Progetto I - nuova workstation, pt. 1

Un vecchio computer sul viale di un caldo tramonto

Cold view 28 12 2020; ph: Francesco Coppola

Cold view 28 12 2020; ph: Francesco Coppola

Come tutti, nel 2020 appena conclusosi, ho passato

molto tempo chiuso in casa seduto al computer. Non

sarà quindi un caso che la mia vecchia workstation che

utilizzo per tutto quello che è Fotografia e comunicazione

(risalente all’autunno 2014) abbia cominciato a mostrare

segni di cedimento.



Cominciò tutto lo scorso autunno, quando i miei

programmi di post produzione presero a “impazzire”

dopo qualche decina di minuti di lavoro ininterrotto.

Per non dire che già da tempo avevo dovuto acquisire

la buona abitudine di chiudere quei programmi se

dovevo assentarmi per pranzare o altro motivo.



Cosa significa che mi è “impazzito” Photoshop? Beh,

diciamo che – tanto per fare un esempio significativo

– esiste uno strumento basico di quella suite, cioè il

famoso Timbro Clone. Questo strumento, normalmente,

funziona con una selezione iniziale di una zona

dell’immagine da considerare come sorgente, per poi

copiarla, click dopo click, dove serve. La “follia” si è

manifestata quando, dopo minuti di frenetico e continuo

uso, la selezione della “sorgente” si sposta

autonomamente, non essendo fra l’altro un fenomeno

ricorrente o prevedibile mi è successo di accorgermi di

un simile malfunzionamento solo dopo aver pasticciato

un’area, invece di averla pulita.



A quel punto tornare indietro fin dove potevo nella storia

del mio editing, o addirittura tornare a un salvataggio

precedente (cosa che ha comportato anche la perdita di

diverse decine di minuti di lavoro) non portava a

miglioramenti. Il Timbro Clone – anche dopo un veloce

riavvio del programma – rifiutava di selezionare la

“sorgente” che gli indicavo con il mouse e sceglieva

a caso, costringendomi a chiudere il programma e ad

alzarmi dalla mia postazione chiamando a testimone

ogni divinità antica e premoderna a me conosciuta.



Questo comportamento, però, non è stato che una

delle prime avvisaglie del deperimento della mia

workstation. Più di recente, per fare un altro esempio,

il computer ha difficoltà ad accendersi: si accende al

primo tocco sul tasto, poi emette un bip bitonale e si

spegne. Poi riprova a partire con diversi bip e

interruzioni. Sino a ora è riuscito ad avviarsi, alla fine,

ma sono qui a chiedermi per quanto tempo il pc

possa andare avanti senza fondersi, o esplodere

del tutto.

Ogni complicazione del flusso di lavoro sperimentata

mentre sviluppavo le fotografie dell’ultimo modelshoot

che ho condiviso qui, rende sempre l’esperienza del

fotografo una pena esistenziale, ma è la prospettiva di

un totale e definitivo malfunzionamento che mi ha

motivato a iniziare il presente progetto: farmi una

workstation nuova.




Il progetto è finalizzato alla realizzazione di una nuova

macchina con il ruolo fondamentale di sviluppare file

immagine digitali, scansire e convertire in digitale

futuri scatti a pellicola di Medio o Largo Formato e,

possibilmente, permettermi anche di compiere dei

primi passi nella produzione di video (tutorial, model

managing, biografie di autori, etc.).




Normalmente, questo è un compito impegnativo

(economicamente ma anche per il tempo necessario

alla sua realizzazione) già in tempi normali.

Peccato che,




Non è un buon momento per comprare hardware

Strip of light; ph: Francesco Coppola

Strip of light; ph: Francesco Coppola

Vada per inteso, qui intendo descrivere una difficoltà che riguarda

l’acquisto di singole componenti hardware, non di computer pre

assemblati o portatili. Se non si hanno esigenze specifiche di

utilizzo, attualmente magari conviene acquistare un portatile e si

può così ricavare una macchina di una certa potenza a un prezzo

più che ragionevole.





Non è così, però, se si ha 1. L’esigenza di risparmiare e non pagare

in una sola soluzione oltre mille euro, 2. Se si hanno esigenze

particolari di utilizzo, per le quali i soliti 16gb di memoria RAM non

sarebbero per me sufficienti, né si intende condividere i programmi

di elaborazione immagine nello stesso disco del Sistema Operativo e

di tutti i programmi che non riguardano l’elaborazione di immagini.





Una volta, però, comperare i singoli componenti del pc per assemblarli

da sé era la soluzione più conveniente. Cosa è successo?

Farò un breve riassunto di questo 2020 nel mondo della hardware tech:





La pandemia ha scatenato alcuni eventi che influiscono ora (e da

qualche settimana) sull’attuale scarsità di alcuni componenti hardware

da acquistare presso i classici store on line. Cose come la chiusura delle

fabbriche in Cina e Corea del sud hanno provocato ritardi a cascata

nella produzione di diversi prodotti, e di quelli tecnologici in particolare.

I lock down che sono stati applicati dapprima in Cina, poi in Italia e in

seguito in buona parte del mondo, costringendo molte persone a vivere

e lavorare in casa, hanno aumentato esponenzialmente il numero di coloro

che necessitavano di un computer. In questo mercato che provava già

pesanti scarsità di rifornimenti, si sono poi aggiunti gli speculatori in cerca

di affari e di lì sono arrivati sia i bagarini (o scalpers) i quali hanno acquistato

grandi quantità di schede grafiche, processori, consoles appena usciti

– tramite bot – per poi rivenderli a prezzi esagerati sui portali di vendita di

seconda mano. A questi, si sono aggiunti i “miners”, cioè quelle persone

che utilizzando decine su decine di schede grafiche collegate insieme,

ricavano criptovaluta dalla rete.





Ciò ha provocato l’assenza di nuovi processori Ryzen e schede grafiche

Invidia e Radeon da store on line tradizionali quali Amazon. Non solo,

venendo a mancare le novità o trovandosi semmai a prezzi esagerati,

anche le generazioni precedenti di questi prodotti hanno visto i loro

prezzi lievitare sino a quotazioni incredibili, tanto che – per quanto faccia

strano dirlo – attualmente è più conveniente acquistare componenti dai

negozi italiani, che pur avendo il loro solito sovrapprezzo di diverse decine

di euro rispetto a quel che una volta era Amazon, ora quei prezzi risultano

fra i meno folli che si possano trovare in rete.





Contromisure in tempi di strenua crisi

Motherboard; ph: Francesco Coppola

Motherboard; ph: Francesco Coppola

Quindi, la solita vecchia risorsa per farsi un computer di fascia medio-alta

senza spendere troppo è compromessa.



L’unica via aperta rimasta a mia disposizione è quella più paziente (e

sofferente) che riesco a vedere: l’acquisto di singoli pezzi un poco per volta.





In novembre mi sono fornito dei tre dischi che mi servono (boot, progetto

e archiviazione), in dicembre ho acquistato scheda madre e memoria RAM,

oltre a della pasta termica per il dissipatore che penso di utilizzare sul mio

futuro processore. A fine di questo mese prenderò alimentatore, dissipatore

e – se riesco a entrarci nel budget – anche una capture card.





Mi lascerò l’acquisto di processore e scheda grafica per ultimi, da prendere

con quel finanziamento senza necessità di busta paga che esiste da qualche

mese su Amazon (sempre che funzioni), a quel punto potrei permettermi anche

un po’ di sovraprezzo.





Certo, ciò mi consentirà di fornirmi di una workstation di un valore che si

avvicina ai 2k euro (benché ora non sia in grado di stabilirlo per i su citati motivi),

il guaio è che dovrò restare fermo con la mia Fotografia per mesi. Non credo,

infatti, di ultimare questo progetto prima di marzo. La pandemia, però, è ancora

lungi dall’essere sconfitta e vivremo in città chiuse per restrizioni per tutto l’inverno,

non vedo periodo migliore, quindi, per dedicarsi a una simile operazione di

medio termine.





Quindi



Seguiranno, su questo blog, altri post in cui racconto della mia analisi di filiera

tec per scegliere i pezzi di computer che ho scelto. Penso e spero che possa

essere di interesse per qualsiasi creativo, soprattutto se fotografo, che si trova

in una situazione simile alla mia.





Vi rimando, quindi, alla prossima volta.





Nel frattempo, state al sicuro e riguardatevi, ci rileggeremo presto!





Per Aspera ad Astra!






Gear talk – Il processo di scelta dei nuovi obiettivi del mio corredo fotografico

Benvenute e benvenuti in questo nuovo episodio in cui parlo di attrezzatura fotografica.

In questa domenica di metà maggio del pandemico 2020, in cui la nazione si prepara a riaprire gran parte delle attività commerciali e degli studi professionali (inclusi, immagino e spero, quelli fotografici) vi presenterò il mio arrovellato processo di scelta per i prossimi obiettivi che comporranno il mio corredo fotografico Full Frame – sperando di non incorrere nella G.A.S.

Gattone fra i cuscini in bassa luce; ph: Francesco Coppola

Gattone fra i cuscini in bassa luce; ph: Francesco Coppola

La situazione attuale

Ciò perché, nel caso vi foste persa la precedente puntata in cui ne ho riferito, ho fatto il passaggio a un corpo macchina Full Frame (FF d’ora in poi) vendendo i due corpi macchina apsc che avevo utilizzato dal 2016 per i corsi e la creazione (ancora in fase di post produzione) del mio primo Portfolio di Ritratto.

Vendendo i corpi macchina ho anche dato via le due ottiche moderne che possedevo: il 35mm f 2.4 AL e il Pentax HD 70mm f 2.4 Limited. Questo per accumulare risorse per il nuovo parco ottiche, adatto al nuovo corso a Pieno Formato.

Rosa pixel shift; ph: Francesco Coppola

Rosa pixel shift; ph: Francesco Coppola

Il cammino già fatto suggerisce i prossimi passi da seguire

Per buona parte di altri tipi di fotografia, rispetto al mio, potrei decidere di dotarmi solo di un paio di zoom. Il solito 24-70mm f 2,8 * e, per contenere i costi, il 70-210mm f 4. Questa però sarebbe una scelta adatta a un fotografo di matrimoni ed eventi, cosa che io – fermamente – non sono.

Tendendo al Ritratto creativo e in Luce Naturale. Mirando a esplorare tutte le doti della Luce del sole e ambientale, necessito di luminosità. Sono passato, inoltre, a un sensore più grande non per seguire il sentito dire o capriccio, ma proprio perché sia che debba fotografare al chiuso o all’aperto, vuoi per un Editorial o un possibile futuro Assignment, voglio avere a disposizione ogni opzione espressiva, di separazione dei piani, e di scatto in poca Luce, che posso. Il rispetto del formato di immagine, poi, è più importante della comodità e velocità del passaggio da una lunghezza focale a un’altra.

So che un 35mm offre un dato tipo di look, e di narrativa, differente da un 50mm e un 85mm. Non rinuncerei, per nulla al mondo, alla chiarezza che mi offre l’essere consapevole di quale scena offre l’ottica che monto. Oltre al fatto che un obiettivo a lunghezza focale fissa ha sempre una qualità d’immagine complessivamente superiore a uno zoom.

Per non dimenticare che uno zoom come un 24-70mm è un mulo da lavoro per la gran massa dei fotografi. La Fotografia di Ritratto, però, impone (scusate se mi ripeto) di distinguersi dalla massa, di avviare una propria ricerca sulla Luce e su quel che può fare – insieme alle Ombre – alle forme, le trame, i colori, l’atmosfera e i sentimenti che una buona immagine deve evocare.

Per questo, ho sempre usato – anche su apsc – ottiche a focale fissa.

Al fine di cominciare a valutare quale pezzo pregiato acquistare, con le ben limitate risorse a mia disposizione, non ho fatto altro che controllare quali ottiche fisse ho usato più di frequente con la vecchia attrezzatura, convertendo le lunghezze focali al loro equivalente FF.

Pixel Shift Rose, BW; ph: Francesco Coppola

Pixel Shift Rose, BW; ph: Francesco Coppola

La strada verso il Pentax HD D-FA 50mm f 1.4 * AW

Ne è saltato fuori che la gran parte delle mie storie fotografiche le ho raccontate a 50mm, seguite da quelle scattate a 75mm (abbastanza vicino in termini FF all’85mm) e poco meno sono i ritratti ambientati eseguiti a 35mm. Solo in quinta posizione è il numero dei ritratti che ho preso a 105mm – per quanto a questa distanza focale ho realizzato il mio scatto più apprezzato a livello internazionale.

Tenendo conto che continuo a disporre solo di quel budget mensile che mi passa la famiglia, oltre che dei soldi ricavati dalla vendita della mia vecchia attrezzatura e che mi sono già dotato del 100mm f 2.8 Macro, mi resta un solo colpo (calcolando bene i tempi di acquisto, visto le spese fisse a cui devo far fronte) per acquistare un obiettivo di alta qualità fra quelli offerti dal mio marchio di riferimento per l’attrezzatura fotografica.

Come sopra detto, in passato ho utilizzato principalmente una lunghezza focale paragonabile a un 50mm. Sembrerebbe una scelta logica, puntare sul 50mm f 1.4 *

Però, Pentax produce e vende anche un 50mm f 1.4 autofocus, il quale costa un terzo del nuovo *, e nei giorni scorsi è stato annunciato, in uscita per fine anno, un nuovissimo 85mm f 1.4 * che promette di essere davvero speciale. Non esiste niente altro, inoltre, a 85mm in casa Pentax, a meno di non prendere il vecchio FA* 85mm f 1.4 uscito nel 1992 – un’ottica apprezzata dai professionisti, ma prona al flare e alle aberrazioni cromatiche, soprattutto se si scatta in Luce Naturale. Oppure potrei considerare il 77mm f 1.8 Limited, il cui prezzo nel mercato di seconda mano, potrebbe/dovrebbe scendere una volta che la nuova ottica 85mm * sarà disponibile sugli scaffali. Solo un anno fa i prezzi su E-Bay del così detto “Meraviglioso” 77mm Limited superavano i 1000 euro, mentre oggi sono ampiamente sotto, fra i 650 e gli 850. In fine anno dovrebbero scendere ulteriormente.

Proprio perché ho un solo colpo da sparare, forse avrebbe più senso dotarmi durante il prossimo mese di giugno dei 35mm f 2 e del più vecchio 50mm f 1.4, e aspettare che l’85mm * esca per acquistarlo.

Un altro aspetto, poi, da considerare quando ci si dota di un parco ottiche con cui spingere avanti la propria carriera fotografica, è anche la percezione che ne hanno i possibili clienti. I nuovi obiettivi di classe * Pentax, già dal look, impongono rispetto e un 85mm f 1.4 * può portare lavori più di un 50mm *. Ciò perché mentre il 50mm è un’ottica tuttofare, l’85mm (con il 105 e il 135mm) sono le lunghezze focali classicamente più da ritratto.

(Mi piacerebbe, tanto, che Pentax se ne uscisse a breve con un nuovo 135mm f 2 o 1.8 *, sarebbe un’ottica pazzesca, i lavori che attirerebbe quella, uh! Vabbè, sogna, fotografo, sogna).

Proprio perché ho avuto maestri fotografi del calibro di un Efrem Raimondi, però, so che nel Ritratto non è affatto detto che l’ottica più lunga sia preferibile. Scattare fra i 35mm e i 50mm, offre dei vantaggi: si lavora più vicino e con maggiore efficacia con la modella, la separazione dei piani è migliore. Dopotutto tutte le lunghezze focali da 85mm e superiori sono, nel generale consenso, destinate al Ritratto da mezzo busto a quello del volto, se si volesse scattare una figura intera la distanza aumenterebbe.

L’influenza sulla decisione della situazione sanitaria generale e personale.

Va anche detto che, ora come ora, non ci sarebbe alcuna fretta di fare acquisti. Questo, sia perché siamo solo agli inizi di una “Fase 2” che – già fra luglio e agosto, se non in autunno – potrebbero scaraventarci in una nuova fase di chiusura generalizzata, sia perché fintanto che non mi tolgono la colecisti calcolotica che ho, non posso permettermi di organizzare shooting troppo impegnativi. Non posso impegnare il tempo di una modella professionista, la disponibilità oraria di uno studio, col rischio di dover disdire all’ultimo momento, cosa che già mi è capitata (purtroppo) lo scorso gennaio.

Vero è anche, che un qualsiasi obiettivo fotografico, necessita di tempo per saperlo utilizzare al meglio. In primis, ottiche a f 1.4 sarebbe bene tararle (e sulla K1 c’è la funzione apposita) nell’autofocus, sia perché l’occhio fotografico personale deve calarsi nel tipo di look che da la data ottica. Il periodo di incertezza e pericolo che stiamo per cominciare a vivere, quindi, andrebbe bene per, intanto, cominciare a prendere le misure del 50mm *.

Magari potrei organizzare una sessione di scatti con una nuova modella che sta facendo esperienza, di modo che io possa fare quella necessaria pratica, con appuntamenti che – nel peggiore dei casi – posso venire rinviati senza problemi, nel caso dovessi avere nuovamente attacchi di coliche.

Superluna maggio 2020 BN; ph: Francesco Coppola

Superluna maggio 2020 BN; ph: Francesco Coppola

Conclusioni.

Come potete vedere, la mia mente ondivaga fra due soluzioni, visto che – per quanto bello e auspicabile sia – non credo proprio che questo 2020 (e anche sino a inizio 2021), mi potrò permettere di dotarmi sia del 50mm f 1.4 * e del prossimo venturo 85mm f 1.4 * (dovendo acquistare anche il 35mm f 2, ed essendo questo l’anno della revisione della mia automobile, per non dire del bollo auto va comunque pagato, e tutte le altre voci di spesa fissa che mi servono per comunicare, tenere attivo il mio sito fotografico, eccetera).

Però – magia della scrittura – mentre scrivevo questo pezzo, la mia mente si sente più confortevole alla prospettiva di avere un parco ottiche definitivo che va dall’HD 35mm f 2, al 50mm f 1.4 *, al 77mm f 1.8 Limited, col 100mm f 2.8 Macro già in mio possesso, che non l’alternativa dell’HD 35mm f 2, il vecchio 50mm f 1.4 (non *) e l’85mm f 1.4 * col 100mm macro sopra citato.


Quindi è deciso, sostanzialmente. Spero una volta per tutte: in vista del mio compleanno che cade il mese prossimo, farò questo investimento e ordinerò da un negozio fisico italiano il Pentax HD D-FA 50mm f 1.4* AW.


Sperando di non averi annoiato con queste mie elucubrazioni,

e ringraziandovi di cuore se siete arrivati a leggere sino a questa conclusione,

vi saluto e vi invito alle prossime condivisioni di immagini dai miei shooting.


Alla prossima, quindi e

Ad Majora!