Problemi di Salute 7 – Verso l’operazione

Eppur si muove – ma anche no

Eppur si muove - ma anche no

Eppur si muove - ma anche no

Dall’ultimo aggiornamento sulla mia situazione di salute molta acqua è passata sotto i ponti, in parte a perdere. In parte - fortunatamente - no.

Una settimana, circa, dopo aver pubblicato il precedente aggiornamento infatti, vengo raggiunto al telefono dalla mia dottoressa chirurga, la quale mi prospettava la possibilità di effettuare la tanto attesa operazione di asportazione della colecisti per giorno 28 del corrente mese. Avendo avuto, però, un nuovo episodio di coliche biliari, occorreva prima fare al più presto delle nuove analisi del sangue mirate, per appurare se la situazione nel mio apparato intestinale fosse tranquilla, o meno.

Fra l’altro, al tempo di quella chiamata, l’ipotesi era quella di venire operato in una clinica privata esterna al San Raffaele, questo perché al tempo quest’ultimo non era ancora del tutto operativo e le sale di pre-ricovero, soprattutto, non era ancora funzionanti.

Comunque, il mattino dopo questa telefonata mi reco a fare le analisi, il cui referto avrei poi comunicato alla dottoressa la mattina del secondo giorno dopo.

E qui vengono i problemi.

Quelle analisi, difatti, hanno evidenziato che non tutto era a posto nel mio apparato digerente. Soprattutto, avevo ancora un eccesso di bilirubina in circolo, sebbene in bassa quantità (se penso ai risultati delle analisi del sangue successive alla mia quarta crisi biliare, poi…) eppur presente.

Quindi la finestra di opportunità per venire operato giorno 28 è saltata.


Il limbo

Pentax Love; ph: Francesco Coppola

Pentax Love; ph: Francesco Coppola

“Non si preoccupi” mi disse la chirurga “se non la operiamo il 28, di certo ce la facciamo per la prima decade di giugno”. Senza, però, specificare esattamente il giorno.

“Ma non dovrei fare un altro esame? Non una colangiografia?”

“Faremo tutto internamente, quando sarà ricoverato qui.”

Ho passato quindi una settimana o forse dieci giorni senza sapere bene come sarei andato a finire. Non che ci fosse molto altro da fare, in periodo di pandemia, che occuparmi della spesa per la cambusa e continuare a sviluppare quanti più scatti dallo shooting di settembre con Francesca Matisse. Per il resto ho mantenuto la mia dieta stringente, badato a bere quanto più possibile e sempre e solo acqua a temperatura ambiente, fare attenzione alle mie visite al bagno e quale output davano. Continuare la mia pratica quotidiana di ginnastica, mattina e sera: con rilassamento schiena seguito da tre serie ciascuno di addominali alti, bassi, flessioni e piegamenti sulle gambe. Insomma, una vita molto intensa e interessante.

In questo periodo mi sono anche pesato, risultando 78,9kg, dagli 81,1 di un mese prima e dagli 82,3 che avevo prima che mi cominciasse tutta questa trafila di coliche biliari, fra fine ottobre e inizio novembre.

Focaccia ripiena di ricotta di pecora e piselli; ph: Francesco Coppola

Focaccia ripiena di ricotta di pecora e piselli; ph: Francesco Coppola

Molto bene, si potrebbe dire. Non proprio, in verità. Con i problemi biliari, infatti, bisogna fare attenzione non solo a non ingrassare, ma anche a non dimagrire troppo e troppo in fretta.

Menomale che tutto questa sta arrivando a una sua fine!

La nuova chiamata dall’ospedale

La mattina di lunedì scorso, infatti, ricevo la telefonata della mia chirurga che mi illustra il nuovo piano: giorno 1 giugno, in mattinata, visita di pre-ricovero ed accertamenti, mentre mercoledì 3 (tanto per festeggiare meglio il mio compleanno…), in mattinata visita dal anestesista e poi dal pomeriggio ricovero per quel che potrebbe essere la sola asportazione della colecisti calcolosa, ma più probabilmente anche la bonifica del coledoco. Il tutto in sede al San Raffaele in cui non so bene se dovrò pernottare una notte o due.

Probabilmente dipende da quante operazioni dovrò subire: due operazioni, due notti ospedalizzato, quindi? Non ne sono ancora certo.

Poi mi dimetteranno e potrò tornare a casa, con la raccomandazione di stare dieci giorni a riposo e alla dieta che mi prescriveranno. Potrò fare i miei esercizi quotidiani? Potrò mangiare qualche di più di qualche frullato?

Bah, si vedrà.

Verso fine giugno, magari, potrò cominciare a reintrodurre alimenti prima intoccabili, quali cioccolato, cibo piccante, caffè. Andando oltre potrò permettermi saltuari assaggi di carne di maiale, diversi tipi di insaccato? Uova? Il tutto a suo tempo e sempre nel complessivo regime ipolipidico di chi, come me, soffre di ipertensione arteriosa.

Concludendo

Eggless and butterless milk biscuits; ph: Francesco Coppola

Eggless and butterless milk biscuits; ph: Francesco Coppola

Ricevuta questa telefonata, mi sono messo sotto – come prima di ottobre 2019 – con lo sviluppo delle fotografie e, entro martedì, dovrei poter ultimare di post produrre le foto del lungo, proficuo e istruttivo shooting fatto con la Matisse. Di cui la penultima puntata andrà su questo sito giorno 1 (nel pomeriggio, ovviamente) e l’ultima, come da programma, giorno 15 – alla fine del mio periodo di riposo forzato.

Sono stato così contento che ho pure prodotto i miei (non primi) biscotti al latte, vaniglia e limone, senza burro e senza uova. Fatti solo di farina, olio di semi, latte magro, zucchero, scorza di limone, lievito per dolci e vanillina. 20 minuti in forno (e neanche) e via. Ne sono uscite fuori ciambelline morbide e abbastanza saporite.

Continua quindi, imperterrito, il mio percorso Per Aspera ad Astra, et Ad Majora!














Problemi di salute 6 - una nuova crisi biliare e ospedali bloccati

La settimana a cavallo dei mesi di aprile e maggio 2020 mi ha visto precipitare di nuovo nei miei problemi di coliche biliari.

Gattone mangia; ph: Francesco Coppola

Gattone mangia; ph: Francesco Coppola

Iniziò tutto lo scorso lunedì 27, con l’ultima volta che riuscii ad andare con soddisfazione in bagno. Sarei rimasto costipato poi sino al sabato successivo. Passai martedì e mercoledì senza preoccuparmene più di tanto e in quegli stessi giorni capitò di aver fatto l’errore (in una situazione che già cominciava a precipitare), concedendomi un hamburger di carne di bovino adulto.

Questo non avrebbe avuto immediate conseguenze, se non un inizio di senso di nausea, ancora per quel giorno ancora contenuto. Per la prima volta, però, mi sentii in serata bruciare di lieve febbre, e di fatto al controllo che feci prima di coricarmi risultai avere 37.4.

Il giorno dopo, giovedì, il crollo della situazione subito dopo un pranzo morigerato. Nel pomeriggio, in pieno giorno - seduto alla mia solita poltrona davanti al pc, mentre sviluppavo foto - comincia prima il dolore al petto che cresceva e cresceva. Ci metto poco a riconoscerlo. Per controprova mi sposto sulla sedia, ed ecco sento il dolore trasferirsi alla schiena.

Mi metto subito in allarme. Faccio una sessione dei miei allenamenti quotidiani di ginnastica in casa. Provo a liberarmi in bagno. Passa un’ora e niente. Non so da dove, però mi si accende una illuminazione: vado in cucina e mi bevo un bel bicchiere di acqua a temperatura ambiente.

Questo cambia la situazione in breve tempo. Cammino avanti e indietro nel corridoio di casa ancora un paio di volte e sento il dolore recedere. Mi risiedo al pc, per verifica. Sì, il dolore acuto se ne era andato. Le conseguenze però da quel momento in poi avevano solo cominciato a manifestarsi.

La nausea a quel punto era diventata una presenza costante. Le mie urine tornarono a colorarsi di un saturato giallo, la febbre anche quel pomeriggio sale velocemente da 37.2 a 37.4.

Ho pensato di sentire la mia dottoressa chirurga, quella che mi ha preso in incarico al San Raffaele e mi ha messo lì in lista d’attesa per l’operazione, ma era giovedì pomeriggio tardi, prima del Primo Maggio. Non ci sarebbe stata alcun consulto medico quindi per quel resto di settimana.

Ne sono uscito, piano piano, modificando di nuovo le mie abitudini alimentari. In primis, via l’acqua fredda da frigorifero, da allora ho cominciato a bere sempre e solo acqua a temperatura ambiente. Ho detto addio a gran parte dei farinacei che, seppure integrali o fatti da me, senza burro e uova, mi portavano nausea. Inaugurai quindi colazioni e tè pomeridiani senza alcun accompagnamento di biscotto o torta fatta da me.

Ho avuto la cena del sabato sera e il pranzo della domenica mattina più dietetici di sempre. Riso e minestroni sono stati la mia dieta (a parte tanta, ma tanta, frutta).

Così la febbre è scomparsa. Sabato mattina riprendo ad avere una qualche regolarità di stomaco, la nausea è andata scendendo, prima manifestandosi solo durante i pasti. Poi niente del tutto. Solo poco fa, ho avuto un episodio di diarrea, spero l’ultimo.

Lunedì mattina comunico con una mail alla mia dottoressa chirurga, questo medesimo resoconto. Le chiedo 1. se ritiene sia il caso che io faccia nuove analisi. 2. se l’ospedale aveva ripreso a gestire anche gli altri casi di salute, non relativi a pneumologia. La risposta la ritrovai il mattino seguente, con due bei no.

Non è il caso che faccia altre analisi. No, l’ospedale è ancora bloccato. Nel caso dovessero ripresentarsi forti dolori al petto e schiena, venga al pronto soccorso.

Così sto, privo di pane e derivati del grano, chiedendomi come farò a sopravvivere in questo modo sino a fine pandemia. Ciò in quanto ho anche la fortuna di vivere nella regione più colpito in Italia e in Europa dal Coronavirus e che probabilmente l’ha gestita peggio.

Fortunatamente,

ho la mia Fotografia da portare avanti: scatti da sviluppare, nuova attrezzatura da acquisire, lezioni e tutorial on line da seguire, nuovi shooting da immaginare. Queste sono le mie luci in questi giorni.

Questo è quanto,

con speranza di potervi fornire migliori notizie la prossima volta,

vi saluto!