il mattino dopo questa telefonata mi reco a fare le analisi, il cui referto avrei poi comunicato alla dottoressa la mattina del secondo giorno dopo.

E qui vengono i problemi.

Quelle analisi, difatti, hanno evidenziato che non tutto era a posto nel mio apparato digerente. Soprattutto, avevo ancora un eccesso di bilirubina in circolo, sebbene in bassa quantità (se penso ai risultati delle analisi del sangue successive alla mia quarta crisi biliare, poi…) eppur presente.

Quindi la finestra di opportunità per venire operato giorno 28 è saltata.


Il limbo

Pentax Love; ph: Francesco Coppola

Pentax Love; ph: Francesco Coppola

“Non si preoccupi” mi disse la chirurga “se non la operiamo il 28, di certo ce la facciamo per la prima decade di giugno”. Senza, però, specificare esattamente il giorno.

“Ma non dovrei fare un altro esame? Non una colangiografia?”

“Faremo tutto internamente, quando sarà ricoverato qui.”

Ho passato quindi una settimana o forse dieci giorni senza sapere bene come sarei andato a finire. Non che ci fosse molto altro da fare, in periodo di pandemia, che occuparmi della spesa per la cambusa e continuare a sviluppare quanti più scatti dallo shooting di settembre con Francesca Matisse. Per il resto ho mantenuto la mia dieta stringente, badato a bere quanto più possibile e sempre e solo acqua a temperatura ambiente, fare attenzione alle mie visite al bagno e quale output davano. Continuare la mia pratica quotidiana di ginnastica, mattina e sera: con rilassamento schiena seguito da tre serie ciascuno di addominali alti, bassi, flessioni e piegamenti sulle gambe. Insomma, una vita molto intensa e interessante.

In questo periodo mi sono anche pesato, risultando 78,9kg, dagli 81,1 di un mese prima e dagli 82,3 che avevo prima che mi cominciasse tutta questa trafila di coliche biliari, fra fine ottobre e inizio novembre.

Focaccia ripiena di ricotta di pecora e piselli; ph: Francesco Coppola

Focaccia ripiena di ricotta di pecora e piselli; ph: Francesco Coppola

Molto bene, si potrebbe dire. Non proprio, in verità. Con i problemi biliari, infatti, bisogna fare attenzione non solo a non ingrassare, ma anche a non dimagrire troppo e troppo in fretta.

Menomale che tutto questa sta arrivando a una sua fine!

La nuova chiamata dall’ospedale

La mattina di lunedì scorso, infatti, ricevo la telefonata della mia chirurga che mi illustra il nuovo piano: giorno 1 giugno, in mattinata, visita di pre-ricovero ed accertamenti, mentre mercoledì 3 (tanto per festeggiare meglio il mio compleanno…), in mattinata visita dal anestesista e poi dal pomeriggio ricovero per quel che potrebbe essere la sola asportazione della colecisti calcolosa, ma più probabilmente anche la bonifica del coledoco. Il tutto in sede al San Raffaele in cui non so bene se dovrò pernottare una notte o due.

Probabilmente dipende da quante operazioni dovrò subire: due operazioni, due notti ospedalizzato, quindi? Non ne sono ancora certo.

Poi mi dimetteranno e potrò tornare a casa, con la raccomandazione di stare dieci giorni a riposo e alla dieta che mi prescriveranno. Potrò fare i miei esercizi quotidiani? Potrò mangiare qualche di più di qualche frullato?

Bah, si vedrà.

Verso fine giugno, magari, potrò cominciare a reintrodurre alimenti prima intoccabili, quali cioccolato, cibo piccante, caffè. Andando oltre potrò permettermi saltuari assaggi di carne di maiale, diversi tipi di insaccato? Uova? Il tutto a suo tempo e sempre nel complessivo regime ipolipidico di chi, come me, soffre di ipertensione arteriosa.

Concludendo

Eggless and butterless milk biscuits; ph: Francesco Coppola

Eggless and butterless milk biscuits; ph: Francesco Coppola

Ricevuta questa telefonata, mi sono messo sotto – come prima di ottobre 2019 – con lo sviluppo delle fotografie e, entro martedì, dovrei poter ultimare di post produrre le foto del lungo, proficuo e istruttivo shooting fatto con la Matisse. Di cui la penultima puntata andrà su questo sito giorno 1 (nel pomeriggio, ovviamente) e l’ultima, come da programma, giorno 15 – alla fine del mio periodo di riposo forzato.

Sono stato così contento che ho pure prodotto i miei (non primi) biscotti al latte, vaniglia e limone, senza burro e senza uova. Fatti solo di farina, olio di semi, latte magro, zucchero, scorza di limone, lievito per dolci e vanillina. 20 minuti in forno (e neanche) e via. Ne sono uscite fuori ciambelline morbide e abbastanza saporite.

Continua quindi, imperterrito, il mio percorso Per Aspera ad Astra, et Ad Majora!














Problemi di salute 5 - Primi giorni di primavera virulenta

Ben tornati!

In Lombardia si continua a combattere con l’epidemia di Coronavirus. Tutti gli sforzi medici ed istituzionali sono volti a questa battaglia. Poco fa sono usciti i numeri aggiornati a oggi di contagi, ricoveri, guariti e morti e si segnala un primo miglioramento da che è iniziato tutto questo macello.

Essendo però la natura del mondo in cui viviamo sempre complessa e plurisfaccettata, questo notizia viene insieme con la mia scoperta - per la primissima volta - che vi sarebbe un focolaio di contagio a Bresso, paese a neanche 10 km di distanza da dove abito. In più la stessa Cologno Monzese, comune dove abito con la mia madre ottantaquattrenne e il gattone bisbetico che vi ho già mostrato, annovera 144 casi di Covid-19.

Saluto alla Primavera; ph: Francesco Coppola

Saluto alla Primavera; ph: Francesco Coppola

Così, domani, avendo in programma una missione per portare mia madre in banca e aiutarla ad effettuare un paio di bonifici non prorogabili, partiremo con tutti i mezzi protettivi di cui disponiamo (maschera e disinfettante per mani) e l’uscita finirà lì, sperando che tutte le precauzioni che potremo prendere, prima, durante e dopo, bastino a non farle prendere una brutta polmonite.

Nel frattempo, come ogni anno succede, è tornata la primavera. I giardini tornano a fiorire, e il gattone di casa frequenta più spesso la mia camera, sfruttando di più il davanzale che ho davanti a me. Peccato che da domani si attendono diversi giorni di tempo più invernale, con un crollo delle temperature fino a 10 gradi. (a proposito di natura complessa e plurisfaccettata della realtà). Anche per quello dovremo fare maggiore attenzione.

Pizza con pepato, olive nere e prosciutto crudo sgrassato; ph: Francesco Coppola

Pizza con pepato, olive nere e prosciutto crudo sgrassato; ph: Francesco Coppola

Attenzione che dovrò seguire anche sul piano alimentare nei prossimi giorni. La pizza qua sopra riportata infatti era la prima dalle ultime mie crisi biliari. Fatta per terminare alcune scorte di prosciutto che avevamo preso precedentemente e non volevamo buttare. Considerata come cosa sufficientemente sicuro contando i quasi due mesi di dieta molto attenta trascorsi. Difatti la notte scorsa è passata tranquilla. Peccato per un lieve, ma comunque percepibile, mal di schiena a livello del diaframma con cui mi sono svegliato. Certo, non appena mi sono rimesso in moto è passato, ma lo prendo come ammonimento della colecisti.

Torta allo yogurt e zenzero; ph: Francesco Coppola

Torta allo yogurt e zenzero; ph: Francesco Coppola

Cosa che comunque ho cominciato a fare già questo pomeriggio quando mi sono messo a produrre la mia nuova torta dietetica per la colazione. Per il resto, insalate e passate di verdure mi rimetteranno in sesto nei prossimi giorni.

Così come lo farà (moralmente) il tornare domani a condividere foto dal modelshoot realizzato con Francesca Matisse. Così come il continuare a sviluppare nuovi scatti.

Aspettatevi quindi, domani, novità su questo blog.

A presto e

Ad Majora!


Problemi di salute 4 - La situazione durante la crisi del Covid 19

Siamo giunti a metà mese di Marzo e la mia situazione sanitaria è più congelata che mai.

Dovuto, infatti, all’imperversare attuale del Corona Virus non mi aspetto che io venga chiamato per venire liberato dalla mia colecisti piena di calcoli. Di più, anche se non avessi quel problema, non potrei uscire di casa. Questo perché, stante la situazione, è fatto divieto per chiunque di uscire di casa se non si hanno comprovate motivazioni lavorative, mediche o di approvvigionamento.

Ingresso scaglionato al supermarket; ph: Francesco Coppola

Ingresso scaglionato al supermarket; ph: Francesco Coppola

La Lombardia, infatti, è attualmente la parte con più casi di contagiati in Europa e le strutture - così come il personale medico - sono messi sotto forte stress. Le sale di rianimazione sono quasi piene, in alcune province periferiche i medici stanno già selezionando l’accesso agli ultimi posti disponibili in base all’età e alla speranza di vita. Chi muore in questo periodo lo fa da solo e i cimiteri sono pieni, tanto che in alcune parti del paese si procede direttamente con la cremazione.

In attesa che il governo centrale riesca a procurare almeno 500 nuovi respiratori e relativo personale atto a farli funzionare e monitorare, è imperativo non avventurarsi fuori, col rischio di venire infettato o di, inconsapevolmente, infettare qualcun altro. Oltretutto vivo con la mia madre di 84 anni ed è mio compito evitarle una polmonite.

Così, chiuso in casa, tranne che per salti al supermercato, mi premuro di mangiare dietetico

Scacciata siciliana, con ripieno di segale, olive nere, formaggio pecorino e patate; ph: Francesco Coppola

Scacciata siciliana, con ripieno di segale, olive nere, formaggio pecorino e patate; ph: Francesco Coppola

e di continuare a praticare in casa la Fotografia, sia proseguendo lo sviluppo dello shooting con Francesca, sia familiarizzando maggiormente con la mia nuova Pentax K 1, la mia prima full frame digitale - di cui probabilmente dirò a parte in un altro post.

Micione, ritratto con punto singolo AF selezionato; ph: Francesco Coppola

Micione, ritratto con punto singolo AF selezionato; ph: Francesco Coppola

Di sicuro ci vorrà ancora del tempo prima che la situazione in regione e nella nazione ritorni gestibile. La mia operazione per la colecisti, presumo, verrà spostata alla prossima estate, e poi rimane comunque il resto d’Europa che ancora deve arrivare al punto in cui siamo qui noi (e ci arriverà, eccome!) e superarlo, prima che si possa tornare a una qualsiasi “normalità”.

Prova autoritratto via Pentax ImageSync; ph: Francesco Coppola

Prova autoritratto via Pentax ImageSync; ph: Francesco Coppola

Noi comunque qui si continua a prepararci e ad attrezzarci per quanto si potrà tornare fuori, incontrare persone senza temere nulla.

A presto quindi.

Per Aspera ad Astra et

Ad Majora!