Progetto I - Nuova workstation, pt. 6

Ebbene eccoci, vi scrivo per la prima volta dal mio nuovo computer

– finalmente assemblato e configurato a puntino. Suonino le trombe,

si spargano petali di rosa e conflagriamo festini di ebbra felicità.

Nuncio Vobis, gaudio magnum che dall’unione di

Light Chaser newborn; ph: Francesco Coppola

Light Chaser newborn; ph: Francesco Coppola


AMD Ryzen 5 5600x,

MSI MAG X570 Tomahawk WIFI,

G.Skill Ripjaws V 16gb (8x2) F4 3600mhz cl 16 (t 16 16 16 36)

Noctua NH-U12S Chromax (più Noctua NF-F12 aggiuntiva)

Sabrent Rocket Q Nvme m.2 500gb

Samsung 980 Pro Nvme m.2 500gb

Seagate Firecuda 2 TB Hard Disk

Corsair RM 750W

Palit Geforce GTX 1650 4gb gddr6

Lian Li Lancool II Mesh – performance

Sandisk Extreme Pro SD UHS II USB Reader

Ha preso vita

Light Chaser,

la mia nuova workstation per sviluppo fotografico.





Bastava, quindi, raccogliere i vari pezzi della build, trovare e

chiamare un tecnico per l’assemblaggio e tutto sarebbe andato liscio?





Non esattamente. C’è molto da raccontare, ancora.

Gestazione lunga, parto complicato

Testing; ph: Francesco Coppola

Testing; ph: Francesco Coppola

In precedenti puntate di questa semestrale ricerca di componenti vi ho

raccontato di spedizioni perse (tre volte su tre diversi prodotti), di

prezzi di alcuni prodotti andati ad allegre signorine, e in generale di

lunghissime attese per le spedizioni che continuavano a tenermi inattivo,

con tutta la voglia di fotografare e di progredire con la mia passione che

sono stato costretto a tenermi dentro, senza poterci fare niente per tutto

quel tempo.





Detto ciò, una volta che si affida tutto il materiale raccolto a un tecnico per

l’assemblaggio, bisogna considerare che vi sono concezioni ed esperienze

diverse nell’uso di un pc che possono creare contrattempi imprevisti. Per

anni, dopotutto, la scelta di riferimento per la configurazione di un computer

era basata su processori Intel. A lungo i fattori di surriscaldamento non sono

stati considerati un problema. Inoltre, la gran parte dei computer costruiti

vengono usati per semplici compiti da ufficio. Macchine che non dovevano

affrontare compiti grafici più impegnativi di una presentazione in Power Point.

Altrimenti, l’altra grande porzione di computer che è stata nel tempo

assemblata è il tipico computer da gaming, sicuramente più adatto a compiti

grafici del precedente, ma non certo il tipo di macchina votato eminentemente

a un lavoro con programmi di editing d’immagine. Un gaming pc performante

potrebbe produrre progetti fotografici e videografici senza problemi… tranne

per il fatto – niente affatto trascurabile – che nell’ambito dei lavori sulle

immagini, è necessario essere dotati di monitor dalla adamantina fedeltà dei

colori, cosa che tendenzialmente i gamer (soprattutto se interessati

principalmente a generi come gli e sport e agli sparatutto frenetici) non

considerano.





Ne consegue che, se un tecnico con lunga esperienza da sistemista aziendale,

potrebbe non comprendere le scelte che gli indicate, possibilmente neanche

le raccomandazioni su come configurare il computer. Magari, se mesi fa fosse

stato possibile uscire dal proprio piccolo comune, ci si poteva affidare a un

negozio specializzato nella compravendita di hardware, ma il mio paesino non

ne è fornito e non potevo uscire dai suoi confini.





Così, quel tecnico, potrebbe non comprendere il perché di tutte le ventole che

avevo comprato. Non apprezzare tutta la spesa in due ssd piccolini, di cui uno

più prestante e costoso. Potrebbe dirvi che avreste fatto meglio a prenderne

uno più ampio, economico e impiegare quanto risparmiato per avere 32gb di

RAM invece di soli 16. (Quindi, cosa avrei dovuto fare, una partizione su un solo

SSD? Puah! Improponibile!) Un simile professionista potrebbe ancora

sconsigliarvi di praticare alcun overclocking.





Potrebbe essere veloce ed efficiente nell’assemblaggio e fornirvi il nuovo pc,

tutto completo e pronto a partire, con tanto di Windows e MS Office installati,

con un cable management di buon livello.





Certo, però, poi non installarvi tutte le ventole che avevate acquistato. L’ssd

più performante per cui avevate tanto investito, prefiggendovi di adoperarlo

per i programmi di fotoritocco, ve lo trovate invece adoperato per il Sistema

Operativo e l’uso generalista – obbligandovi così a pianificare nel medio

termine, così, non solo l’upgrade di processore e scheda grafica, ma anche

dell’SSD di lavoro.

E nel consegnarvelo, questo tecnico potrebbe dirvi:





Ah poi, non fare overclocking di alcun tipo, non ne vale la pena.

Ora, uno che può fare a questo punto? Soprattutto dopo tanti mesi di attesa

per poter riprendere la propria attività fotografica?





Io, personalmente, ho iniziato a usare il computer, ho fatto il passaggio di

quasi 700gb di archivi fotografici e altri file di varia natura dal l’ssd esterno che

ho e noto come già i tempi di trasmissione dei file, dal Toshiba al nuovo pc è

infinitamente più veloce che dal vecchio computer al l’ssd esterno.





La stessa quantità di materiale ci ha messo almeno 5 ore per passare dal

vecchio pc all’ssd esterno, un tre quarti d’ora dal drive esterno al nuovo pc.

Ho iniziato a fare un po’ ordine, a scaricare il client di Adobe Creative Cloud e

mi è sovvenuto un sospetto: visto che il tecnico si è preso certe libertà, chi mi

assicura che abbia fatto tutto quel che gli avevo chiesto di fare, dal lato del

Bios e della configurazione della memoria RAM?





Ciò perché, se non doveste saperlo, le memorie DDR4 vengono vendute con

una certa velocità (o frequenza), che nel mio caso è 3600mhz, ma da appena

installate, queste vanno a 2133 MHz, perché quella è la velocità di base di

questa generazione di memorie. Tutte le DDR4, appena installate, hanno una

frequenza bassa. Passare quindi da 2133 MHz, a 3600mhz è tecnicamente

già per sé stesso un overclock. Ricordavo la raccomandazione del tecnico:

“non fare alcun overclock, non ne vale la pena”.





Così ho riavviato il mio nuovo computer e sono passato al BIOS, ossia il

programma di gestione della macchina. Lì ho appurato che la frequenza a cui

stavano andando le mie memorie erano ancora quella di base. Con un “e lo

sapevo io”, ho abilitato la funzione chiamata Extreme Memory Profile (XMP),

per portare le mie memorie alla frequenza per cui le avevo profumatamente

pagate. Salvati i settaggi esco dal bios.





Il mio monitor rimane nero. No HDMI signal, afferma il mio monitor. Il pc è fermo,

morto. Il computer, quel bestione da quasi 15kg di peso e discreta stazza, che mi

è costato poco meno di duemila testoni, così come era, risultava inutilizzabile. Ho

provato a riavviare, a maneggiare con i comandi del monitor, a passare da cavo

HDMI a cavo Display Port. Niente.





Doglie

Cerca che ti cerca; ph: Francesco Coppola

Cerca che ti cerca; ph: Francesco Coppola

Sono rimasto per lunghe decine di minuti fermo a guardare questo mastodontico

blocco di metallo e vetro, chiedendomi cosa fare.





Le opzioni che avevo a quel punto erano, in primis, considerarmi del tutto incapace.

Ho studiato Storia all’università, cosa ne posso sapere mai di faccende tecniche?

Non è il mio campo. Avrei dovuto chiamare di nuovo il tecnico per ingiungergli di

venire a riprendersi il pc e rimetterlo in sesto, facendo tutto quanto gli avevo

chiesto di fare, overclock delle memorie incluse.





Oppure potevo considerarmi quella persona che, nel tempo, mi sono dimostrato

di essere: qualcuno che è sempre capace di apprendere cose nuove e che è

proiettato verso il futuro e non un tipo ancorato a un passato che non esiste più.

Un uomo capace a risolvere imprevisti. I Fotografi, in effetti, devono sviluppare

una capacità da ‘mr Wolf’, dopotutto.





Così, adoperando lo smartphone, mi metto a cercare su Google le possibili cause

di quanto successo al mio computer. Salta fuori che quanto è successo al mio pc è

un comportamento che può capitare nelle schede madre quando si effettua un

overclock che la stessa non regge.





Per risolvere il problema bisognava, però, fare un reset della scheda madre e

riportarla al suo stato di fabbrica. Per effettuare un simile compito vi sono metodi

diversi, alcuni operabili nel caso il problema sia costituito da schermate blu della

morte o continui riavvii. In tal caso il segnale video c’è, si può quindi andare in BIOS

al riavvio e sistemare i problemi da lì.





Non era il mio caso, però. Se non si ha segnale video, i metodi restanti prevedono

di mettere mano sulla scheda madre, o togliendo dal suo alloggiamento la batteria

del CMOS, cosa che resetta la memoria della scheda madre – ma la mia scheda

madre ha un posizionamento di quella batteria poco felice e non sembra, per come

è allocata, che il costruttore abbia pensato tanto a risolvere i problemi in quel modo.

L’altro, ultimo, metodo, prevede l’uso di un cacciavite da porre fra due dei tanti pin

che costellano la scheda madre. Quelli indicati con la sigla JBAT 1.





A quel punto mi potevo considerare fortunato da un lato, perché avendo scelto il

Lian Li Lancool, così facilmente accessibile al suo interno, che arrivare alla scheda

madre non è certo un problema. Dall’altro: valli a trovare i pin specifici che in quel

modo così artigianale vanno collegati.





Sul manuale della scheda madre esiste uno schema dei pin, e c’è l’indicazione che

mi serviva con l’ubicazione del gruppo denominato JBAT 1, peccato che quello

schema fosse semplificato e generico, probabilmente utilizzato per diversi modelli

del produttore. Dovevo mettermi io, con i miei occhi non proprio acuminati, a

scrutare con la torcia dello smartphone a cercare l’eventuale presenza di lettere

indicanti i vari gruppi di pin. Inizialmente non mi sembrava vi fosse scritto niente.





Poi mi sovviene il mio vecchio trucco che utilizzo in situazioni di difficile

visualizzazione. Così accendo tutte le luci disponibili in camera e uso il modulo

fotocamera del mio smartphone per fare la migliore foto possibile alla scheda,

nella zona bassa. Questo per poi andare nella galleria del telefonino e fare

pinch-to-zoom con le dita e, per fortuna, ecco apparire le scritte sulla scheda.





Non mi restava che porre un lungo cacciavite fra quei due pin, in modo da

collegarli (cortocircuitarli?) per una ventina di secondi. Così fatta con tutta la paura

che avevo di sbagliare e rompere tutto. Per fortuna non forzai, piegai, distrussi

niente.





Chiudo perciò tutto, posiziono il computer nella sua posizione operativa, lo collego

e lo riavvio. E quello si accende! Funziona! Operazione perfettamente riuscita!





Primi vagiti del pargolo

Stavo dormendo, che vuoi?: ph: Francesco Coppola

Stavo dormendo, che vuoi?: ph: Francesco Coppola

Così, sono riuscito ad avere di nuovo un segnale video. Il computer è tornato

a funzionare tranquillamente. Unico problema rimanente era che la scheda

madre stava funzionando come se appena uscita dalla fabbrica, con ogni sorta

di problemi che potevano uscire a breve e medio termine.






C’era da fare gli aggiornamenti, del BIOS e dei vari driver. Altro aspetto che

dovevo andarmi a studiare. Per fortuna non c’era nulla di complicato da fare,

anche perché il software di MSI detto Dragon Center permette

l’aggiornamento direttamente dal web e poi aggiorna lui in automatico il

BIOS.






Continuando a studiare cosa altro c’era da aggiornare viene fuori che conviene

aggiornare, separatamente e scaricando i driver direttamente del sito AMD,

anche il Chipset, vale a dire quella sezione della scheda madre che si collega

direttamente al processore. Cosa che faccio.






A quel punto compio la stessa operazione per Windows e per i driver della

scheda Madre.






Tutto quanto sopra descritto svolto, era tempo di tornare al BIOS e ripetere

quella operazione che aveva causato il primo scombussolamento del computer:

la configurazione della frequenza della memoria RAM, abilitando l’XMP.






Cosa che riesce tranquillamente, senza un singolo singhiozzo da parte del

sistema.






Cosa che mi fa sorgere la domanda: ma il tecnico, esattamente, cosa avrà

aggiornato del mio sistema prima di darmelo per pronto?






Comunque. C’era ancora da configurare Photoshop. Perché non è che basti i

nstallare Photoshop CC 2021 per partire, così come se niente fosse. Vi sono

settaggi da impostare anche lì (lo spazio colore in cui si lavora, per esempio,

oppure la quantità di RAM di sistema che il programma può utilizzare, e vari

altri aspetti).






Tirata fuori, per la prima volta, dopo tanti mesi, la mia macchina fotografica,

faccio un paio di scatti veloci, a una particolare pizza fatta da mia madre, e altri

scatti al divo di casa, il gattone Mosè, per testare come andava la prima

impostazione di Photoshop che avevo fatto.






Se vi dicessi che è andato tutto quanto bene la prima volta, vi mentirei. Mi ci è

voluto un altro giro di tutorial su YouTube su come configurare al meglio quel

programma, poi, esausto, vado a dormire. Il giorno dopo, riesco a finire di

sistemare tutto e i risultati certo non validi di un’iscrizione alla Agenzia Magnum,

sono le prime prove che la nuova macchina – Light Chaser – è nata ed è pronta

a elaborare scatti di Bellezza e Sensualità.






Conclusioni

Pizza messinese mom made; ph: Francesco Coppola

Pizza messinese mom made; ph: Francesco Coppola

Come concludere questo mio lunghissimo excursus?

Compratevi un laptop o un preassemblato, che risparmiate in tempo e stress

(ciò, sempre, badando a scegliere bene un prodotto valido e ben costruito).

Per avere un sistema come il mio magari spendereste qualcosa di più, ma volete

mettere l’assistenza e la garanzia di due anni? La mancanza di problemi da

risolvere?






Io, per canto mio, alla fin fine finissima, sono contento di avere acquisito un

minimo di skills in più, e in un settore tecnico – alla strafaccia di chi pensa che

uno storico possa solo vivere da topo di biblioteca e che gli aspiranti Fotografi

siano tutti giovani che sprecano la loro esistenza giocando al computer.






E, in fondo, non è forse questa l’ennesima concretizzazione che la mia vita è

segnata dal motto






Per Aspera ad Astra?






Difatti lo è.

Aspettatevi, di qui in poi, di nuovo delle Belle!

Progetti passati potranno tornare in cantiere. Nuovi modelshoot e progetti vari

possono cominciare a essere immaginati. Nuovo cammino, con la macchina

fotografica in mano, potrà da ora in poi essere fatto.






Evviva!






A presto!







Progetto I - nuova workstation, pt. 5

Ed eccoci, finalmente, a una nuova parte della mia raccolta dei pezzi per il mio nuovo

computer per l’editing fotografico. Non l’ultima, però.

 

Il titolo per questa puntata è

 

Appeso a un paio di ventole

 

(che girano, girano, girano)

In paziente attesa; ph: Francesco Coppola

In paziente attesa; ph: Francesco Coppola

Non è arrivato ancora tutto il materiale ordinato oramai quasi un mese fa, infatti.

Mancano ancora le ventole aggiuntive, che avrebbero dovuto già essere in mio

possesso da venerdì 21 aprile (e con spedizione diretta da Amazon Prime), in

compenso il case (ordinato da uno shop del marketplace Amazon) che avrei

dovuto ricevere solo nei primi giorni di maggio è già qui.

Sicuramente, l’arrivo del pezzo grosso di questa ultima tornata di ordini, per

giunta pervenuto prima del previsto è una buona notizia. Quanto accaduto con

le ventole, lo racconterò oltre, ma è infuriante oltre che snervante.

Andiamo con ordine e

Salutiamo quindi il Liam Li Lancool II Mesh - Performance

Lian Li Lancool II Mesh, it is mine finally!

Lian Li Lancool II Mesh, it is mine finally!

Ho scelto questo particolare case per un paio di motivi. Il primo è che si

tratta di un modello particolarmente facile da aprire e farvi pulizie, dopo

alcuni mesi di utilizzo. Niente a che vedere col vecchio Cooler Master N300

che ho preso nel 2014.


Il fatto che il Lancool II sia assai più semplice da manutenere è collegato al

secondo motivo per cui l’ho scelto nella versione Mesh, e questo è che - da

diversi benchmark eseguiti da Gamer’s Nexus - si piazza ai piani alti delle

classifiche per la capacità di tenere i componenti interni al fresco.


 Pur potendo ospitare un sistema di raffreddamento ad acqua, questa

particolare versione del prodotto, ha particolarmente senso se si punta a un

sistema di raffreddamento ad aria. Il quale è, se fornito di buoni dissipatori

in questa categoria e di sufficienti ventole opportunamente configurate,

valido tanto quanto a molti sistemi ad acqua, almeno quelli All In One (AIO),

rimanendo più economico, meno pesante e duraturo.


I sistemi di raffreddamento ad acqua, a parte di maggior costo e peso, nel

tempo possono dare problemi di perdite di liquido, cosa poco compatibile

con la lunga durata dei propri componenti del pc.


L’unica vera controindicazione dei sistemi di raffreddamento ad aria sta nel

fatto che questa raccoglie polvere nel tempo, e nel caso se ne trascurasse la

manutenzione troppo a lungo, la ventilazione può arrivare a muovere polvere

e sporco più che aria. Di qui viene l’utilità di un sistema semplice da aprire e

ripulire dalla polvere in ogni sua parte, frontale, superiore, inferiore.


Anche da qui, il Liam Li Lancool II - Mesh mi è sembrata la migliore opzione

per ospitare la configurazione della mia nuova workstation da photo editing.


Peccato averlo dovuto pagare circa 40 euro oltre il prezzo a cui si trovava

l’anno scorso. Si sa, però, che i prezzi del settore componenti pc sono andati

ad allegre signorine un po’ su tutto il fronte.

Quanto ti girano quando si vanno a perdere le ventole

Chromax; ph: Francesco Coppola

Chromax; ph: Francesco Coppola

E così mi finì così: dopo un’attesa che dura dallo scorso novembre, resto

appeso all’attesa di un paio di ventole Noctua, ordinate per potenziare le

prestazioni sia del dissipatore che del case che vi ho già descritto.

 

Il meraviglioso è che nemmeno ordinare un prodotto direttamente dal

costruttore attraverso il programma Prime di Amazon ti mette al riparo dalle

“misteriose sparizioni” delle tue spedizioni.


Fu molto più agevole ed efficace ordinare attraverso uno shop del marketplace,

il quale si affidava a un classico vettore per la spedizione, con numero di

tracciamento che può tornare utile nel caso di problemi.


Nel caso della Noctua NF-A14 e della Noctua NF-F12 che dovevo ricevere

direttamente da Noctua Designed in Austria, avevo a disposizione (durante la

lunga attesa trascorsa dal 6 aprile scorso a mercoledì scorso) solo una grafica

con l’avanzamento della preparazione del pacco e del suo tragitto.


Nessuna menzione del vettore. Nessun numero di collo del mio pacco. Nessuna

possibilità di chiedere a nessuno che fine avesse fatto il mio ordine.


Così, arriva la data fatidica del primo giorno utile per la consegna, e niente arriva.

Amazon ti prega di attendere qualche giorno. Lo fai, ma passato quel tempo il

risultato è sempre il nulla. Non si può contattare il mittente, se non a cose fatte e

solo per chiedergli il rimborso della somma spesa.


Cosa sacrosante e giusta che mi vengano restituiti i soldi spesi, ma l’intero

– benedetto – progetto del mio nuovo computer destinato a portare avanti il mio

sogno di diventare un Fotografo professionista, rimane a gambe all’aria per una

altra settimana od oltre, e questo per motivi imponderabili.


Che figata!


Sono corso quindi ai ripari ordinando di nuovo la Noctua NF-F12 (che andrà a

migliorare le prestazioni del mio dissipatore del processore), questa volta però

da un negozio on line trovato tramite E-Bay. Ordine arrivato velocemente e senza

il minimo problema.


Ho poi voluto dare un’ultima possibilità ad Amazon di recuperare credibilità e ho

cambiato prodotto. Visto che la ventola da 14mm della rinomata e troppo ambita

Noctua, va a ruba – mi sono detto – magari meglio cercare qualcosa di equivalente,

di qualità magari di una tacca inferiore, ma comunque buona e da un produttore

affidabile, ma anche di maggiore capacità produttiva.


La scelta, quindi, cadde su un paio di Corsair AF140. La consegna era indicata,

classicamente per il portale di Bezos, al giorno seguente.


Ora, secondo voi com’è andata a finire?


Un altro mistero. Nel senso che ho ricevuto l’avviso per mail che anche questo

pacco era stato consegnato alla “reception” (così hanno definito il portiere del

mio stabile). Solo che l’ordine sarebbe arrivato nel tardo pomeriggio, verso l’ora

di chiusura della portineria. Se le Corsair mi sono arrivato, contrariamente a

quanto solitamente accade, il signor portiere non mi ha avvertito. Sabato scorso

era il primo maggio e quindi non ho potuto verificare la verità della mail inviatami

da Amazon.


Domani, però, saprò com’è andata a finire.


Detto questo, comprendete lo stato d’animo con cui sto scrivendo queste

parole – per favore. All’arrivo della prima ventola da parte di eBay, avevo

avvertito il tecnico con cui sono in pre accordo per il lavoro di assemblaggio e

lui si era detto disponibile (nel caso fosse arrivato anche l’ultimo ordine in tempo)

di passare nel fine settimana


per prelevare da me i pezzi e lavorare già dalla domenica alla messa insieme

della mia macchina da sviluppo fotografico.


Ora, nel caso la spedizione Amazon sia davvero pervenuta, ora il problema è

vedere quando il tecnico sarà disponibile per passare a prendere i pezzi e poi

quando potrà cominciare a lavorarci.


Nel caso non fosse vero quanto scrittomi per mail… Groar!


Che motivi avrei di dubitare della parola di Amazon? Nessuno normalmente.


Siamo in Pandemia, però. e a quanto ho dovuto imparare, anche le ventole

“spariscono misteriosamente”.


Sapete come è: le installazioni piene zeppe di schede grafiche messe a

minare criptovaluta, necessitano di abbondante capacità di raffreddamento e

i proprietari di queste farm hanno criptovaluta da spendere.


Io sono solo un povero disoccupato che tenta di completare il proprio computer

da lavoro fotografico, conto poco. O almeno, così certe situazioni “inspiegabili”

mi fanno sentire. Grazie zio Jeff!


Quindi?

Micione l’archivista; ph: Francesco Coppola

Micione l’archivista; ph: Francesco Coppola

Dato tutto quanto vi ho raccontato sino a questo punto, la puntata finale

– quella in cui vi mostrerò orgogliosamente la mia creatura, il mio sudatissimo

progetto, funzionante e al lavoro, viene definitivamente rinviata al mese di

maggio.

L’attesa potrebbe durare ancora qualche giorno, ah, ma oramai manca poco.

So per certo che se dovrò richiedere il rimborso anche dell’ultimo ordine

Amazon, ci sono tanti altri negozi pronti a fare il proprio lavoro bene e

onestamente.

L’appuntamento con il sesto e ultimo episodio di questa tragicomica cronica

della realizzazione di questo particolare progetto sarà questo mese.

 

Ci si rileggerà presto,

io ci conto!

 

State al sicuro e

Per Aspera ad Astra!




Progetto I - nuova workstation, pt. 4b

Bentornate e bentornati in questa seconda parte dei miei acquisti di marzo

per il progetto di realizzazione della mia nuova workstation da fotoritocco.

Sperando di riuscire a chiudere la lista dei componenti pc che mi restavano

entro marzo, mi ero impegnato ad acquistare gli elementi più costosi e difficili

da trovare: la scheda grafico e il processore. Risolto il primo compito, come

descritto nella puntata precedente. Ora tocca raccontare, più concisamente

che posso, tutto quello che ho dovuto affrontare per entrare in possesso del

processore.

 

Micione assiso e in attesa; ph: Francesco Coppola

Micione assiso e in attesa; ph: Francesco Coppola

Non si sarebbe certo detto, a guardare il listino prezzi dei processori AMD

che i modelli a 6 e 8 core dell’ultima serie, tornati da qualche tempo al

prezzo indicato dal produttore, sarebbe stato difficile ottenere l’arrivo a

casa della cpu iniziale della mia nuova workstation. Non difficile come

la benedetta scheda grafica, almeno. Così pensavo, ma mi sbagliavo.

 

Prima di farvi il resoconto di questo avventuroso acquisto in piena epoca

pandemica, lasciatemi parlare dell’oggetto che ho ora qui accanto a me.


Il Ryzen 5600x è un processore da sei core e dodici thread, un guadagno

relativo 8in termini di numero di core) rispetto al vecchio Intel I7 4790k che mi

ha servito sino a ora, ma più sostanzioso di quanto i numeri delle specifiche

potrebbero suggerire dal punto di vista delle prestazioni.

 

Inutile stare a citare cose come, le velocità di frequenza, minima e massima.

Grazie alla rinnovata architettura Zen 3 e alla litografia produttiva a 7nm, infatti,

le Informazioni per Clock (IPC) a parità di MHz di cui sono dotati tutti i Ryzen

serie 5000 sono da leadership nel mercato. Il tutto, oltretutto, con minore

consumo energetico e riscaldamento rispetto a Intel.

Il 5600x è, nello specifico, un campione assoluto di efficienza energetica, sia

in stock che in eventuale over clock.

 

Rispetto alla generazione precedente della concorrenza (la 10th), questa

cpu brilla per prestazioni, sia in game che nelle applicazioni professionali.

I nuovi Intel 11th gen. (lanciati sul mercato la settimana scorsa) hanno

modificato parzialmente questo posizionamento, almeno per quel che

riguarda i modelli di fascia entry level, avvicinandosi nelle prestazioni del

5600x, ma senza superarlo e, comunque, dato l’apparente flop degli Intel

11 gen di medio e alto costo, resta sempre valida la prospettiva che mi sono

dato – a disponibilità e prezzi normalizzati – di prendere fra qualche mese un

Ryzen 5800x o, magari, il 5900x. (12 core e 24 thread)

Il prezzo del 5800x, da noi, seppur variabile di giorno in giorno (segno che

ancora le scorte non sono del tutto sufficienti per mantenere il prezzo al

livello stabilito dalla fabbrica), si può trovare a quei circa 450 euro, il quale è

il suo prezzo di fabbrica. Avendo pagato già la scheda grafica per oltre 300

euro, mi sarei però trovato in difficoltà col mio conto corrente. Conoscendo

l’esistenza di un paio di ausili al pagamento su Amazon, contavo di sfruttarle

per prendere subito un processore di fascia più alta.

Conti fatti senza conoscere l’effettivo funzionamento di tali ausili. I quali

descriverò più sotto.

La ricerca infruttuosa di una soluzione per il pagamento a rate

Ryzen 5 5600x, in mio possesso; ph: Francesco Coppola

Ryzen 5 5600x, in mio possesso; ph: Francesco Coppola

Per amore di concisione questa parte sarà solo un riassunto didascalico

della mia frustrante esperienza durata oltre una settimana di tentativi

diversi e sui vari portali di cui più avanti parlerò.

Cinque rate su Amazon.it: Se si ha l’abbonamento a Prime da almeno un anno, si

è cittadini italiani, non si hanno problemi di pagamento passati con Amazon,

su alcuni articoli che presentano nella loro pagina l’apposito avviso, è possibile

suddividere il costo di un prodotto in cinque rate senza costi aggiuntivi (non si tratta

di un finanziamento). In questo modo ho preso i 16gb di RAM, per esempio, che

il mese scorso stavo ancora pagando e quindi questa soluzione non era a mia

disposizione.

CrediLine di Cofidis: l’altra possibilità di rateizzazione presente sull’Amazon

italiano è questa. Assomiglia più al classico finanziamento, con la possibilità

di pagare a rate i prodotti indicanti tale possibilità con CreditLine, sino a 24 rate

fra i 100 e i 1500 euro di costo di un singolo o gruppo di prodotti. Non richiede

l’esibizione di una busta paga, bensì di alcuni documenti, fra cui la Carta

Regionale dei Servizi, la Patente o in alternativa il Passaporto e l’Iban, per lo

scalo direttamente in conto delle rate.

In questo caso vi sono dei costi da pagare: il TAEG al 12,84%, più una

commissione. La patente che richiedono loro, inoltre, è specificamente quella

in formato tessera.

Là dove ho sbattuto il muso ripetutamente è il fatto che Cofidis non accetta le

vecchie patenti in formato cartaceo. Figuriamoci se ho un passaporto in corso

di validità.

E-price: Qui è presente il Tasso Zero di Findomestic, una soluzione per

suddividere un pagamento entro 20 rate a TAEN e TAEG azzerati, con attivazione

pratica del tutto on line.

Per quanto non venga citato sul sito in questione, Findomestic richiede per forza

di cose l’esibizione di una busta paga. Cosa scoperta, a un certo punto, subito e

cuore messo in pace senza alcuno stress.

3 o 4 rate con ONey: Usando la propria carta di credito e solo quella. La

rateizzazione non comporta costi aggiuntivi.

Assicuratevi che la vostra carta di credito sia attiva e abilitata ai pagamenti on

line, che abbiate il suo PIN, o vi ritroverete come il sottoscritto a fare tentativi

a vuoto ripetuti senza capirci nulla. Magari, se avete l’homebanking controllate

dal pc lo stato di attivazione della vostra carta, perché a giudicare da quel che

mostrava la mia app sul cellulare, non c’era modo di comprendere cosa non

andasse, né chiamare il numero verde della carta di credito è servito a nulla.

Ollostore: Anche qui c’è il Tasso Zero di Findomestic, ma solo per ordini sopra i

1000 euro. Da segnare che su questo store si trovano forse i prezzi migliori del

panorama italiano (e non solo), solo che non è possibile ordinare il pezzo sul

momento, solo ordinarlo entro una certa data. Il negozio in seguito si impegnerà

a recapitarvelo il prima possibile. Cosa ciò può significare, lo spiegherò nella

sezione successiva.

HWonline: Offre anche lui due possibilità di rateizzazione, la prima è Rate in rete

della Consel, la quale prevede una suddivisione di un acquisto fra le 6 e le 48 rate,

con un costo da suddividere minimo di 500 euro e un massimo di 7999.

Manco a dirlo, a parte un gran numero di documenti, bisogna mostrare copia di

una busta paga. Sapevo già quindi non andava bene per me e la evitai.

Pagodil: Si tratta del secondo metodo di pagamento agevolato presente su

HWonline, in collaborazione con Cofidis. Prevede 6 rate senza interessi e con

primo pagamento a 30 giorni.

Considerando chi è l’ente finanziante di questo sistema, la mia

vecchia patente cartacea non è piaciuta.

SferaUfficio: L’unica possibilità di agevolare l’acquisto su questo store on

line è rappresentato dal finanziamento vecchio stile Findomestic. Non ho

quindi neanche pensato di usarlo.

Quindi, a un certo punto mi sono dovuto arrendere all’idea che non potevo

alleggerire il peso dell’acquisto e che avrei dovuto comperare il processore

pagandolo sull’unghia. Solo che a quel punto i 450 euro del 5800x mi venivano

troppi (per motivi sopra già esplicati). Ho dovuto scegliere quindi il 5600x, più

economico, e accettare l’aiuto che mi aveva già offerto da qualche giorno il mio

carissimo amico di lunga data, Giuseppe.

E fu così che, andando su Sferaufficio punto com ho ordinato il mio AMD Ryzen

5 5600x. Tutto a posto e avventure finite, quindi?

Non proprio.

Si fa presto a dire “ordine effettuato”

Come già scritto, i prezzi dei processori Ryzen, almeno per i modelli a 6 e 8

core, si sono normalizzati da qualche settimana, questo mi ha portato a

ritenere che le quantità di questi modelli fossero aumentate, tanto da non

comportare problemi e difatti non me ne aspettavo.

Siamo in pandemia, però, e questo implica che tutto il mondo sta cercando

componenti per pc (fra le altre cose) e i processori AMD serie 5000 sono i più

ricercati, di qui ne deriva il fatto che le spedizioni si possono, beh, perdere…

Il primo magazzino fornitore dello store in cui ho fatto l’ordine del mio 5600x,

infatti, dopo circa dieci giorni dall’ordine, non è stato più disponibile. Ho

ricevuto quindi una telefonata dal signor Sfera Ufficio, il quale mi proponeva o

di fare un secondo tentativo (con un altro loro fornitore) oppure potevo

richiedere il rimborso della soma impegnata. Con il tono di voce più triste che

mi sono sentito fare, scelsi di fare un secondo tentativo.

Per fortuna, le sorprese a questo punto – per me – sono finite e il preziosissimo

processore è finalmente nelle mie mani. Fu, però, una lunga, lunga, avventura.

Da qui in poi

A questo punto del mio lungo progetto, la gran parte dei pezzi del mio nuovo pc

– almeno nella sua versione iniziale – sono in mio possesso. Mi mancano solo il

case (ciò entro cui vengono messi i vari pezzi del pc, per chi non lo sapesse) ed

eventuali ventole aggiuntive – anche per il mio dissipatore del processore – e la

pasta termica da piazzare fra processore e dissipatore.

Essendo il case un elemento ingombrante e di difficile piazzamento a

medio/lungo termine in casa, prima di ordinarlo sto cominciando a

cercare qualcuno che possa fare tutta l’operazione di assemblaggio,

installazione di Windows 10 e primo aggiornamento dei vari

driver (chipset, scheda madre, scheda video, almeno), pagando

ovviamente.

Una volta ottenuto un accordo e un appuntamento, farò l’ordine di quanto mi

manca.

I provvedimenti locali contro il covid, certo, sono un ostacolo al

compimento di questo ultimo passo. Non dovrei uscire dal mio comune, che

è piccolo e non è facile trovarvi qualche tecnico adatto al mio bisogno entro i

suoi confini.

Che gusto ci sarebbe, però, a finire un processo lungo diversi

mesi, se anche l’ultimo passaggio non risulta problematico?

Aspettatevi quindi ancora altre puntate di questo diario realizzativo di

questo progetto, e

Come sempre

Per Aspera ad Astra!




 

Progetto I - nuova workstation, pt. 4a

Cercando di completare gli acquisti in epoca di carenza di hardware

Il riposo del cacciatore; ph: Francesco Coppola

Il riposo del cacciatore; ph: Francesco Coppola

Se avete seguito sin qui le mie “avventure” di acquirente di componenti per il

mio nuovo computer da photo-editing saprete che, in questo mese di marzo,

mi ero prefisso di ultimare gli acquisti delle parti che ancora mi mancavano,

per poi dedicare le mie risorse di aprile all’assemblaggio finale e al riprendere

fotografare.

La decisione era dettata in parte al pre accordo verbale avuto con Aurora, la

modella con cui sono in contatto da qualche mese e alla quale avevo indicato

proprio l’inizio di aprile come data per organizzare la nostra sessione di scatti.

Questo, ovviamente, nel caso la situazione pandemica si alleggerisce a

sufficienza, qui in Lombardia.

I tanti mesi passati, da novembre, nella più totale inattività fotografica sono

ovviamente un altro, sostanzioso, motivo.

A mancare, però, erano i prodotti più rari e costosi che si possano attualmente

comprare: processore e scheda grafica. Case e altre minuzie rappresentano

costi assai più contenuti.

Razionalmente, invece, avrei dovuto contattare Aurora e avvertirla che, data l

’attuale situazione di carenza globale di componenti – dovuta all’impazzimento

pandemico di tutto il mercato hardware – magari avremmo fatto meglio a

posticipare ogni nostra collaborazione a un mese (almeno) successivo.

Però no, non sono tipo da arrendermi senza mettermi alla prova. Eccoci, quindi,

in questa che è la prima di due narrazioni di quanto mi è accaduto

nell’inselvatichito mercato del hardware pc. Come non cominciare, perciò,

proprio con la caccia alla scheda grafica?

La ricerca della scheda grafica,

dal panorama generale all’individuazione delle opzioni disponibili

La mia scheda grafica momentanea; ph: Francesco Coppola

La mia scheda grafica momentanea; ph: Francesco Coppola

Speravo, davvero – davvero speravo con l’inizio di questo 2021– che la

carenza di schede grafiche avesse una sua naturale conclusione entro

la primavera. Era stato pure un alto grado di Nvidia che aveva inizialmente

previsto per la primavera la fine della scarsità di schede video. Siamo a

marzo e invece nel settore regna il lucro più crasso.

I prezzi sono lievitati per ogni scheda grafica dal 100% del loro valore nominale

in su. Anche le schede più vecchie, pure quelle di seconda mano hanno

quotazioni stellari. Lasciamo perdere le Nvidia serie 3000 o le Radeon serie

6000, ma attualmente è difficile procurarsi pure una gtx 1080 o 1070 ma la

situazione non è semplice nemmeno sul lato Radeon: 580 viene spesso venduta

intorno ai 700 euro! Le uniche schede grafiche in pronta consegna su diversi

shop on line sono le gtx 710, o una Radeon 290. Puah! Perfino la mia attuale

scheda grafica: la gtx 960 con 2gb di VRAM è quotata su E-bay sopra i 200 euro!!

Ricordo poi ai miei lettori, che il sottoscritto resta sempre un disoccupato di

lungo corso con scarse risorse. Uno di quelli che non può inseguire la scheda

grafica dei suoi sogni nei cieli, vasti e sconfinati, fame predatoria dei tanti

bagarini.

I miei piani, verso novembre, erano: o riesco a trovare una rtx 3070 di qualche

tipo subito – soprattutto se ce la faccio ad attingere a qualche rateizzazione

agevolata (alla prossima per un approfondimento in merito) – oppure, alle

brutte posso sempre prendere una gtx 1660 super come scheda provvisoria e l

avorarci fintanto che la disponibilità delle schede grafiche più recenti non

migliora.

Sapete, però, quanto può costare, oggi, una gtx 1660 super su Amazon Italia?

Le quotazioni partono intorno ai 600 euro e volano sino a toccare gli 800. Su

un altro store on line, come e-price, beh, i prezzi per quel modello di scheda

grafica partono dai circa 650 per arrivare agli 899, mentre se vi andasse di farvi

quattro risate, potreste ammirare l’annuncio su E-bay che passa questa scheda

(la quale a inizio novembre pascolava placida nei verdi campi attorno ai 250

euro) mettendola a 1549 di euro.

Mi sono dunque trovato costretto a valutare alternative. Ciò evitando

recisamente le gtx 710, le Radeon 290 e le vecchissime Nvidia Quadro

che offrono in pronta consegna gli store on line.

Per prima cosa bisogna comprendere come funziona l’attuale mercato

impazzito. La corsa all’accaparramento segue comunque una sua ratio.

Sono scomparse, o sono state poste a prezzi inenarrabili schede molto

desiderabili. L’hype guida questa folle inflazione, in prima istanza. A

seguire vengono cercate di più le schede che hanno avuto nel tempo

buona critica.

Inoltre, bisogna considerare la differenza fra negozio in rete come Amazon,

e le espressioni web di negozi fisici che hanno delle loro sedi fisiche. Se si

punta su schede grafiche attualmente in produzione, questi ultimi avranno

un canale di approvvigionamento proprio con i vari marchi che producono

queste schede e potrebbero offrire occasioni aggiuntive di acquisto.

Da considerare inoltre c’è il fatto che è in questa situazione è meglio puntare

su Nvidia che su Radeon, non per considerazioni qualitative tecniche, ma

semplicemente numeriche. Nvidia è un’azienda più grossa e ha più partner

rispetto a AMD Radeon. Ciò vuol dire che ci sono semplicemente più schede

i n giro del team green che del team red.

Infine, ma non da ultimo, bisogna considerare cosa ci si deve fare con la propria

scheda grafica. Se si vuole costruire un pc solo per giocare, per esempio, quelle

gtx 1050 ti che recentemente Nvidia ha di nuovo reso disponibile potrebbe anche

andare bene.

Come sapete, però, a me preme maggiormente poter utilizzare tranquillamente

i programmi di fotoritocco della Adobe e relativi add on, come potrebbe essere

un Topaz denoise o una Nick Collection. A questo fine, ho concluso, meglio a

maggior ragione una scheda abbastanza recente e attualmente in produzione,

con della memoria video, magari poca ma di ultima generazione, quindi dotata

di ram gddr 6.

Cerca che ti cerca, ho così individuato come per me desiderabile fosse una

scheda grafica che ha ricevuto recensioni poco lusinghiere al suo lancio, pur

dotata di un chip abbastanza recente e di memoria ram adatta ai miei scopi.

Vale a dire la geforce gtx 1650 con 4gb di gddr6.

Ciò considerando anche che le recensioni al lancio erano tanto negativo per

una questione di rapporto prestazioni/prezzo, oltre che di confusione sulla

linea gtx 16, al tempo divenuto parecchio affollata. Ora, con questa situazione

pandemica in pieno fiorire, tutte le questioni di rapporto qualità/prezzo sono

andate in maggior gloria, non contano più niente. Se si trova una gtx 1650

dotata di ram gddr 6 fra i 250 e i 350 euro, è un buon compromesso temporaneo

per passare lavorando ai propri progetti durante questa lunga notte della ragione

e del diritto commerciale sul web.

Perché questa è la caratteristica che renderà un pc assemblato superiore a

qualsiasi altra macchina del tutto o poco aggiornabile: io ora posso scegliere

per la fase di avvio della mia nuova macchia da foto-editing anche un processore

e una scheda grafica che fra un anno potrò sostituire con più nuove e performanti.

Non si può fare lo stesso con alcun prodotto Apple, non con una console, solo in

minima parte con alcuni pre-assemblati.

La caccia alla gtx 1650

Madness captured

Madness captured

Una volta individuato il tipo di prodotto da cercare il problema era cercarlo in

vari store on line. Così, a inizio marzo, comincio la mia caccia. Imparando ben

presto a evitare la ricerca durante il finesettimana (durante il quale i prezzi

lievitano),

e su Amazon Italia, in cui la situazione dei prezzi e della disponibilità delle

schede grafiche è più disperata che altrove.

Cercando anche sfruttando alcuni comparatori di prezzi sono riuscito a trovare

una ASUS TUF gtx 1650 4gb ddr6 a un prezzo interessante, 238 euro, sul

marketplace di E-price, con promessa di consegna fra il 16 e il 18 marzo.

Effettuato l’acquisto senza richiedere rate, mi sono così considerato a posto

per una settimana circa. Considerando anche quanto inflazionati sono i prezzi

di molte schede grafiche, mi sono anche sentito orgoglioso di me stesso.

Avevo cantato vittoria troppo presto, però. La scorsa settimana, infatti, ricevo u

na mail che mi informava che il venditore non era riuscito a inviarmi la scheda

grafica e che era in corso la procedura del rimborso spese.

Si capisce, in questa situazione, quando una scheda valutabile intorno ai 200

euro a novembre 2020, può arrivare a venire venduta oggi a quasi 600, magari

il venditore stesso avrà deciso che non era il caso di fare troppo gli onesti e

guadagnare qualcosa raddoppiando, o triplicando il prezzo.

Era quindi tempi di tornare alle mie forsennate ricerche sul web. A quel punto

mi è apparso chiaro che era da evitare la ricerca a prezzi troppo vicini al suo

valore. Il dazio pandemico l’avrei dovuto pagare comunque, ma almeno potevo

provare a limitare i danni, restando sotto i 350 euro. Così su Sfera Ufficio, un bel

dì, trovai una PNY gtx 1650 4gb ddr6, a circa 340 euro, con la spedizione a casa

il giorno seguente inclusa. Era l’ultima che avevano e stavolta l’ordine mi è

effettivamente arrivato a casa.

Se si considera che, ora come ora, c’è un annuncio su e-price di un modello

similare a quello che ho preso io a 2184,50 euro, posso considerarmi

soddisfattissimo!

Conclusioni

Come potete appurare, se siete riusciti a leggere sino a qui, fare acquisti di

questo tipo di materiale è diventato un risky business, anche se – c’è da dire –

non mi sono certo impelagato nel mercato della seconda mano e delle tante

fregature che stanno fioccando in questo settore, comunque anche cercando

di comprare hardware nuovo da store di buona reputazione, soprattutto se gli

ordini non vengono gestiti direttamente da loro – così come avviene si cerca fra

gli annunci di un marketplace Amazon o E-price – si può incappare in qualche

inconveniente.

Occorre pazienza, non farsi prendere dalla fretta di acquistare, considerare

che ogni giorno racconta una situazione un po’ diversa dal precedente e

necessita tempo a disposizione, ovviamente, per fare tutte queste ricerche e

contro ricerche.

Se questo vi è sembrato un lungo racconto, sappiate che questo non conclude

tutte le “avventure di acquisto” che mi sono capitate questo mese.

Vi rimando alla prossima puntata quando narrerò la, purtroppo credibile, storia

di cosa ho dovuto fare e come sono dovuto ammattire nella ricerca del processore.

A presto!

Per Aspera ad Astra!





Progetto I - nuova workstation, pt. 3

La situazione

Box cat; ph: Francesco Coppola

Box cat; ph: Francesco Coppola

Dopo una lunghissima attesa, in questo mese di febbraio oramai sul finire, sono riuscito finalmente a ottenere il dissipatore e l’alimentatore per cui avevo investito in febbraio. L’ultimo di cui prima ho scritto è stato l’elemento più difficile da ottenere: dopo aver selezionato e ordinato una unità EVGA da 750w 80+ bronze, ho ricevuto l’avviso da Amazon che il fornitore non garantiva più nuovi approvvigionamenti di quel prodotto. Ho perciò dovuto fare una seconda ricerca e scelta, caduta questa volta su un Corsair 750w 80+ Gold, il quale mi è costato anche di più ma almeno, dopo un’attesa prolungata, è finalmente pervenuto in mio possesso.

Per la cronaca, il dissipatore che ho ora in casa è il Noctua NH – U12S in versione chromax. Minima spesa, qualità ottima, prestazioni sufficienti per un uso che non prevede certo overclocking spinti.

Questo il motivo della mia lunga assenza dal blog. Non potevo certo citare quali acquisti avevo fatto senza avere la sicurezza di avere per le mani il prodotto. La situazione della bolla pandemica è tale, per cui una certa attenzione è dovuta.

Per quanto attiene al mio vecchio computer (da cui sto scrivendo il presente articolo), dopo un inizio febbraio problematico, non mi sta dando grossi problemi. Certo, questo perché lo sto utilizzando di meno e al minimo delle sue potenzialità, ora però è tempo di guardare oltre.

Il prossimo passo

My new psu

My new psu

Stiamo per entrare nel mese di marzo e il tempo che mi sono concesso per raccogliere tutti i pezzi della nuova workstation comincia a scarseggiare. Ho alcuni accordi preventivi con alcune modelle per tornare a scattare entro l’inizio di aprile. Non vorrei farle attendere oltre, francamente. Il peso dell’inattività creativa, oltretutto, si fa sempre più difficile da sopportare.

Sono fermo da oltre tre mesi, ma mi sembra sia passato un anno. Posso guardare serie tv, film, giocare col mio gattone. Per fortuna posso anche fare le mie passeggiate terapeutiche tutte le mattine in cui non piove e se non ci sono altri impegni pressanti. Pratiche che aiutano a trascinarsi oltre. Non è questa però la mia direzione di vita e voglio quanto prima riprendere a fotografare.

Quel che manca da acquistare, per completare il progetto della nuova workstation fotografica va dalle cose più piccole: pasta termica. un lettore di schede di memoria, oltre ad eventuali ventole aggiuntive per il case e il dissipatore.

Vi sono, però anche quei componenti più costosi: case, processore, scheda grafica.

Inoltre, ad acquisti completati e materiale in mio possesso, poi qualcuno dovrebbe assemblare, configurare e testare il sistema. Non sono tanto sicuro di essere in grado di poterlo fare io, e se non lo posso fare io c’è da considerare un altro costo da aggiungere.

Tutto questo lo scrivo per annunciarvi che sto francamente valutando l’opzione di usare le mie poche risorse del mese di marzo per fare il tentativo di finire gli acquisti attraverso il finanziamento che mette a disposizione Amazon Italia. Il budget di aprile, a quel punto, se ne andrebbe per pagare eventualmente un assemblatore/tester della mia nuova macchina da foto editing.

Tutto ciò se il finanziamento va in porto, ovviamente. Cosa di cui non sono affatto sicuro.

Se la cosa va bene, ok. Per gli inizi di aprile posso riprendere i miei shooting.

Se non funziona, ahimè! Il periodo di attesa per il riavvio della mia attività fotografica si allungherà sino all’estate. Potrei finire col dover attendere sino a giugno, forse, se non luglio.

La bolla pandemica nel settore tech

Highlights of a cat; ph: Francesco Coppola

Highlights of a cat; ph: Francesco Coppola

La situazione per chi è costretto a cercare proprio in questi mesi di farsi un computer nuovo è ancora grave. Probabilmente peggiore di quanto non fosse a gennaio. Difatti ai ritardi della produzione dovuti all’eccesso di domanda rispetto alle capacità produttive normali, si sono aggiunti prima i miners di criptovaluta, i quali non solo si sono accaparrati grandi quantità di schede grafiche, di ogni marchio, ma hanno cominciato a farsi rastrelliere da mining anche con i nuovi laptop forniti delle più recenti schede grafiche in versione mobile.

Se si guarda Amazon Italia nei giorni e nei momenti sbagliati (la domenica sera, per esempio), non solo si trovano solo Nvidia RTX 3070 o 3080 a prezzi ben superiori i mille euro, ma oramai a prezzi gonfiati sino alle stelle ci sono anche le schede delle passate generazioni sempre prodotte sia da Nvidia che da AMD. Ho visto una Radeon 5700 xt passare dai circa 500 euro in cui era ai circa1600! Si vedono comparire di nuovo vecchi catorci di schede come la gtx 1050ti o addirittura la gtx 710!

Una situazione snervante che però può essere fronteggiata con un minimo di criterio.

In primis, sia processore che scheda grafica non è detto che debbano essere di ultima generazione. Anche un Ryzen serie 3000 va molto meglio del mio vecchio I7 di quarta generazione. Sicuramente anche una RTX serie 2000 o magari anche una gtx 1080 va meglio della mia spompatissima 960 da 2 gb. Il vantaggio di un computer da assemblare oggi è che a mesi di distanza posso sempre sostituire diversi suoi elementi con i più nuovi.

Da segnalare, poi, un dato di ragionevole speranza per il vicino futuro. Le criptovalute prima o poi smetteranno di salire e salire di valore. Come sempre è accaduto, l’attività del miner di criptovalute non sarà più redditizia, e allora vedremo EBay inondata di RTX 3080 e 3090 a prezzi stracciati.

Poi, si possono trovare, anche su Amazon Italia delle occasioni per schede grafiche di generazione passata a prezzi più ragionevoli e alcune di queste presentano anche l’indicazione di finanziabilità.

Infine, a quanto pare i processori Ryzen serie 5000 stanno tornando alla normalità dei prezzi proposti da AMD. Oramai il 5600x ha prezzi normali, assai vicino alle sue valutazioni più consone è anche il 5800x. Detto questo, certo, il 5900x naviga ancora a circa 300 euro sopra il prezzo di fabbrica e il 5950x non sono riuscito neanche a trovarlo.

A un certo punto, però, il 5800x, processore da otto core e sedici thread, dovrebbe andarmi più che bene e sarebbe una soluzione superiore, in prestazioni, alle offerte Intel, delle quali solo le costosissime serie xeon hanno prestazioni migliori (certo, il 5900x straccia anche gli Intel serie ze, ma direi che potrei accontentarmi).

Conclusioni

A cool cooler

A cool cooler

I prossimi giorni, quindi, saranno molto interessanti per questo progetto.

Se finirò snervato o in successo lo saprete nella prossima puntata. Nella quale forse potrò dirvi se avrò deciso di rischiare tutti i soldi sino a quel punto spesi e mettermi io medesimo a fare il lavoro di assemblaggio e configurazione del pc.

Stay tuned, quindi e

Alla prossima!

Per Aspera ad Astra!






Progetto I - nuova workstation, pt. 2

Premessa

Una comoda mattinata miciosa; ph: Francesco Coppola

Una comoda mattinata miciosa; ph: Francesco Coppola

Benvenute e benvenuti in questo nuovo appuntamento col mio

progetto riguardante la costruzione necessitata della mia nuova

workstation fotografica. Questa volta parliamo da un discorso

generale, che va affrontato prima dell’acquisto di qualsiasi pezzo

hardware, ciò per evitare possibili problemi di incompatibilità che

posso sorgere nella computer building fai da te.



Selezionare gli elementi di un nuovo computer, da dove

cominciare

Nathan Anderson @nathananderson at unsplash.com

Nathan Anderson @nathananderson at unsplash.com

Quando si pensa a selezionare da sé i componenti di un nuovo

computer per avere la migliore configurazione adatta ai propri bisogni

creativi e al miglior rapporto qualità/costo possibile, bisogna cominciare

da una scelta di campo basilare: decidere se il nuovo pc avrà un processore

di marca Intel o AMD.



Non sto considerando qui un grande player del settore che è Apple, ma la

Apple solo di recente ha iniziato a produrre i propri processori, ma non li

vende a parte e quei sistemi in cui sono presenti sono ben poco configurabili

o aggiornabili. La qual cosa, se ci pensate bene, è così bene caratterizzante

della policy di questo marchio: alta qualità dei prodotti, ottima assistenza post

vendita, ma scarsa apertura del proprio Sistema Operativo e possibilità di

aggiornamento dei propri computer raramente esistente. L’unico prodotto

con possibilità di configurazione e aggiornamento nel tempo di Apple è quella

gran grattugia cromata che è il Mac Book Pro, la cui configurazione di partenza

però ha come prezzo di partenza una cifra così stellare da risultare fuori ogni

mia scala, possibile o anche immaginabile, dei miei radar di povero acquirente.

Restiamo con i piedi per terra, perciò e focalizziamoci su quali opzioni restano

a disposizione di noi poveri comuni mortali, vediamo cosa scegliere come

processore e perché è così importante per il resto della configurazione di un

computer.



Dal marchio del processore, infatti, promanano scelte e opportunità specifiche.

Al processore devono essere compatibili elementi come scheda madre, memoria

RAM. Inoltre, scegliere un marchio come AMD rispetto al concorrente da accesso

alla quarta generazione di connessioni PCIE e M.2, capaci queste di velocità di

scambio dati dal doppio in su, rispetto alla generazione terza e quindi garanzia

di compatibilità per futuri rinnovi della configurazione.



Un altro vantaggio di una scelta che verte sui processori di casa AMD è la

retrocompatibilità fra schede madre e processori. Per risparmiare, per

esempio, potrei montare su una scheda madre AMD nuova un processore

di generazione passata, che funzionerebbe appieno e solo in seguito

(cominciando a guadagnare con la Fotografia, magari, o ereditando), potrei

cambiare il processore con uno della generazione più recente e potente. A

naso, infatti, ora come ora sono orientato per scegliere il Ryzen (AMD) 3900x,

col quale dovrei poter lavorare perfettamente per tutto quello che mi serve

per qualche anno, e solo dopo qualche tempo mi procurerei il Ryzen 5800X o

addirittura il 5900X (quando l’attuale crisi dei prezzi del tutto impazziti, magari,

sarà superata…) Intel, invece, è solitamente quel marchio che costringe a

cambiare scheda madre al massimo ogni due generazioni di processori,

per non parlare del fatto che solo con le nuove schede madri, dedicate ai

processori di undicesima generazione Intel, si parla di utilizzare tecnologie

di quarta generazione per le linee PCIE e M.2.



Va detto, però, che quest’anno si aspettano – finalmente – novità interessanti

da Intel, la quale potrebbe tornare a offrire in una nuova generazione di loro

processori, qualche novità tecnica e non il solito aggiornamento e

ottimizzazione del precedentemente visto.



Il tipo di processore, poi, influisce anche sulla scelta della

memoria RAM.

Jorge Ramirez @jorgedevs on unsplash.com

Jorge Ramirez @jorgedevs on unsplash.com

Scegliere AMD o Intel, infatti, ha a che fare anche con la quantità di banchi

RAM e della loro velocità. Sintetizzando l’argomento, si può affermare che

i sistemi Intel sono meno schizzinosi riguardo alla RAM, probabilmente quindi

in questo campo si potrebbe risparmiare. Un processore Intel, infatti, non

patirebbe troppo se accoppiato a un singolo banco RAM e neanche

necessiterebbe di una velocità di clock della RAM tanto alta. Intorno ai 3000 Mhz

potrebbe bastare, mentre per i sistemi AMD è necessario lavorare in coppie di

banchi RAM e questi devono avere una velocità di almeno 3200 Mhz, ma meglio

ancora se questi stanno sui 3600 Mhz. In più, un processore AMD Ryzen predilige

RAM con elementi interni di qualità.



Da processore a scheda madre fino ai dischi vari

Jonas Svidras @jonassvidras at unsplash.com

Jonas Svidras @jonassvidras at unsplash.com



Per quanto riguarda i dischi quali SSD e Hard Disk, come sopra detto, scegliere

AMD permette di sfruttare le connessioni per schede di rete e di SSD di tipo

NMVE M.2 di quarta generazione, assai più veloci della precedente generazione.

Difatti la mia scelta, già fatta e in mio possesso, è caduta su un Samsung 980 Pro,

come mio disco di lavoro (o scratch disk). Capace, come è, di velocità di scambio

dati sino a 7000 mb/s in lettura e di 5000 mb/s in scrittura. Questo dovrebbe di far

lavorare le mie applicazioni Adobe, con tutti i loro filtri, strumenti basati su IA e

plug-in possibili e immaginabili, fluidamente.



Il resto della configurazione

Joseph Greve @lime517 at unsplash.com

Joseph Greve @lime517 at unsplash.com

Per il resto non ci sono grandi differenze fra un sistema o un altro, AMD o Intel che

sia. Si possono scegliere liberamente e a seconda della disponibilità degli store,

tutte le schede grafiche, alimentatori, dissipatori e cabinet che si vuole, tenendo

però conto di alcuni fattori. Uno dei quali è che l’alimentatore deve essere di

adeguata potenza per supportare i sistemi interni, in primis la scheda grafica e le

generazioni più recenti di queste sono più energivore. Personalmente mi orienterò

per un 750 Wat, grosso modo e con certificazione Bronze (se non Gold) 80+. Come

secondo punto, sia le schede grafiche che i dissipatori (se ad aria soprattutto)

influiscono sul tipo di cabinet che si può scegliere: deve esserci spazio sufficiente

per farci entrare tutto, ovviamente e anche per una futura gestione dei componenti

interni.


Conclusioni

Ribadisco, però, che se chi mi legge può spendere in una sola volta, oppure

accede a rate, ci sono sia laptop che computer fissi pre assemblati da acquistare

che possono coprire ogni esigenza.





Il mio caso è, come già detto precedentemente, diverso e non a caso sono

legato al motto:

Per Aspera ad Astra

Ci rivedremo allora per la prossima puntata di questo racconto della

realizzazione della mia nuova workstation fotografica.

E con questo vi saluto e vi rimando alla prossima puntata di questa mia

progettuale avventura!





A presto!






Progetto I - nuova workstation, pt. 1

Un vecchio computer sul viale di un caldo tramonto

Cold view 28 12 2020; ph: Francesco Coppola

Cold view 28 12 2020; ph: Francesco Coppola

Come tutti, nel 2020 appena conclusosi, ho passato

molto tempo chiuso in casa seduto al computer. Non

sarà quindi un caso che la mia vecchia workstation che

utilizzo per tutto quello che è Fotografia e comunicazione

(risalente all’autunno 2014) abbia cominciato a mostrare

segni di cedimento.



Cominciò tutto lo scorso autunno, quando i miei

programmi di post produzione presero a “impazzire”

dopo qualche decina di minuti di lavoro ininterrotto.

Per non dire che già da tempo avevo dovuto acquisire

la buona abitudine di chiudere quei programmi se

dovevo assentarmi per pranzare o altro motivo.



Cosa significa che mi è “impazzito” Photoshop? Beh,

diciamo che – tanto per fare un esempio significativo

– esiste uno strumento basico di quella suite, cioè il

famoso Timbro Clone. Questo strumento, normalmente,

funziona con una selezione iniziale di una zona

dell’immagine da considerare come sorgente, per poi

copiarla, click dopo click, dove serve. La “follia” si è

manifestata quando, dopo minuti di frenetico e continuo

uso, la selezione della “sorgente” si sposta

autonomamente, non essendo fra l’altro un fenomeno

ricorrente o prevedibile mi è successo di accorgermi di

un simile malfunzionamento solo dopo aver pasticciato

un’area, invece di averla pulita.



A quel punto tornare indietro fin dove potevo nella storia

del mio editing, o addirittura tornare a un salvataggio

precedente (cosa che ha comportato anche la perdita di

diverse decine di minuti di lavoro) non portava a

miglioramenti. Il Timbro Clone – anche dopo un veloce

riavvio del programma – rifiutava di selezionare la

“sorgente” che gli indicavo con il mouse e sceglieva

a caso, costringendomi a chiudere il programma e ad

alzarmi dalla mia postazione chiamando a testimone

ogni divinità antica e premoderna a me conosciuta.



Questo comportamento, però, non è stato che una

delle prime avvisaglie del deperimento della mia

workstation. Più di recente, per fare un altro esempio,

il computer ha difficoltà ad accendersi: si accende al

primo tocco sul tasto, poi emette un bip bitonale e si

spegne. Poi riprova a partire con diversi bip e

interruzioni. Sino a ora è riuscito ad avviarsi, alla fine,

ma sono qui a chiedermi per quanto tempo il pc

possa andare avanti senza fondersi, o esplodere

del tutto.

Ogni complicazione del flusso di lavoro sperimentata

mentre sviluppavo le fotografie dell’ultimo modelshoot

che ho condiviso qui, rende sempre l’esperienza del

fotografo una pena esistenziale, ma è la prospettiva di

un totale e definitivo malfunzionamento che mi ha

motivato a iniziare il presente progetto: farmi una

workstation nuova.




Il progetto è finalizzato alla realizzazione di una nuova

macchina con il ruolo fondamentale di sviluppare file

immagine digitali, scansire e convertire in digitale

futuri scatti a pellicola di Medio o Largo Formato e,

possibilmente, permettermi anche di compiere dei

primi passi nella produzione di video (tutorial, model

managing, biografie di autori, etc.).




Normalmente, questo è un compito impegnativo

(economicamente ma anche per il tempo necessario

alla sua realizzazione) già in tempi normali.

Peccato che,




Non è un buon momento per comprare hardware

Strip of light; ph: Francesco Coppola

Strip of light; ph: Francesco Coppola

Vada per inteso, qui intendo descrivere una difficoltà che riguarda

l’acquisto di singole componenti hardware, non di computer pre

assemblati o portatili. Se non si hanno esigenze specifiche di

utilizzo, attualmente magari conviene acquistare un portatile e si

può così ricavare una macchina di una certa potenza a un prezzo

più che ragionevole.





Non è così, però, se si ha 1. L’esigenza di risparmiare e non pagare

in una sola soluzione oltre mille euro, 2. Se si hanno esigenze

particolari di utilizzo, per le quali i soliti 16gb di memoria RAM non

sarebbero per me sufficienti, né si intende condividere i programmi

di elaborazione immagine nello stesso disco del Sistema Operativo e

di tutti i programmi che non riguardano l’elaborazione di immagini.





Una volta, però, comperare i singoli componenti del pc per assemblarli

da sé era la soluzione più conveniente. Cosa è successo?

Farò un breve riassunto di questo 2020 nel mondo della hardware tech:





La pandemia ha scatenato alcuni eventi che influiscono ora (e da

qualche settimana) sull’attuale scarsità di alcuni componenti hardware

da acquistare presso i classici store on line. Cose come la chiusura delle

fabbriche in Cina e Corea del sud hanno provocato ritardi a cascata

nella produzione di diversi prodotti, e di quelli tecnologici in particolare.

I lock down che sono stati applicati dapprima in Cina, poi in Italia e in

seguito in buona parte del mondo, costringendo molte persone a vivere

e lavorare in casa, hanno aumentato esponenzialmente il numero di coloro

che necessitavano di un computer. In questo mercato che provava già

pesanti scarsità di rifornimenti, si sono poi aggiunti gli speculatori in cerca

di affari e di lì sono arrivati sia i bagarini (o scalpers) i quali hanno acquistato

grandi quantità di schede grafiche, processori, consoles appena usciti

– tramite bot – per poi rivenderli a prezzi esagerati sui portali di vendita di

seconda mano. A questi, si sono aggiunti i “miners”, cioè quelle persone

che utilizzando decine su decine di schede grafiche collegate insieme,

ricavano criptovaluta dalla rete.





Ciò ha provocato l’assenza di nuovi processori Ryzen e schede grafiche

Invidia e Radeon da store on line tradizionali quali Amazon. Non solo,

venendo a mancare le novità o trovandosi semmai a prezzi esagerati,

anche le generazioni precedenti di questi prodotti hanno visto i loro

prezzi lievitare sino a quotazioni incredibili, tanto che – per quanto faccia

strano dirlo – attualmente è più conveniente acquistare componenti dai

negozi italiani, che pur avendo il loro solito sovrapprezzo di diverse decine

di euro rispetto a quel che una volta era Amazon, ora quei prezzi risultano

fra i meno folli che si possano trovare in rete.





Contromisure in tempi di strenua crisi

Motherboard; ph: Francesco Coppola

Motherboard; ph: Francesco Coppola

Quindi, la solita vecchia risorsa per farsi un computer di fascia medio-alta

senza spendere troppo è compromessa.



L’unica via aperta rimasta a mia disposizione è quella più paziente (e

sofferente) che riesco a vedere: l’acquisto di singoli pezzi un poco per volta.





In novembre mi sono fornito dei tre dischi che mi servono (boot, progetto

e archiviazione), in dicembre ho acquistato scheda madre e memoria RAM,

oltre a della pasta termica per il dissipatore che penso di utilizzare sul mio

futuro processore. A fine di questo mese prenderò alimentatore, dissipatore

e – se riesco a entrarci nel budget – anche una capture card.





Mi lascerò l’acquisto di processore e scheda grafica per ultimi, da prendere

con quel finanziamento senza necessità di busta paga che esiste da qualche

mese su Amazon (sempre che funzioni), a quel punto potrei permettermi anche

un po’ di sovraprezzo.





Certo, ciò mi consentirà di fornirmi di una workstation di un valore che si

avvicina ai 2k euro (benché ora non sia in grado di stabilirlo per i su citati motivi),

il guaio è che dovrò restare fermo con la mia Fotografia per mesi. Non credo,

infatti, di ultimare questo progetto prima di marzo. La pandemia, però, è ancora

lungi dall’essere sconfitta e vivremo in città chiuse per restrizioni per tutto l’inverno,

non vedo periodo migliore, quindi, per dedicarsi a una simile operazione di

medio termine.





Quindi



Seguiranno, su questo blog, altri post in cui racconto della mia analisi di filiera

tec per scegliere i pezzi di computer che ho scelto. Penso e spero che possa

essere di interesse per qualsiasi creativo, soprattutto se fotografo, che si trova

in una situazione simile alla mia.





Vi rimando, quindi, alla prossima volta.





Nel frattempo, state al sicuro e riguardatevi, ci rileggeremo presto!





Per Aspera ad Astra!