Progetto I - Nuova workstation, pt. 6

Ebbene eccoci, vi scrivo per la prima volta dal mio nuovo computer

– finalmente assemblato e configurato a puntino. Suonino le trombe,

si spargano petali di rosa e conflagriamo festini di ebbra felicità.

Nuncio Vobis, gaudio magnum che dall’unione di

Light Chaser newborn; ph: Francesco Coppola

Light Chaser newborn; ph: Francesco Coppola


AMD Ryzen 5 5600x,

MSI MAG X570 Tomahawk WIFI,

G.Skill Ripjaws V 16gb (8x2) F4 3600mhz cl 16 (t 16 16 16 36)

Noctua NH-U12S Chromax (più Noctua NF-F12 aggiuntiva)

Sabrent Rocket Q Nvme m.2 500gb

Samsung 980 Pro Nvme m.2 500gb

Seagate Firecuda 2 TB Hard Disk

Corsair RM 750W

Palit Geforce GTX 1650 4gb gddr6

Lian Li Lancool II Mesh – performance

Sandisk Extreme Pro SD UHS II USB Reader

Ha preso vita

Light Chaser,

la mia nuova workstation per sviluppo fotografico.





Bastava, quindi, raccogliere i vari pezzi della build, trovare e

chiamare un tecnico per l’assemblaggio e tutto sarebbe andato liscio?





Non esattamente. C’è molto da raccontare, ancora.

Gestazione lunga, parto complicato

Testing; ph: Francesco Coppola

Testing; ph: Francesco Coppola

In precedenti puntate di questa semestrale ricerca di componenti vi ho

raccontato di spedizioni perse (tre volte su tre diversi prodotti), di

prezzi di alcuni prodotti andati ad allegre signorine, e in generale di

lunghissime attese per le spedizioni che continuavano a tenermi inattivo,

con tutta la voglia di fotografare e di progredire con la mia passione che

sono stato costretto a tenermi dentro, senza poterci fare niente per tutto

quel tempo.





Detto ciò, una volta che si affida tutto il materiale raccolto a un tecnico per

l’assemblaggio, bisogna considerare che vi sono concezioni ed esperienze

diverse nell’uso di un pc che possono creare contrattempi imprevisti. Per

anni, dopotutto, la scelta di riferimento per la configurazione di un computer

era basata su processori Intel. A lungo i fattori di surriscaldamento non sono

stati considerati un problema. Inoltre, la gran parte dei computer costruiti

vengono usati per semplici compiti da ufficio. Macchine che non dovevano

affrontare compiti grafici più impegnativi di una presentazione in Power Point.

Altrimenti, l’altra grande porzione di computer che è stata nel tempo

assemblata è il tipico computer da gaming, sicuramente più adatto a compiti

grafici del precedente, ma non certo il tipo di macchina votato eminentemente

a un lavoro con programmi di editing d’immagine. Un gaming pc performante

potrebbe produrre progetti fotografici e videografici senza problemi… tranne

per il fatto – niente affatto trascurabile – che nell’ambito dei lavori sulle

immagini, è necessario essere dotati di monitor dalla adamantina fedeltà dei

colori, cosa che tendenzialmente i gamer (soprattutto se interessati

principalmente a generi come gli e sport e agli sparatutto frenetici) non

considerano.





Ne consegue che, se un tecnico con lunga esperienza da sistemista aziendale,

potrebbe non comprendere le scelte che gli indicate, possibilmente neanche

le raccomandazioni su come configurare il computer. Magari, se mesi fa fosse

stato possibile uscire dal proprio piccolo comune, ci si poteva affidare a un

negozio specializzato nella compravendita di hardware, ma il mio paesino non

ne è fornito e non potevo uscire dai suoi confini.





Così, quel tecnico, potrebbe non comprendere il perché di tutte le ventole che

avevo comprato. Non apprezzare tutta la spesa in due ssd piccolini, di cui uno

più prestante e costoso. Potrebbe dirvi che avreste fatto meglio a prenderne

uno più ampio, economico e impiegare quanto risparmiato per avere 32gb di

RAM invece di soli 16. (Quindi, cosa avrei dovuto fare, una partizione su un solo

SSD? Puah! Improponibile!) Un simile professionista potrebbe ancora

sconsigliarvi di praticare alcun overclocking.





Potrebbe essere veloce ed efficiente nell’assemblaggio e fornirvi il nuovo pc,

tutto completo e pronto a partire, con tanto di Windows e MS Office installati,

con un cable management di buon livello.





Certo, però, poi non installarvi tutte le ventole che avevate acquistato. L’ssd

più performante per cui avevate tanto investito, prefiggendovi di adoperarlo

per i programmi di fotoritocco, ve lo trovate invece adoperato per il Sistema

Operativo e l’uso generalista – obbligandovi così a pianificare nel medio

termine, così, non solo l’upgrade di processore e scheda grafica, ma anche

dell’SSD di lavoro.

E nel consegnarvelo, questo tecnico potrebbe dirvi:





Ah poi, non fare overclocking di alcun tipo, non ne vale la pena.

Ora, uno che può fare a questo punto? Soprattutto dopo tanti mesi di attesa

per poter riprendere la propria attività fotografica?





Io, personalmente, ho iniziato a usare il computer, ho fatto il passaggio di

quasi 700gb di archivi fotografici e altri file di varia natura dal l’ssd esterno che

ho e noto come già i tempi di trasmissione dei file, dal Toshiba al nuovo pc è

infinitamente più veloce che dal vecchio computer al l’ssd esterno.





La stessa quantità di materiale ci ha messo almeno 5 ore per passare dal

vecchio pc all’ssd esterno, un tre quarti d’ora dal drive esterno al nuovo pc.

Ho iniziato a fare un po’ ordine, a scaricare il client di Adobe Creative Cloud e

mi è sovvenuto un sospetto: visto che il tecnico si è preso certe libertà, chi mi

assicura che abbia fatto tutto quel che gli avevo chiesto di fare, dal lato del

Bios e della configurazione della memoria RAM?





Ciò perché, se non doveste saperlo, le memorie DDR4 vengono vendute con

una certa velocità (o frequenza), che nel mio caso è 3600mhz, ma da appena

installate, queste vanno a 2133 MHz, perché quella è la velocità di base di

questa generazione di memorie. Tutte le DDR4, appena installate, hanno una

frequenza bassa. Passare quindi da 2133 MHz, a 3600mhz è tecnicamente

già per sé stesso un overclock. Ricordavo la raccomandazione del tecnico:

“non fare alcun overclock, non ne vale la pena”.





Così ho riavviato il mio nuovo computer e sono passato al BIOS, ossia il

programma di gestione della macchina. Lì ho appurato che la frequenza a cui

stavano andando le mie memorie erano ancora quella di base. Con un “e lo

sapevo io”, ho abilitato la funzione chiamata Extreme Memory Profile (XMP),

per portare le mie memorie alla frequenza per cui le avevo profumatamente

pagate. Salvati i settaggi esco dal bios.





Il mio monitor rimane nero. No HDMI signal, afferma il mio monitor. Il pc è fermo,

morto. Il computer, quel bestione da quasi 15kg di peso e discreta stazza, che mi

è costato poco meno di duemila testoni, così come era, risultava inutilizzabile. Ho

provato a riavviare, a maneggiare con i comandi del monitor, a passare da cavo

HDMI a cavo Display Port. Niente.





Doglie

Cerca che ti cerca; ph: Francesco Coppola

Cerca che ti cerca; ph: Francesco Coppola

Sono rimasto per lunghe decine di minuti fermo a guardare questo mastodontico

blocco di metallo e vetro, chiedendomi cosa fare.





Le opzioni che avevo a quel punto erano, in primis, considerarmi del tutto incapace.

Ho studiato Storia all’università, cosa ne posso sapere mai di faccende tecniche?

Non è il mio campo. Avrei dovuto chiamare di nuovo il tecnico per ingiungergli di

venire a riprendersi il pc e rimetterlo in sesto, facendo tutto quanto gli avevo

chiesto di fare, overclock delle memorie incluse.





Oppure potevo considerarmi quella persona che, nel tempo, mi sono dimostrato

di essere: qualcuno che è sempre capace di apprendere cose nuove e che è

proiettato verso il futuro e non un tipo ancorato a un passato che non esiste più.

Un uomo capace a risolvere imprevisti. I Fotografi, in effetti, devono sviluppare

una capacità da ‘mr Wolf’, dopotutto.





Così, adoperando lo smartphone, mi metto a cercare su Google le possibili cause

di quanto successo al mio computer. Salta fuori che quanto è successo al mio pc è

un comportamento che può capitare nelle schede madre quando si effettua un

overclock che la stessa non regge.





Per risolvere il problema bisognava, però, fare un reset della scheda madre e

riportarla al suo stato di fabbrica. Per effettuare un simile compito vi sono metodi

diversi, alcuni operabili nel caso il problema sia costituito da schermate blu della

morte o continui riavvii. In tal caso il segnale video c’è, si può quindi andare in BIOS

al riavvio e sistemare i problemi da lì.





Non era il mio caso, però. Se non si ha segnale video, i metodi restanti prevedono

di mettere mano sulla scheda madre, o togliendo dal suo alloggiamento la batteria

del CMOS, cosa che resetta la memoria della scheda madre – ma la mia scheda

madre ha un posizionamento di quella batteria poco felice e non sembra, per come

è allocata, che il costruttore abbia pensato tanto a risolvere i problemi in quel modo.

L’altro, ultimo, metodo, prevede l’uso di un cacciavite da porre fra due dei tanti pin

che costellano la scheda madre. Quelli indicati con la sigla JBAT 1.





A quel punto mi potevo considerare fortunato da un lato, perché avendo scelto il

Lian Li Lancool, così facilmente accessibile al suo interno, che arrivare alla scheda

madre non è certo un problema. Dall’altro: valli a trovare i pin specifici che in quel

modo così artigianale vanno collegati.





Sul manuale della scheda madre esiste uno schema dei pin, e c’è l’indicazione che

mi serviva con l’ubicazione del gruppo denominato JBAT 1, peccato che quello

schema fosse semplificato e generico, probabilmente utilizzato per diversi modelli

del produttore. Dovevo mettermi io, con i miei occhi non proprio acuminati, a

scrutare con la torcia dello smartphone a cercare l’eventuale presenza di lettere

indicanti i vari gruppi di pin. Inizialmente non mi sembrava vi fosse scritto niente.





Poi mi sovviene il mio vecchio trucco che utilizzo in situazioni di difficile

visualizzazione. Così accendo tutte le luci disponibili in camera e uso il modulo

fotocamera del mio smartphone per fare la migliore foto possibile alla scheda,

nella zona bassa. Questo per poi andare nella galleria del telefonino e fare

pinch-to-zoom con le dita e, per fortuna, ecco apparire le scritte sulla scheda.





Non mi restava che porre un lungo cacciavite fra quei due pin, in modo da

collegarli (cortocircuitarli?) per una ventina di secondi. Così fatta con tutta la paura

che avevo di sbagliare e rompere tutto. Per fortuna non forzai, piegai, distrussi

niente.





Chiudo perciò tutto, posiziono il computer nella sua posizione operativa, lo collego

e lo riavvio. E quello si accende! Funziona! Operazione perfettamente riuscita!





Primi vagiti del pargolo

Stavo dormendo, che vuoi?: ph: Francesco Coppola

Stavo dormendo, che vuoi?: ph: Francesco Coppola

Così, sono riuscito ad avere di nuovo un segnale video. Il computer è tornato

a funzionare tranquillamente. Unico problema rimanente era che la scheda

madre stava funzionando come se appena uscita dalla fabbrica, con ogni sorta

di problemi che potevano uscire a breve e medio termine.






C’era da fare gli aggiornamenti, del BIOS e dei vari driver. Altro aspetto che

dovevo andarmi a studiare. Per fortuna non c’era nulla di complicato da fare,

anche perché il software di MSI detto Dragon Center permette

l’aggiornamento direttamente dal web e poi aggiorna lui in automatico il

BIOS.






Continuando a studiare cosa altro c’era da aggiornare viene fuori che conviene

aggiornare, separatamente e scaricando i driver direttamente del sito AMD,

anche il Chipset, vale a dire quella sezione della scheda madre che si collega

direttamente al processore. Cosa che faccio.






A quel punto compio la stessa operazione per Windows e per i driver della

scheda Madre.






Tutto quanto sopra descritto svolto, era tempo di tornare al BIOS e ripetere

quella operazione che aveva causato il primo scombussolamento del computer:

la configurazione della frequenza della memoria RAM, abilitando l’XMP.






Cosa che riesce tranquillamente, senza un singolo singhiozzo da parte del

sistema.






Cosa che mi fa sorgere la domanda: ma il tecnico, esattamente, cosa avrà

aggiornato del mio sistema prima di darmelo per pronto?






Comunque. C’era ancora da configurare Photoshop. Perché non è che basti i

nstallare Photoshop CC 2021 per partire, così come se niente fosse. Vi sono

settaggi da impostare anche lì (lo spazio colore in cui si lavora, per esempio,

oppure la quantità di RAM di sistema che il programma può utilizzare, e vari

altri aspetti).






Tirata fuori, per la prima volta, dopo tanti mesi, la mia macchina fotografica,

faccio un paio di scatti veloci, a una particolare pizza fatta da mia madre, e altri

scatti al divo di casa, il gattone Mosè, per testare come andava la prima

impostazione di Photoshop che avevo fatto.






Se vi dicessi che è andato tutto quanto bene la prima volta, vi mentirei. Mi ci è

voluto un altro giro di tutorial su YouTube su come configurare al meglio quel

programma, poi, esausto, vado a dormire. Il giorno dopo, riesco a finire di

sistemare tutto e i risultati certo non validi di un’iscrizione alla Agenzia Magnum,

sono le prime prove che la nuova macchina – Light Chaser – è nata ed è pronta

a elaborare scatti di Bellezza e Sensualità.






Conclusioni

Pizza messinese mom made; ph: Francesco Coppola

Pizza messinese mom made; ph: Francesco Coppola

Come concludere questo mio lunghissimo excursus?

Compratevi un laptop o un preassemblato, che risparmiate in tempo e stress

(ciò, sempre, badando a scegliere bene un prodotto valido e ben costruito).

Per avere un sistema come il mio magari spendereste qualcosa di più, ma volete

mettere l’assistenza e la garanzia di due anni? La mancanza di problemi da

risolvere?






Io, per canto mio, alla fin fine finissima, sono contento di avere acquisito un

minimo di skills in più, e in un settore tecnico – alla strafaccia di chi pensa che

uno storico possa solo vivere da topo di biblioteca e che gli aspiranti Fotografi

siano tutti giovani che sprecano la loro esistenza giocando al computer.






E, in fondo, non è forse questa l’ennesima concretizzazione che la mia vita è

segnata dal motto






Per Aspera ad Astra?






Difatti lo è.

Aspettatevi, di qui in poi, di nuovo delle Belle!

Progetti passati potranno tornare in cantiere. Nuovi modelshoot e progetti vari

possono cominciare a essere immaginati. Nuovo cammino, con la macchina

fotografica in mano, potrà da ora in poi essere fatto.






Evviva!






A presto!







Progetto I - nuova workstation, pt. 4b

Bentornate e bentornati in questa seconda parte dei miei acquisti di marzo

per il progetto di realizzazione della mia nuova workstation da fotoritocco.

Sperando di riuscire a chiudere la lista dei componenti pc che mi restavano

entro marzo, mi ero impegnato ad acquistare gli elementi più costosi e difficili

da trovare: la scheda grafico e il processore. Risolto il primo compito, come

descritto nella puntata precedente. Ora tocca raccontare, più concisamente

che posso, tutto quello che ho dovuto affrontare per entrare in possesso del

processore.

 

Micione assiso e in attesa; ph: Francesco Coppola

Micione assiso e in attesa; ph: Francesco Coppola

Non si sarebbe certo detto, a guardare il listino prezzi dei processori AMD

che i modelli a 6 e 8 core dell’ultima serie, tornati da qualche tempo al

prezzo indicato dal produttore, sarebbe stato difficile ottenere l’arrivo a

casa della cpu iniziale della mia nuova workstation. Non difficile come

la benedetta scheda grafica, almeno. Così pensavo, ma mi sbagliavo.

 

Prima di farvi il resoconto di questo avventuroso acquisto in piena epoca

pandemica, lasciatemi parlare dell’oggetto che ho ora qui accanto a me.


Il Ryzen 5600x è un processore da sei core e dodici thread, un guadagno

relativo 8in termini di numero di core) rispetto al vecchio Intel I7 4790k che mi

ha servito sino a ora, ma più sostanzioso di quanto i numeri delle specifiche

potrebbero suggerire dal punto di vista delle prestazioni.

 

Inutile stare a citare cose come, le velocità di frequenza, minima e massima.

Grazie alla rinnovata architettura Zen 3 e alla litografia produttiva a 7nm, infatti,

le Informazioni per Clock (IPC) a parità di MHz di cui sono dotati tutti i Ryzen

serie 5000 sono da leadership nel mercato. Il tutto, oltretutto, con minore

consumo energetico e riscaldamento rispetto a Intel.

Il 5600x è, nello specifico, un campione assoluto di efficienza energetica, sia

in stock che in eventuale over clock.

 

Rispetto alla generazione precedente della concorrenza (la 10th), questa

cpu brilla per prestazioni, sia in game che nelle applicazioni professionali.

I nuovi Intel 11th gen. (lanciati sul mercato la settimana scorsa) hanno

modificato parzialmente questo posizionamento, almeno per quel che

riguarda i modelli di fascia entry level, avvicinandosi nelle prestazioni del

5600x, ma senza superarlo e, comunque, dato l’apparente flop degli Intel

11 gen di medio e alto costo, resta sempre valida la prospettiva che mi sono

dato – a disponibilità e prezzi normalizzati – di prendere fra qualche mese un

Ryzen 5800x o, magari, il 5900x. (12 core e 24 thread)

Il prezzo del 5800x, da noi, seppur variabile di giorno in giorno (segno che

ancora le scorte non sono del tutto sufficienti per mantenere il prezzo al

livello stabilito dalla fabbrica), si può trovare a quei circa 450 euro, il quale è

il suo prezzo di fabbrica. Avendo pagato già la scheda grafica per oltre 300

euro, mi sarei però trovato in difficoltà col mio conto corrente. Conoscendo

l’esistenza di un paio di ausili al pagamento su Amazon, contavo di sfruttarle

per prendere subito un processore di fascia più alta.

Conti fatti senza conoscere l’effettivo funzionamento di tali ausili. I quali

descriverò più sotto.

La ricerca infruttuosa di una soluzione per il pagamento a rate

Ryzen 5 5600x, in mio possesso; ph: Francesco Coppola

Ryzen 5 5600x, in mio possesso; ph: Francesco Coppola

Per amore di concisione questa parte sarà solo un riassunto didascalico

della mia frustrante esperienza durata oltre una settimana di tentativi

diversi e sui vari portali di cui più avanti parlerò.

Cinque rate su Amazon.it: Se si ha l’abbonamento a Prime da almeno un anno, si

è cittadini italiani, non si hanno problemi di pagamento passati con Amazon,

su alcuni articoli che presentano nella loro pagina l’apposito avviso, è possibile

suddividere il costo di un prodotto in cinque rate senza costi aggiuntivi (non si tratta

di un finanziamento). In questo modo ho preso i 16gb di RAM, per esempio, che

il mese scorso stavo ancora pagando e quindi questa soluzione non era a mia

disposizione.

CrediLine di Cofidis: l’altra possibilità di rateizzazione presente sull’Amazon

italiano è questa. Assomiglia più al classico finanziamento, con la possibilità

di pagare a rate i prodotti indicanti tale possibilità con CreditLine, sino a 24 rate

fra i 100 e i 1500 euro di costo di un singolo o gruppo di prodotti. Non richiede

l’esibizione di una busta paga, bensì di alcuni documenti, fra cui la Carta

Regionale dei Servizi, la Patente o in alternativa il Passaporto e l’Iban, per lo

scalo direttamente in conto delle rate.

In questo caso vi sono dei costi da pagare: il TAEG al 12,84%, più una

commissione. La patente che richiedono loro, inoltre, è specificamente quella

in formato tessera.

Là dove ho sbattuto il muso ripetutamente è il fatto che Cofidis non accetta le

vecchie patenti in formato cartaceo. Figuriamoci se ho un passaporto in corso

di validità.

E-price: Qui è presente il Tasso Zero di Findomestic, una soluzione per

suddividere un pagamento entro 20 rate a TAEN e TAEG azzerati, con attivazione

pratica del tutto on line.

Per quanto non venga citato sul sito in questione, Findomestic richiede per forza

di cose l’esibizione di una busta paga. Cosa scoperta, a un certo punto, subito e

cuore messo in pace senza alcuno stress.

3 o 4 rate con ONey: Usando la propria carta di credito e solo quella. La

rateizzazione non comporta costi aggiuntivi.

Assicuratevi che la vostra carta di credito sia attiva e abilitata ai pagamenti on

line, che abbiate il suo PIN, o vi ritroverete come il sottoscritto a fare tentativi

a vuoto ripetuti senza capirci nulla. Magari, se avete l’homebanking controllate

dal pc lo stato di attivazione della vostra carta, perché a giudicare da quel che

mostrava la mia app sul cellulare, non c’era modo di comprendere cosa non

andasse, né chiamare il numero verde della carta di credito è servito a nulla.

Ollostore: Anche qui c’è il Tasso Zero di Findomestic, ma solo per ordini sopra i

1000 euro. Da segnare che su questo store si trovano forse i prezzi migliori del

panorama italiano (e non solo), solo che non è possibile ordinare il pezzo sul

momento, solo ordinarlo entro una certa data. Il negozio in seguito si impegnerà

a recapitarvelo il prima possibile. Cosa ciò può significare, lo spiegherò nella

sezione successiva.

HWonline: Offre anche lui due possibilità di rateizzazione, la prima è Rate in rete

della Consel, la quale prevede una suddivisione di un acquisto fra le 6 e le 48 rate,

con un costo da suddividere minimo di 500 euro e un massimo di 7999.

Manco a dirlo, a parte un gran numero di documenti, bisogna mostrare copia di

una busta paga. Sapevo già quindi non andava bene per me e la evitai.

Pagodil: Si tratta del secondo metodo di pagamento agevolato presente su

HWonline, in collaborazione con Cofidis. Prevede 6 rate senza interessi e con

primo pagamento a 30 giorni.

Considerando chi è l’ente finanziante di questo sistema, la mia

vecchia patente cartacea non è piaciuta.

SferaUfficio: L’unica possibilità di agevolare l’acquisto su questo store on

line è rappresentato dal finanziamento vecchio stile Findomestic. Non ho

quindi neanche pensato di usarlo.

Quindi, a un certo punto mi sono dovuto arrendere all’idea che non potevo

alleggerire il peso dell’acquisto e che avrei dovuto comperare il processore

pagandolo sull’unghia. Solo che a quel punto i 450 euro del 5800x mi venivano

troppi (per motivi sopra già esplicati). Ho dovuto scegliere quindi il 5600x, più

economico, e accettare l’aiuto che mi aveva già offerto da qualche giorno il mio

carissimo amico di lunga data, Giuseppe.

E fu così che, andando su Sferaufficio punto com ho ordinato il mio AMD Ryzen

5 5600x. Tutto a posto e avventure finite, quindi?

Non proprio.

Si fa presto a dire “ordine effettuato”

Come già scritto, i prezzi dei processori Ryzen, almeno per i modelli a 6 e 8

core, si sono normalizzati da qualche settimana, questo mi ha portato a

ritenere che le quantità di questi modelli fossero aumentate, tanto da non

comportare problemi e difatti non me ne aspettavo.

Siamo in pandemia, però, e questo implica che tutto il mondo sta cercando

componenti per pc (fra le altre cose) e i processori AMD serie 5000 sono i più

ricercati, di qui ne deriva il fatto che le spedizioni si possono, beh, perdere…

Il primo magazzino fornitore dello store in cui ho fatto l’ordine del mio 5600x,

infatti, dopo circa dieci giorni dall’ordine, non è stato più disponibile. Ho

ricevuto quindi una telefonata dal signor Sfera Ufficio, il quale mi proponeva o

di fare un secondo tentativo (con un altro loro fornitore) oppure potevo

richiedere il rimborso della soma impegnata. Con il tono di voce più triste che

mi sono sentito fare, scelsi di fare un secondo tentativo.

Per fortuna, le sorprese a questo punto – per me – sono finite e il preziosissimo

processore è finalmente nelle mie mani. Fu, però, una lunga, lunga, avventura.

Da qui in poi

A questo punto del mio lungo progetto, la gran parte dei pezzi del mio nuovo pc

– almeno nella sua versione iniziale – sono in mio possesso. Mi mancano solo il

case (ciò entro cui vengono messi i vari pezzi del pc, per chi non lo sapesse) ed

eventuali ventole aggiuntive – anche per il mio dissipatore del processore – e la

pasta termica da piazzare fra processore e dissipatore.

Essendo il case un elemento ingombrante e di difficile piazzamento a

medio/lungo termine in casa, prima di ordinarlo sto cominciando a

cercare qualcuno che possa fare tutta l’operazione di assemblaggio,

installazione di Windows 10 e primo aggiornamento dei vari

driver (chipset, scheda madre, scheda video, almeno), pagando

ovviamente.

Una volta ottenuto un accordo e un appuntamento, farò l’ordine di quanto mi

manca.

I provvedimenti locali contro il covid, certo, sono un ostacolo al

compimento di questo ultimo passo. Non dovrei uscire dal mio comune, che

è piccolo e non è facile trovarvi qualche tecnico adatto al mio bisogno entro i

suoi confini.

Che gusto ci sarebbe, però, a finire un processo lungo diversi

mesi, se anche l’ultimo passaggio non risulta problematico?

Aspettatevi quindi ancora altre puntate di questo diario realizzativo di

questo progetto, e

Come sempre

Per Aspera ad Astra!




 

Progetto I - nuova workstation, pt. 4a

Cercando di completare gli acquisti in epoca di carenza di hardware

Il riposo del cacciatore; ph: Francesco Coppola

Il riposo del cacciatore; ph: Francesco Coppola

Se avete seguito sin qui le mie “avventure” di acquirente di componenti per il

mio nuovo computer da photo-editing saprete che, in questo mese di marzo,

mi ero prefisso di ultimare gli acquisti delle parti che ancora mi mancavano,

per poi dedicare le mie risorse di aprile all’assemblaggio finale e al riprendere

fotografare.

La decisione era dettata in parte al pre accordo verbale avuto con Aurora, la

modella con cui sono in contatto da qualche mese e alla quale avevo indicato

proprio l’inizio di aprile come data per organizzare la nostra sessione di scatti.

Questo, ovviamente, nel caso la situazione pandemica si alleggerisce a

sufficienza, qui in Lombardia.

I tanti mesi passati, da novembre, nella più totale inattività fotografica sono

ovviamente un altro, sostanzioso, motivo.

A mancare, però, erano i prodotti più rari e costosi che si possano attualmente

comprare: processore e scheda grafica. Case e altre minuzie rappresentano

costi assai più contenuti.

Razionalmente, invece, avrei dovuto contattare Aurora e avvertirla che, data l

’attuale situazione di carenza globale di componenti – dovuta all’impazzimento

pandemico di tutto il mercato hardware – magari avremmo fatto meglio a

posticipare ogni nostra collaborazione a un mese (almeno) successivo.

Però no, non sono tipo da arrendermi senza mettermi alla prova. Eccoci, quindi,

in questa che è la prima di due narrazioni di quanto mi è accaduto

nell’inselvatichito mercato del hardware pc. Come non cominciare, perciò,

proprio con la caccia alla scheda grafica?

La ricerca della scheda grafica,

dal panorama generale all’individuazione delle opzioni disponibili

La mia scheda grafica momentanea; ph: Francesco Coppola

La mia scheda grafica momentanea; ph: Francesco Coppola

Speravo, davvero – davvero speravo con l’inizio di questo 2021– che la

carenza di schede grafiche avesse una sua naturale conclusione entro

la primavera. Era stato pure un alto grado di Nvidia che aveva inizialmente

previsto per la primavera la fine della scarsità di schede video. Siamo a

marzo e invece nel settore regna il lucro più crasso.

I prezzi sono lievitati per ogni scheda grafica dal 100% del loro valore nominale

in su. Anche le schede più vecchie, pure quelle di seconda mano hanno

quotazioni stellari. Lasciamo perdere le Nvidia serie 3000 o le Radeon serie

6000, ma attualmente è difficile procurarsi pure una gtx 1080 o 1070 ma la

situazione non è semplice nemmeno sul lato Radeon: 580 viene spesso venduta

intorno ai 700 euro! Le uniche schede grafiche in pronta consegna su diversi

shop on line sono le gtx 710, o una Radeon 290. Puah! Perfino la mia attuale

scheda grafica: la gtx 960 con 2gb di VRAM è quotata su E-bay sopra i 200 euro!!

Ricordo poi ai miei lettori, che il sottoscritto resta sempre un disoccupato di

lungo corso con scarse risorse. Uno di quelli che non può inseguire la scheda

grafica dei suoi sogni nei cieli, vasti e sconfinati, fame predatoria dei tanti

bagarini.

I miei piani, verso novembre, erano: o riesco a trovare una rtx 3070 di qualche

tipo subito – soprattutto se ce la faccio ad attingere a qualche rateizzazione

agevolata (alla prossima per un approfondimento in merito) – oppure, alle

brutte posso sempre prendere una gtx 1660 super come scheda provvisoria e l

avorarci fintanto che la disponibilità delle schede grafiche più recenti non

migliora.

Sapete, però, quanto può costare, oggi, una gtx 1660 super su Amazon Italia?

Le quotazioni partono intorno ai 600 euro e volano sino a toccare gli 800. Su

un altro store on line, come e-price, beh, i prezzi per quel modello di scheda

grafica partono dai circa 650 per arrivare agli 899, mentre se vi andasse di farvi

quattro risate, potreste ammirare l’annuncio su E-bay che passa questa scheda

(la quale a inizio novembre pascolava placida nei verdi campi attorno ai 250

euro) mettendola a 1549 di euro.

Mi sono dunque trovato costretto a valutare alternative. Ciò evitando

recisamente le gtx 710, le Radeon 290 e le vecchissime Nvidia Quadro

che offrono in pronta consegna gli store on line.

Per prima cosa bisogna comprendere come funziona l’attuale mercato

impazzito. La corsa all’accaparramento segue comunque una sua ratio.

Sono scomparse, o sono state poste a prezzi inenarrabili schede molto

desiderabili. L’hype guida questa folle inflazione, in prima istanza. A

seguire vengono cercate di più le schede che hanno avuto nel tempo

buona critica.

Inoltre, bisogna considerare la differenza fra negozio in rete come Amazon,

e le espressioni web di negozi fisici che hanno delle loro sedi fisiche. Se si

punta su schede grafiche attualmente in produzione, questi ultimi avranno

un canale di approvvigionamento proprio con i vari marchi che producono

queste schede e potrebbero offrire occasioni aggiuntive di acquisto.

Da considerare inoltre c’è il fatto che è in questa situazione è meglio puntare

su Nvidia che su Radeon, non per considerazioni qualitative tecniche, ma

semplicemente numeriche. Nvidia è un’azienda più grossa e ha più partner

rispetto a AMD Radeon. Ciò vuol dire che ci sono semplicemente più schede

i n giro del team green che del team red.

Infine, ma non da ultimo, bisogna considerare cosa ci si deve fare con la propria

scheda grafica. Se si vuole costruire un pc solo per giocare, per esempio, quelle

gtx 1050 ti che recentemente Nvidia ha di nuovo reso disponibile potrebbe anche

andare bene.

Come sapete, però, a me preme maggiormente poter utilizzare tranquillamente

i programmi di fotoritocco della Adobe e relativi add on, come potrebbe essere

un Topaz denoise o una Nick Collection. A questo fine, ho concluso, meglio a

maggior ragione una scheda abbastanza recente e attualmente in produzione,

con della memoria video, magari poca ma di ultima generazione, quindi dotata

di ram gddr 6.

Cerca che ti cerca, ho così individuato come per me desiderabile fosse una

scheda grafica che ha ricevuto recensioni poco lusinghiere al suo lancio, pur

dotata di un chip abbastanza recente e di memoria ram adatta ai miei scopi.

Vale a dire la geforce gtx 1650 con 4gb di gddr6.

Ciò considerando anche che le recensioni al lancio erano tanto negativo per

una questione di rapporto prestazioni/prezzo, oltre che di confusione sulla

linea gtx 16, al tempo divenuto parecchio affollata. Ora, con questa situazione

pandemica in pieno fiorire, tutte le questioni di rapporto qualità/prezzo sono

andate in maggior gloria, non contano più niente. Se si trova una gtx 1650

dotata di ram gddr 6 fra i 250 e i 350 euro, è un buon compromesso temporaneo

per passare lavorando ai propri progetti durante questa lunga notte della ragione

e del diritto commerciale sul web.

Perché questa è la caratteristica che renderà un pc assemblato superiore a

qualsiasi altra macchina del tutto o poco aggiornabile: io ora posso scegliere

per la fase di avvio della mia nuova macchia da foto-editing anche un processore

e una scheda grafica che fra un anno potrò sostituire con più nuove e performanti.

Non si può fare lo stesso con alcun prodotto Apple, non con una console, solo in

minima parte con alcuni pre-assemblati.

La caccia alla gtx 1650

Madness captured

Madness captured

Una volta individuato il tipo di prodotto da cercare il problema era cercarlo in

vari store on line. Così, a inizio marzo, comincio la mia caccia. Imparando ben

presto a evitare la ricerca durante il finesettimana (durante il quale i prezzi

lievitano),

e su Amazon Italia, in cui la situazione dei prezzi e della disponibilità delle

schede grafiche è più disperata che altrove.

Cercando anche sfruttando alcuni comparatori di prezzi sono riuscito a trovare

una ASUS TUF gtx 1650 4gb ddr6 a un prezzo interessante, 238 euro, sul

marketplace di E-price, con promessa di consegna fra il 16 e il 18 marzo.

Effettuato l’acquisto senza richiedere rate, mi sono così considerato a posto

per una settimana circa. Considerando anche quanto inflazionati sono i prezzi

di molte schede grafiche, mi sono anche sentito orgoglioso di me stesso.

Avevo cantato vittoria troppo presto, però. La scorsa settimana, infatti, ricevo u

na mail che mi informava che il venditore non era riuscito a inviarmi la scheda

grafica e che era in corso la procedura del rimborso spese.

Si capisce, in questa situazione, quando una scheda valutabile intorno ai 200

euro a novembre 2020, può arrivare a venire venduta oggi a quasi 600, magari

il venditore stesso avrà deciso che non era il caso di fare troppo gli onesti e

guadagnare qualcosa raddoppiando, o triplicando il prezzo.

Era quindi tempi di tornare alle mie forsennate ricerche sul web. A quel punto

mi è apparso chiaro che era da evitare la ricerca a prezzi troppo vicini al suo

valore. Il dazio pandemico l’avrei dovuto pagare comunque, ma almeno potevo

provare a limitare i danni, restando sotto i 350 euro. Così su Sfera Ufficio, un bel

dì, trovai una PNY gtx 1650 4gb ddr6, a circa 340 euro, con la spedizione a casa

il giorno seguente inclusa. Era l’ultima che avevano e stavolta l’ordine mi è

effettivamente arrivato a casa.

Se si considera che, ora come ora, c’è un annuncio su e-price di un modello

similare a quello che ho preso io a 2184,50 euro, posso considerarmi

soddisfattissimo!

Conclusioni

Come potete appurare, se siete riusciti a leggere sino a qui, fare acquisti di

questo tipo di materiale è diventato un risky business, anche se – c’è da dire –

non mi sono certo impelagato nel mercato della seconda mano e delle tante

fregature che stanno fioccando in questo settore, comunque anche cercando

di comprare hardware nuovo da store di buona reputazione, soprattutto se gli

ordini non vengono gestiti direttamente da loro – così come avviene si cerca fra

gli annunci di un marketplace Amazon o E-price – si può incappare in qualche

inconveniente.

Occorre pazienza, non farsi prendere dalla fretta di acquistare, considerare

che ogni giorno racconta una situazione un po’ diversa dal precedente e

necessita tempo a disposizione, ovviamente, per fare tutte queste ricerche e

contro ricerche.

Se questo vi è sembrato un lungo racconto, sappiate che questo non conclude

tutte le “avventure di acquisto” che mi sono capitate questo mese.

Vi rimando alla prossima puntata quando narrerò la, purtroppo credibile, storia

di cosa ho dovuto fare e come sono dovuto ammattire nella ricerca del processore.

A presto!

Per Aspera ad Astra!