Progetto I - nuova workstation, pt. 4b

Bentornate e bentornati in questa seconda parte dei miei acquisti di marzo

per il progetto di realizzazione della mia nuova workstation da fotoritocco.

Sperando di riuscire a chiudere la lista dei componenti pc che mi restavano

entro marzo, mi ero impegnato ad acquistare gli elementi più costosi e difficili

da trovare: la scheda grafico e il processore. Risolto il primo compito, come

descritto nella puntata precedente. Ora tocca raccontare, più concisamente

che posso, tutto quello che ho dovuto affrontare per entrare in possesso del

processore.

 

Micione assiso e in attesa; ph: Francesco Coppola

Micione assiso e in attesa; ph: Francesco Coppola

Non si sarebbe certo detto, a guardare il listino prezzi dei processori AMD

che i modelli a 6 e 8 core dell’ultima serie, tornati da qualche tempo al

prezzo indicato dal produttore, sarebbe stato difficile ottenere l’arrivo a

casa della cpu iniziale della mia nuova workstation. Non difficile come

la benedetta scheda grafica, almeno. Così pensavo, ma mi sbagliavo.

 

Prima di farvi il resoconto di questo avventuroso acquisto in piena epoca

pandemica, lasciatemi parlare dell’oggetto che ho ora qui accanto a me.


Il Ryzen 5600x è un processore da sei core e dodici thread, un guadagno

relativo 8in termini di numero di core) rispetto al vecchio Intel I7 4790k che mi

ha servito sino a ora, ma più sostanzioso di quanto i numeri delle specifiche

potrebbero suggerire dal punto di vista delle prestazioni.

 

Inutile stare a citare cose come, le velocità di frequenza, minima e massima.

Grazie alla rinnovata architettura Zen 3 e alla litografia produttiva a 7nm, infatti,

le Informazioni per Clock (IPC) a parità di MHz di cui sono dotati tutti i Ryzen

serie 5000 sono da leadership nel mercato. Il tutto, oltretutto, con minore

consumo energetico e riscaldamento rispetto a Intel.

Il 5600x è, nello specifico, un campione assoluto di efficienza energetica, sia

in stock che in eventuale over clock.

 

Rispetto alla generazione precedente della concorrenza (la 10th), questa

cpu brilla per prestazioni, sia in game che nelle applicazioni professionali.

I nuovi Intel 11th gen. (lanciati sul mercato la settimana scorsa) hanno

modificato parzialmente questo posizionamento, almeno per quel che

riguarda i modelli di fascia entry level, avvicinandosi nelle prestazioni del

5600x, ma senza superarlo e, comunque, dato l’apparente flop degli Intel

11 gen di medio e alto costo, resta sempre valida la prospettiva che mi sono

dato – a disponibilità e prezzi normalizzati – di prendere fra qualche mese un

Ryzen 5800x o, magari, il 5900x. (12 core e 24 thread)

Il prezzo del 5800x, da noi, seppur variabile di giorno in giorno (segno che

ancora le scorte non sono del tutto sufficienti per mantenere il prezzo al

livello stabilito dalla fabbrica), si può trovare a quei circa 450 euro, il quale è

il suo prezzo di fabbrica. Avendo pagato già la scheda grafica per oltre 300

euro, mi sarei però trovato in difficoltà col mio conto corrente. Conoscendo

l’esistenza di un paio di ausili al pagamento su Amazon, contavo di sfruttarle

per prendere subito un processore di fascia più alta.

Conti fatti senza conoscere l’effettivo funzionamento di tali ausili. I quali

descriverò più sotto.

La ricerca infruttuosa di una soluzione per il pagamento a rate

Ryzen 5 5600x, in mio possesso; ph: Francesco Coppola

Ryzen 5 5600x, in mio possesso; ph: Francesco Coppola

Per amore di concisione questa parte sarà solo un riassunto didascalico

della mia frustrante esperienza durata oltre una settimana di tentativi

diversi e sui vari portali di cui più avanti parlerò.

Cinque rate su Amazon.it: Se si ha l’abbonamento a Prime da almeno un anno, si

è cittadini italiani, non si hanno problemi di pagamento passati con Amazon,

su alcuni articoli che presentano nella loro pagina l’apposito avviso, è possibile

suddividere il costo di un prodotto in cinque rate senza costi aggiuntivi (non si tratta

di un finanziamento). In questo modo ho preso i 16gb di RAM, per esempio, che

il mese scorso stavo ancora pagando e quindi questa soluzione non era a mia

disposizione.

CrediLine di Cofidis: l’altra possibilità di rateizzazione presente sull’Amazon

italiano è questa. Assomiglia più al classico finanziamento, con la possibilità

di pagare a rate i prodotti indicanti tale possibilità con CreditLine, sino a 24 rate

fra i 100 e i 1500 euro di costo di un singolo o gruppo di prodotti. Non richiede

l’esibizione di una busta paga, bensì di alcuni documenti, fra cui la Carta

Regionale dei Servizi, la Patente o in alternativa il Passaporto e l’Iban, per lo

scalo direttamente in conto delle rate.

In questo caso vi sono dei costi da pagare: il TAEG al 12,84%, più una

commissione. La patente che richiedono loro, inoltre, è specificamente quella

in formato tessera.

Là dove ho sbattuto il muso ripetutamente è il fatto che Cofidis non accetta le

vecchie patenti in formato cartaceo. Figuriamoci se ho un passaporto in corso

di validità.

E-price: Qui è presente il Tasso Zero di Findomestic, una soluzione per

suddividere un pagamento entro 20 rate a TAEN e TAEG azzerati, con attivazione

pratica del tutto on line.

Per quanto non venga citato sul sito in questione, Findomestic richiede per forza

di cose l’esibizione di una busta paga. Cosa scoperta, a un certo punto, subito e

cuore messo in pace senza alcuno stress.

3 o 4 rate con ONey: Usando la propria carta di credito e solo quella. La

rateizzazione non comporta costi aggiuntivi.

Assicuratevi che la vostra carta di credito sia attiva e abilitata ai pagamenti on

line, che abbiate il suo PIN, o vi ritroverete come il sottoscritto a fare tentativi

a vuoto ripetuti senza capirci nulla. Magari, se avete l’homebanking controllate

dal pc lo stato di attivazione della vostra carta, perché a giudicare da quel che

mostrava la mia app sul cellulare, non c’era modo di comprendere cosa non

andasse, né chiamare il numero verde della carta di credito è servito a nulla.

Ollostore: Anche qui c’è il Tasso Zero di Findomestic, ma solo per ordini sopra i

1000 euro. Da segnare che su questo store si trovano forse i prezzi migliori del

panorama italiano (e non solo), solo che non è possibile ordinare il pezzo sul

momento, solo ordinarlo entro una certa data. Il negozio in seguito si impegnerà

a recapitarvelo il prima possibile. Cosa ciò può significare, lo spiegherò nella

sezione successiva.

HWonline: Offre anche lui due possibilità di rateizzazione, la prima è Rate in rete

della Consel, la quale prevede una suddivisione di un acquisto fra le 6 e le 48 rate,

con un costo da suddividere minimo di 500 euro e un massimo di 7999.

Manco a dirlo, a parte un gran numero di documenti, bisogna mostrare copia di

una busta paga. Sapevo già quindi non andava bene per me e la evitai.

Pagodil: Si tratta del secondo metodo di pagamento agevolato presente su

HWonline, in collaborazione con Cofidis. Prevede 6 rate senza interessi e con

primo pagamento a 30 giorni.

Considerando chi è l’ente finanziante di questo sistema, la mia

vecchia patente cartacea non è piaciuta.

SferaUfficio: L’unica possibilità di agevolare l’acquisto su questo store on

line è rappresentato dal finanziamento vecchio stile Findomestic. Non ho

quindi neanche pensato di usarlo.

Quindi, a un certo punto mi sono dovuto arrendere all’idea che non potevo

alleggerire il peso dell’acquisto e che avrei dovuto comperare il processore

pagandolo sull’unghia. Solo che a quel punto i 450 euro del 5800x mi venivano

troppi (per motivi sopra già esplicati). Ho dovuto scegliere quindi il 5600x, più

economico, e accettare l’aiuto che mi aveva già offerto da qualche giorno il mio

carissimo amico di lunga data, Giuseppe.

E fu così che, andando su Sferaufficio punto com ho ordinato il mio AMD Ryzen

5 5600x. Tutto a posto e avventure finite, quindi?

Non proprio.

Si fa presto a dire “ordine effettuato”

Come già scritto, i prezzi dei processori Ryzen, almeno per i modelli a 6 e 8

core, si sono normalizzati da qualche settimana, questo mi ha portato a

ritenere che le quantità di questi modelli fossero aumentate, tanto da non

comportare problemi e difatti non me ne aspettavo.

Siamo in pandemia, però, e questo implica che tutto il mondo sta cercando

componenti per pc (fra le altre cose) e i processori AMD serie 5000 sono i più

ricercati, di qui ne deriva il fatto che le spedizioni si possono, beh, perdere…

Il primo magazzino fornitore dello store in cui ho fatto l’ordine del mio 5600x,

infatti, dopo circa dieci giorni dall’ordine, non è stato più disponibile. Ho

ricevuto quindi una telefonata dal signor Sfera Ufficio, il quale mi proponeva o

di fare un secondo tentativo (con un altro loro fornitore) oppure potevo

richiedere il rimborso della soma impegnata. Con il tono di voce più triste che

mi sono sentito fare, scelsi di fare un secondo tentativo.

Per fortuna, le sorprese a questo punto – per me – sono finite e il preziosissimo

processore è finalmente nelle mie mani. Fu, però, una lunga, lunga, avventura.

Da qui in poi

A questo punto del mio lungo progetto, la gran parte dei pezzi del mio nuovo pc

– almeno nella sua versione iniziale – sono in mio possesso. Mi mancano solo il

case (ciò entro cui vengono messi i vari pezzi del pc, per chi non lo sapesse) ed

eventuali ventole aggiuntive – anche per il mio dissipatore del processore – e la

pasta termica da piazzare fra processore e dissipatore.

Essendo il case un elemento ingombrante e di difficile piazzamento a

medio/lungo termine in casa, prima di ordinarlo sto cominciando a

cercare qualcuno che possa fare tutta l’operazione di assemblaggio,

installazione di Windows 10 e primo aggiornamento dei vari

driver (chipset, scheda madre, scheda video, almeno), pagando

ovviamente.

Una volta ottenuto un accordo e un appuntamento, farò l’ordine di quanto mi

manca.

I provvedimenti locali contro il covid, certo, sono un ostacolo al

compimento di questo ultimo passo. Non dovrei uscire dal mio comune, che

è piccolo e non è facile trovarvi qualche tecnico adatto al mio bisogno entro i

suoi confini.

Che gusto ci sarebbe, però, a finire un processo lungo diversi

mesi, se anche l’ultimo passaggio non risulta problematico?

Aspettatevi quindi ancora altre puntate di questo diario realizzativo di

questo progetto, e

Come sempre

Per Aspera ad Astra!




 

Progetto I - nuova workstation, pt. 4a

Cercando di completare gli acquisti in epoca di carenza di hardware

Il riposo del cacciatore; ph: Francesco Coppola

Il riposo del cacciatore; ph: Francesco Coppola

Se avete seguito sin qui le mie “avventure” di acquirente di componenti per il

mio nuovo computer da photo-editing saprete che, in questo mese di marzo,

mi ero prefisso di ultimare gli acquisti delle parti che ancora mi mancavano,

per poi dedicare le mie risorse di aprile all’assemblaggio finale e al riprendere

fotografare.

La decisione era dettata in parte al pre accordo verbale avuto con Aurora, la

modella con cui sono in contatto da qualche mese e alla quale avevo indicato

proprio l’inizio di aprile come data per organizzare la nostra sessione di scatti.

Questo, ovviamente, nel caso la situazione pandemica si alleggerisce a

sufficienza, qui in Lombardia.

I tanti mesi passati, da novembre, nella più totale inattività fotografica sono

ovviamente un altro, sostanzioso, motivo.

A mancare, però, erano i prodotti più rari e costosi che si possano attualmente

comprare: processore e scheda grafica. Case e altre minuzie rappresentano

costi assai più contenuti.

Razionalmente, invece, avrei dovuto contattare Aurora e avvertirla che, data l

’attuale situazione di carenza globale di componenti – dovuta all’impazzimento

pandemico di tutto il mercato hardware – magari avremmo fatto meglio a

posticipare ogni nostra collaborazione a un mese (almeno) successivo.

Però no, non sono tipo da arrendermi senza mettermi alla prova. Eccoci, quindi,

in questa che è la prima di due narrazioni di quanto mi è accaduto

nell’inselvatichito mercato del hardware pc. Come non cominciare, perciò,

proprio con la caccia alla scheda grafica?

La ricerca della scheda grafica,

dal panorama generale all’individuazione delle opzioni disponibili

La mia scheda grafica momentanea; ph: Francesco Coppola

La mia scheda grafica momentanea; ph: Francesco Coppola

Speravo, davvero – davvero speravo con l’inizio di questo 2021– che la

carenza di schede grafiche avesse una sua naturale conclusione entro

la primavera. Era stato pure un alto grado di Nvidia che aveva inizialmente

previsto per la primavera la fine della scarsità di schede video. Siamo a

marzo e invece nel settore regna il lucro più crasso.

I prezzi sono lievitati per ogni scheda grafica dal 100% del loro valore nominale

in su. Anche le schede più vecchie, pure quelle di seconda mano hanno

quotazioni stellari. Lasciamo perdere le Nvidia serie 3000 o le Radeon serie

6000, ma attualmente è difficile procurarsi pure una gtx 1080 o 1070 ma la

situazione non è semplice nemmeno sul lato Radeon: 580 viene spesso venduta

intorno ai 700 euro! Le uniche schede grafiche in pronta consegna su diversi

shop on line sono le gtx 710, o una Radeon 290. Puah! Perfino la mia attuale

scheda grafica: la gtx 960 con 2gb di VRAM è quotata su E-bay sopra i 200 euro!!

Ricordo poi ai miei lettori, che il sottoscritto resta sempre un disoccupato di

lungo corso con scarse risorse. Uno di quelli che non può inseguire la scheda

grafica dei suoi sogni nei cieli, vasti e sconfinati, fame predatoria dei tanti

bagarini.

I miei piani, verso novembre, erano: o riesco a trovare una rtx 3070 di qualche

tipo subito – soprattutto se ce la faccio ad attingere a qualche rateizzazione

agevolata (alla prossima per un approfondimento in merito) – oppure, alle

brutte posso sempre prendere una gtx 1660 super come scheda provvisoria e l

avorarci fintanto che la disponibilità delle schede grafiche più recenti non

migliora.

Sapete, però, quanto può costare, oggi, una gtx 1660 super su Amazon Italia?

Le quotazioni partono intorno ai 600 euro e volano sino a toccare gli 800. Su

un altro store on line, come e-price, beh, i prezzi per quel modello di scheda

grafica partono dai circa 650 per arrivare agli 899, mentre se vi andasse di farvi

quattro risate, potreste ammirare l’annuncio su E-bay che passa questa scheda

(la quale a inizio novembre pascolava placida nei verdi campi attorno ai 250

euro) mettendola a 1549 di euro.

Mi sono dunque trovato costretto a valutare alternative. Ciò evitando

recisamente le gtx 710, le Radeon 290 e le vecchissime Nvidia Quadro

che offrono in pronta consegna gli store on line.

Per prima cosa bisogna comprendere come funziona l’attuale mercato

impazzito. La corsa all’accaparramento segue comunque una sua ratio.

Sono scomparse, o sono state poste a prezzi inenarrabili schede molto

desiderabili. L’hype guida questa folle inflazione, in prima istanza. A

seguire vengono cercate di più le schede che hanno avuto nel tempo

buona critica.

Inoltre, bisogna considerare la differenza fra negozio in rete come Amazon,

e le espressioni web di negozi fisici che hanno delle loro sedi fisiche. Se si

punta su schede grafiche attualmente in produzione, questi ultimi avranno

un canale di approvvigionamento proprio con i vari marchi che producono

queste schede e potrebbero offrire occasioni aggiuntive di acquisto.

Da considerare inoltre c’è il fatto che è in questa situazione è meglio puntare

su Nvidia che su Radeon, non per considerazioni qualitative tecniche, ma

semplicemente numeriche. Nvidia è un’azienda più grossa e ha più partner

rispetto a AMD Radeon. Ciò vuol dire che ci sono semplicemente più schede

i n giro del team green che del team red.

Infine, ma non da ultimo, bisogna considerare cosa ci si deve fare con la propria

scheda grafica. Se si vuole costruire un pc solo per giocare, per esempio, quelle

gtx 1050 ti che recentemente Nvidia ha di nuovo reso disponibile potrebbe anche

andare bene.

Come sapete, però, a me preme maggiormente poter utilizzare tranquillamente

i programmi di fotoritocco della Adobe e relativi add on, come potrebbe essere

un Topaz denoise o una Nick Collection. A questo fine, ho concluso, meglio a

maggior ragione una scheda abbastanza recente e attualmente in produzione,

con della memoria video, magari poca ma di ultima generazione, quindi dotata

di ram gddr 6.

Cerca che ti cerca, ho così individuato come per me desiderabile fosse una

scheda grafica che ha ricevuto recensioni poco lusinghiere al suo lancio, pur

dotata di un chip abbastanza recente e di memoria ram adatta ai miei scopi.

Vale a dire la geforce gtx 1650 con 4gb di gddr6.

Ciò considerando anche che le recensioni al lancio erano tanto negativo per

una questione di rapporto prestazioni/prezzo, oltre che di confusione sulla

linea gtx 16, al tempo divenuto parecchio affollata. Ora, con questa situazione

pandemica in pieno fiorire, tutte le questioni di rapporto qualità/prezzo sono

andate in maggior gloria, non contano più niente. Se si trova una gtx 1650

dotata di ram gddr 6 fra i 250 e i 350 euro, è un buon compromesso temporaneo

per passare lavorando ai propri progetti durante questa lunga notte della ragione

e del diritto commerciale sul web.

Perché questa è la caratteristica che renderà un pc assemblato superiore a

qualsiasi altra macchina del tutto o poco aggiornabile: io ora posso scegliere

per la fase di avvio della mia nuova macchia da foto-editing anche un processore

e una scheda grafica che fra un anno potrò sostituire con più nuove e performanti.

Non si può fare lo stesso con alcun prodotto Apple, non con una console, solo in

minima parte con alcuni pre-assemblati.

La caccia alla gtx 1650

Madness captured

Madness captured

Una volta individuato il tipo di prodotto da cercare il problema era cercarlo in

vari store on line. Così, a inizio marzo, comincio la mia caccia. Imparando ben

presto a evitare la ricerca durante il finesettimana (durante il quale i prezzi

lievitano),

e su Amazon Italia, in cui la situazione dei prezzi e della disponibilità delle

schede grafiche è più disperata che altrove.

Cercando anche sfruttando alcuni comparatori di prezzi sono riuscito a trovare

una ASUS TUF gtx 1650 4gb ddr6 a un prezzo interessante, 238 euro, sul

marketplace di E-price, con promessa di consegna fra il 16 e il 18 marzo.

Effettuato l’acquisto senza richiedere rate, mi sono così considerato a posto

per una settimana circa. Considerando anche quanto inflazionati sono i prezzi

di molte schede grafiche, mi sono anche sentito orgoglioso di me stesso.

Avevo cantato vittoria troppo presto, però. La scorsa settimana, infatti, ricevo u

na mail che mi informava che il venditore non era riuscito a inviarmi la scheda

grafica e che era in corso la procedura del rimborso spese.

Si capisce, in questa situazione, quando una scheda valutabile intorno ai 200

euro a novembre 2020, può arrivare a venire venduta oggi a quasi 600, magari

il venditore stesso avrà deciso che non era il caso di fare troppo gli onesti e

guadagnare qualcosa raddoppiando, o triplicando il prezzo.

Era quindi tempi di tornare alle mie forsennate ricerche sul web. A quel punto

mi è apparso chiaro che era da evitare la ricerca a prezzi troppo vicini al suo

valore. Il dazio pandemico l’avrei dovuto pagare comunque, ma almeno potevo

provare a limitare i danni, restando sotto i 350 euro. Così su Sfera Ufficio, un bel

dì, trovai una PNY gtx 1650 4gb ddr6, a circa 340 euro, con la spedizione a casa

il giorno seguente inclusa. Era l’ultima che avevano e stavolta l’ordine mi è

effettivamente arrivato a casa.

Se si considera che, ora come ora, c’è un annuncio su e-price di un modello

similare a quello che ho preso io a 2184,50 euro, posso considerarmi

soddisfattissimo!

Conclusioni

Come potete appurare, se siete riusciti a leggere sino a qui, fare acquisti di

questo tipo di materiale è diventato un risky business, anche se – c’è da dire –

non mi sono certo impelagato nel mercato della seconda mano e delle tante

fregature che stanno fioccando in questo settore, comunque anche cercando

di comprare hardware nuovo da store di buona reputazione, soprattutto se gli

ordini non vengono gestiti direttamente da loro – così come avviene si cerca fra

gli annunci di un marketplace Amazon o E-price – si può incappare in qualche

inconveniente.

Occorre pazienza, non farsi prendere dalla fretta di acquistare, considerare

che ogni giorno racconta una situazione un po’ diversa dal precedente e

necessita tempo a disposizione, ovviamente, per fare tutte queste ricerche e

contro ricerche.

Se questo vi è sembrato un lungo racconto, sappiate che questo non conclude

tutte le “avventure di acquisto” che mi sono capitate questo mese.

Vi rimando alla prossima puntata quando narrerò la, purtroppo credibile, storia

di cosa ho dovuto fare e come sono dovuto ammattire nella ricerca del processore.

A presto!

Per Aspera ad Astra!





Prepararsi al salto (Panoramiche #11)

Premessa
Un’uscita speciale per questa panoramica, non solo per il giorno diverso e coincidente con uno shooting, ma soprattutto per il contenuto che segue. Certo, è un mio shooting, ma è anche uno speciale e che mi lega al me futuro, oltre che a ogni altro fotografo, apprendista o professionista.

Di Flussi e Salti

Preparing for the job, ph: Francesco Coppola

Preparing for the job, ph: Francesco Coppola

Il percorso di un Fotografo che prende seriamente la sua passione e mira a farne una professione è come un flusso. Quando tutto va bene, almeno, le giornate passano fra contatti con modelle, moodboard da creare, visite a mercatini e negozi di abiti usati da visitare, guardare le nuove uscite fra campagne e editorial su Models.com, sessioni di scatto, sviluppo degli scatti a pc, corsi ed eventuali workshop di vario tipo inerente sempre alla Fotografia. Lo fa il praticante, lo fa il professionista (anche se quest’ultimo ha in più altre incombenze, come magari corsi e lezioni da preparare, viaggi da organizzare, visite dal commercialista, ecc.)

Prima o poi, però, arriva auspicabilmente un momento in cui questa fila di eventi perviene a un momento di salto qualitativo. Può essere questo costituito dal presentarsi a una nuova agenzia, o cominciare una nuova collaborazione con un committente importante. Può essere, e questo è lo stadio certo iniziale – quello in cui mi trovo personalmente – in cui ti trovi a collaborare a un certo punto dello spazio-tempo (il quale è anche interno al Fotografo) in cui non si propone più “una sessione di ritratto per sperimentare”, bensì per creare delle immagini abbastanza precise in cui riversare l’esperienza dei vari mesi passati a scattare sperimentando.

Questo, infatti, è quanto mi prefiggo di fare fra poche ore, quando fotograferò le due sorelle Melissa e Valeria nel piacentino.

Non è mai un evento come un altro, andare a fotografare una modella, ma in queste occasioni ci si può sentire come su un trampolino per tuffi. Si può anche sbagliare, in parte se non del tutto, non essere abbastanza focalizzato, attento e pronto a dare il meglio di se stessi. Si può fare una gran panciata, insomma, con tanto rumore, un grosso schizzo d’acqua e un bruciante dolore. Nulla dice, però, che le cose debbano andare così.

Se ci si focalizza su tutto quello che può andare male, si è già perso. Bisogna invece concentrarsi su quel che si vuole fare, su quel che si vuole ottenere, sulla gioia dell’evento. Ci si deve chiedere: Cosa desidero? Immaginarlo, e lanciarsi.

Il tutto per arricchire sostanzialmente un Portfolio che deve convincere chi lo guarda che sono in grado di produrre immagini emozionanti, d’impatto e uniche.

Il tutto per avvicinarsi a una possibilità di carriera.


Il tutto, Ad Majora!





































Sulle modelle 4 - il momento della Post (Panoramiche #9d)

Introduzione
Per chi dovesse accorgersi solo ora di questa serie di articoli sul rapporto fra fotografo (specialmente se in formazione) e modelle, avverto che in precedenza si è già illustrato sia l’importanza fondamentale delle modelle, che di come contattarle, oltre alla preparazione e allo spirito necessario – una volta arrivato il giorno – prima dello shooting.

Ora, tornati a casa con le schede di memoria piene e la liberatoria fotografica compilata e firmata, messa in archivio, comincia l’altra metà dell’attività di Fotografo: lo sviluppo degli scatti.

Questo articolo non tratterà in generale la questione (anche se in realtà ne avevamo già accennato in passato), più che altro ci soffermeremo sul rapporto fra tipo di collaborazione con la modella ed elaborazione di ritratti.

Di selezione degli scatti, tempistiche e altri fattori dello sviluppo in base al tipo di shooting

Selezionare lo scatto in LR, ph: Francesco Coppola

Selezionare lo scatto in LR, ph: Francesco Coppola

Esiste una differenza fra sessione di scatti in collaborazione TF e una in cui la modella viene pagata anche per quel che riguarda questa, fondamentale, fase del lavoro fotografico. Se lo shooting è stato pagato, infatti – fatto salvo il rapporto personale con il soggetto – la modella può vedere solo gli scatti editati al loro stato finale, una volta che il fotografo ha finito di svilupparli e li espone sul proprio sito, o altra piattaforma fotografica che desidera (sempre, a patto che abbia la liberatoria firmata in archivio).

Una collaborazione, invece, presuppone che in qualche modo fotografo e modella si consultino anche durante la fase di sviluppo, tenendo però a mente un punto fondamentale: la selezione finale degli scatti, l’ultima parola in merito ai trattamenti da operare via software di photoediting spetta unicamente al fotografo. Per il resto ci si può organizzare quanto più liberamente si voglia.

Personalmente, in caso di collaborazione, invio i provini a risoluzione minima degli scatti prima dello sviluppo, scremati appena delle prove di esposizione e degli scatti con focus o esposizione venuti male. Siccome, però, lo scatto RAW come sfornato dalla macchina fotografica è così diverso dalla sua versione finale, questa visione ha un valore relativo, semmai varrà come prova delle capacità di sviluppo a computer del fotografo.

Le selezioni però non finiscono certo alla primissima scrematura. Dopo questa, infatti, parte la decisiva ricerca degli scatti più attinenti al mood che insieme si è evocato, e quelle di maggiore impatto. Questo può richiedere più di una selezione, anche perché è bene abituarsi (se si vuole lavorare con agenzie e riviste), selezionare non solo delle “prime scelte”, ma anche una serie di foto che costituiscano una “seconda scelta”, cosa che – ribadisco – le controparti nelle agenzie e nelle riviste si aspettano.

In caso di collaborazione TF, quindi, è altamente probabile che uno scatto in cui la modella si vede meglio potrebbe non rientrare negli scatti di prima o di seconda scelta. Qui sta il lato più delicato della collaborazione e un compromesso va trovato. In ogni caso, alle brutte, si può aggiungere qualche scatto in più “per la modella”.

Qualche parola in più sulle tempistiche dello sviluppo

Prima e seconda scelta in Adobe Lightroom, ph: Francesco Coppola

Prima e seconda scelta in Adobe Lightroom, ph: Francesco Coppola

Quanto sopra illustrato ci porta a quanto segue: contrariamente a quella che può essere la percezione di è esterno al mondo della Fotografia, lo sviluppo a computer di una serie di scatti richiede tempo, ponderazione e preparazione. Un workflow completo di una sessione di Ritratto, dall’iniziale scrematura degli scatti sbagliati, alla presentazione di alcuni jpeg completamente sviluppati, dura mediamente un mese – se il fotografo ha da sviluppare un solo shooting in un dato periodo di tempo, cosa che, auspicabilmente, gli capita raramente. Più probabile, infatti, è che abbia per le mani tre o quattro sessioni di scatto eseguite in un mese, e questo può comportare difficoltà.

Il qui scrivente tende a svolgere comunque i lavori in ordine cronologico, tentando per quanto gli è possibile, di rispettare quella tempistica media per ogni singolo shooting. Alle brutte, fra uno shooting pagato e uno in collaborazione, posso dare la precedenza al secondo. Dovessero, però, capitare dei lavori su commissione, sarebbero queste ultime ad avere la precedenza sui progetti personali.

Questi lavori fotografici, editoriali o campagne che siano, possono essere diversi, in numero di scatti, tipo di concept, illuminazione, location, eccetera, possono variare e tutti prevedono diversi gradi di collaborazione con cui il fotografo deve contrattare.

Il punto è che il fotografo, quando si arriva al livello professionale, decide le selezioni di scatti (prima e seconda scelta) su cui lavorare e da presentare al selezionatore in agenzia, della rivista, oppure all’Art Director del Brand. L’accettazione degli scatti, di prima o seconda scelta, sta a queste ultime figure.

Può capitare che una prima scelta venga accettata in toto, ma più spesso capita – soprattutto agli inizi di una carriera – che vengano preferite le seconde scelte, oppure il fotografo è costretto a tirar fuori uno scatto che non aveva selezionato affatto.

La pazienza e la capacità di autoanalisi, di contrattazione e di comprendere le motivazioni altrui è quindi tutto un bouquet di capacità che vanno inserite nel novero delle abilità del fotografo che vuole diventare un professionista nella Fotografia di Ritratto e Ritratto Moda.

Questo – ancora una volta – va oltre e al di là dell’attrezzatura fotografica utilizzata, la quale ha sicuramente un suo ruolo e importanza, ma non è tutto.

Ci vuole il Workflow

Workflow strategy by Campaign Creators on unsplash.com

Workflow strategy by Campaign Creators on unsplash.com

In un precedente articolo ho già parlato dei requisiti minimi di un computer capace di reggere un processo di sviluppo fotografico, oltre che ad accennare ai programmi più diffusi per questo fine.

Qui mi concentrerò invece a esporre velocemente in merito al Workflow, o Flusso di lavoro, se preferite, come anche di alcune tecniche usate dai ritrattisti.

Qualsiasi fotografo, dal livello amatoriale sino al professionista, deve sviluppare prima o poi un proprio flusso di lavoro a computer per lo sviluppo delle foto. Questo vale per qualsivoglia genere della Fotografia.

Si sappia però che il Ritratto fotografico necessita tecniche che gli sono proprie e che altri approcci allo sviluppo fotografico possono dare risultati pessimi. Questo soprattutto a causa delle caratteristiche della pelle che reagisce assai male (e ben presto) all’uso di slider come quello del Contrasto, del Dehaze e della Clarity.

Le singole tecniche specifiche si possono anche apprendere on line sulle tantissime piattaforme di apprendimento via web. Un workflow completo da ritrattista, però, è un procedimento complesso che sarebbe meglio apprendere in un corso frontale.

Non mancano infatti video sulla Frequency Separation e sul Color Grading fotografico, ma il workflow da Ritratto, però, ha una sua struttura propria, un preciso punto d’inizio, una prima fase in cui vanno utilizzate alcune tecniche, mentre altre vanno lasciate per una fase successiva, e infine vi sono procedure necessarie per rifinire il file e salvarlo a seconda di una destinazione a schermo, o a stampa.

Un processo complesso e lungo che deve tenere in conto vari fattori, fra cui il fatto fisiologico che lavorando sui colori, è bene staccare ogni tanto: alzarsi dalla sedia e andare a fare altro per alcuni minuti da un’altra parte. Ciò perché la mente umana è fatta per adattarsi ai colori che vede e se si lavora troppo a lungo davanti a una sola immagine in cui si stanno elaborando le sfumature di colore, si può finire per non percepire la foto come si deve.

Conclusioni

Ci siamo portati un po’ avanti con l’illustrazione del processo di sviluppo delle foto, come se fossimo già impegnati a lavorare per Agenzie o Riviste. Naturalmente no, sto ancora lottando per completare il mio primo Portfolio da presentare alle agenzie. Ho ritenuto però utile dare una visione più generale e in prospettiva di cosa comporti sviluppare le foto di Ritratto.

Mi preme rendere nota la complessità e lunghezza del processo. Certo, naturalmente, la selezione di pochi scatti – fra le centinaia eseguiti – aiuta a non finire a passare la vita seduto al pc. Esperienza e linee guida, là dove applicabili - soprattutto per lavori commerciali, possono aiutare a velocizzare il processo. L’occhio del fotografo va alimentato di buone e sapienti visioni. Mostre, libri, corsi, film, fanno tutte parti di un quotidiano, continuo, miglioramento della capacità di lettura della luce, dei colori e delle immagini nella loro strutturata complessità, un altro elemento da tenere a mente oltre alla caccia all’ultima novità uscita di recente dal proprio marchio fotografico preferito.

Ritengo, inoltre, che sia utile abituarsi a collaborare in TF, perché dopotutto il lavoro di contrattazione che si fa con la modella, prima o poi, lo si dovrà fare – quando questa arte diventerà un mestiere – con l’Art Director di un Brand, o un selezionatore di Agenzia. Prima si comincia e prima si apprende un’altra delle mille expertise che sono richieste per lavorare nel mondo della Fotografia di Ritratto e Ritratto Moda.

Quanto sopra scritto porta a termine il mio lungo excursus sulle modelle, spero che, tu lettore, lo possa trovare in qualche misura interessante.

ti invito qui lunedì prossimo, per la prossima pubblicazione di nuove foto. Perché qui, se ne vedono sempre delle belle!

A presto e


Ad Majora!




Sulle modelle 1 (Panoramiche #9a)

Introduzione

Working on a dream, (in photo model: Martina Mereu); ph Francesco Coppola

Working on a dream, (in photo model: Martina Mereu); ph Francesco Coppola

Non ci sarebbe Fotografia di Ritratto[1] senza soggetti da fotografare. Certo, si può ricorrere ad amici, partner, volendo anche il gatto o il cane di casa, sono sempre dei punti di partenza, così come invece non sono i passanti per strada che vengono immortalati mentre sono occupati in proprie faccende. Neanche lo scatto rubato a una modella professionale, fotografata mentre posa per il proprio fotografo in una piazza, si può parlare di Ritratto.

Ciò, perché:

Il ritratto è tale solo quando il soggetto ha coscienza di essere ritratto[2].

Iniziare con soggetti che non sanno come stare in posa senza che il fotografo, in primis, sappia come mettere in posa i propri soggetti, però, non porta molto lontano. Certo, ci sono luoghi su internet come Pinterest, o i siti fotografici come 500pix e Flickr da cui trovare idee, ma senza una formazione iniziale del Fotografo neanche così si ottiene molto.

Photo by Drew Graham on unsplash.com

Photo by Drew Graham on unsplash.com

Le modelle (detto in generale da ora in poi anche per i maschi), sono quindi necessarie per la costruzione di un buon Portfolio da presentare poi alle agenzie. Sono professioniste così come lo sono i Fotografi e ovviamente ve ne sono di amatoriali, alle prime armi, così come più o meno affermate sia parte di un’agenzia che indipendenti. Come tali sono persone che meritano ogni rispetto e vanno consultate per chiedere il loro parere sugli scatti che si faranno insieme, questo soprattutto quando si è in una situazione di collaborazione alla pari che va sotto il titolo di TF-CD[3].

Modelsharing e workshop veloci

C’è anche una certa offerta di modelsharing o workshop veloci[4] di Ritratto in cui si possono fotografare delle modelle. Per cominciare a prendere la mano con composizione e pose, se si riesce a cogliere qualche esempio o suggerimenti dal fotografo accompagnatore, possono anche andare bene[5]. Non ci si aspetti, però, che foto così ottenute possano avere un qualsiasi uso professionale o andare in Portfolio.

Questo perché gli scatti che vanno a Portfolio devono essere solo quelli in cui location, illuminazione, posa, style eventuali prop[6] sono stati decisi dal fotografo e concordati con la modella.

Bisogna anche valutare il tipo di workshop o modelsharing a cui si va a partecipare: se non si è ancora imboccata una strada specifica, ok, altrimenti si consideri che la fuori si offre sin troppo facilmente un’esperienza di scatto glamour, che non è esattamente la stessa cosa del Ritratto Ambientato, di quello Beauty o Fashion.

Corsi frontali e workshop propriamente detti

Francesca Moro in Prova Colore, ph: Francesco Coppola

Francesca Moro in Prova Colore, ph: Francesco Coppola

Il modo propriamente detto, più formativo e anche più costoso, ma non così tanto, è costituito dalla frequentazione di corsi e workshop frontali classici, organizzati in una sede di studio fotografico o associazione abbastanza grande. La spesa ammonta a qualche centinaio di euro, ma se si sceglie bene, si entra in contatto con fotografi insegnanti di livello che sanno trasmettere informazioni di prima mano dal mondo della Ritrattistica professionale. Scatti realizzati nel giusto workshop, qualora questo sottoponga i partecipanti a esercizi individuali di realizzazione di un concept, possono entrare a far parte di un Portfolio.

In seguito, bisognerebbe organizzare le proprie sessioni di scatto contattando le agenzie, presentando un progetto di scatto e richiedendo loro una modella, il tutto pagando quanto richiesto per il tot di tempo necessario.

Nel caso si abbia la disponibilità economica per permettersi simili investimenti, sono certamente consigliati in quanto una modella di agenzia è molto probabile che sappia dare un buon contributo decisivo alla ricerca fotografica del fotografo.

L’alternativa degli shooting in TF

Martina Mereu in Realizzazione; ph: Francesco Coppola

Se si è cronicamente in bolletta come il sottoscritto, però, pagare per tre o quattro sessioni di scatto al mese un’agenzia non è un’opzione neanche vagamente accessibile. Si può allora ricorrere a siti come Fotoportale. it che permettono l’iscrizione gratuita come fotografo amatoriale e la pubblicazione di annunci di ricerca di modelle (e altre figure del settore) amatoriali. Altrimenti vi sono i social (Facebook e Istagram) e in essi gruppi specifici per annunci di ricerca di modelle, fra le quali ve ne sono anche di amatoriali e disponibili a scattare nella formula di collaborazione TF.

Amatoriale, ovviamente, significa che la modella non ha un suo book[7] completo, oppure lo fa per puro piacere personale, possono comunque essere anche persone di una certa competenza. A me così è capitato di scattare con studentesse dell’Accademia di Brera, magari esse stesse appassionate di fotografia. Ho ritratto anche una giovane fotografa che trovava utile passare dall’altro lato dell’obiettivo per ampliare la propria conoscenza delle pose. Tutte persone che, per un Fotografo che comincia a specializzarsi, sono valide.

E questo per oggi è quanto, la prossima settimana parlerò di come contattare sui social le modelle per scatti in TF. A presto, quindi, e



Ad Majora!





[1] A parte l’autoritratto, ovviamente.

[2] Efrem Raimondi: http://blog.efremraimondi.it/ritratto-quattro-regole-pero/ 15, 6, 2015

[3] Tempo per Foto su CD, oppure, visto che quel supporto quasi non si usa più, basta indicarlo come TF.

[4] Di circa 4 ore.

[5] Dopo aver fatto quei corsi che consentono di padroneggiare macchina fotografica e le ottiche da ritratto, ma anche dopo averne seguito qualcuno pure di post produzione digitale.

[6] Style e prop nel mondo della Fashion Photography indicano i capi di abbigliamenti che indossa la modella, mentre il secondo termine indica un qualsiasi oggetto della più varia natura che viene aggiunto per aggiungere un elemento di stile. Per esempio: in una sessione di scatti dove l’obiettivo è ricreare lo stile di abiti strada degli anni ’80 americani, l’aggiunta in scena di un grosso stereo a cassette portatile, costituisce il prop del caso.

[7] Equivalente per modelle e modelli del Portfolio dei fotografi.

Inciampi e trappoloni lungo il cammino di un apprendista fotografo (Panoramiche #7)

Non sono certo di sapere cosa si pensi del percorso che fa una persona che pratica la Fotografia, di uno che si sta costruendo il Portfolio, puntando a fare di questa passione una carriera. Di certo, qui, in questo sito generalmente si trasmette la passione e la bellezza che si riesce a cogliere in giro, l’entusiasmo per un nuovo corso, o per un nuovo set con modella in TF, e se arrivasse un bel lavoro anche quello passerebbe di qui, tutto lampi di aspettativa e di voglia di fare.

Looking forward - a self portrait; ph: Francesco Coppola

Looking forward - a self portrait; ph: Francesco Coppola

Ma il workshop fotografico che avrei dovuto fare questo fine settimana è stato rinviato a ottobre, a causa di mancanza di un numero sufficiente di iscritti.

La collaborazione con una delle ragazze con la quale ho scattato meglio e più spesso - a quanto pare - non potrà proseguire. La Visione che le chiedevo di interpretare per completare un progetto iniziato era troppo, e poi lei non è una modella dopotutto e ha una relazione da difendere. Lasciandomi orfano di un’importante musa.

Una proposta che mi era stata fatta di fotografare una festa di compleanno, per una più che degna paga, è finita destinata ad altri - che hanno fatto il lavoro gratis.

qualcun altro s’è sentito proporre di scattare un altro concerto di quattro ore per cinquanta, miseri, euro. Una paga che dovrebbe far vergogna al titolare del locale che l’ha proposta.

E dai corsi e workshop già fatti, già so che capita anche ai professionisti paganti che le modelle di agenzia non si presentino.

Una strana forma d’arte è quella fotografica, ha recentemente affermato il fotografo youtuber Dave McKeegan: quando si guarda un bel quadro tendenzialmente si pensa che il pittore sia bravo, abbia talento. Quando si vede una foto che colpisce l’attenzione, mediamente, si tende a pensare che il fotografo ha un’ottima macchina fotografica.

Posso personalmente testimoniare che vi sono annunci di lavoro per fotografi che pretendono di selezionare i candidati in base al tipo di macchina fotografica di cui sono dotati.

Qualche volta ci si trova a percepire che, senza un lavoro (almeno, uno degno di essere chiamato tale), dotati di scarse risorse e di tutta la necessità di completare quanto prima la fase della costruzione del Portfolio, non importa quanto sei appassionato, serio, professionale, bene intenzionato e con balbettii di - forse (si spera) - una iniziale Visione -, comunque non è ancora la volta buona. Comunque non si è presi sul serio. Comunque ti si chiederà ancora di attendere. Comunque non sarei mai abbastanza.

Sorge così una semplice consapevolezza:

Mistrusted BW, ph: Francesco Coppola

Mistrusted BW, ph: Francesco Coppola

In un percorso fotografico fare programmi è bene, farvi affidamento, no.

Incontrare persone è bene, farvi affidamento, no.

Maturare una propria visione è sacrosanto, aspettarsi che venga compresa e accettata, no.

Avvertire disappunto è normale, arrendersi, no.

Dopotutto che soddisfazione ci sarebbe se le vittorie fossero facili ?

Quanto c'è più gusto a trionfare dopo otto (oppure ottantotto) porte sbattute in faccia, invece?

Bisogna solo guardare avanti, preparare nuovi piani, fare nuovi programmi, prepararsi a incontrare nuove persone. 

La Fotografia, come ho sempre detto in questo sito, è un luogo ove tutto è possibile,

Solo che qui niente è facile.

E va anche bene così.

Nuovi appuntamenti sono già stati messi in calendario, nuove idee sono pronte per venire sperimentate, la Luce verrà di nuovo catturata, la Bellezza esaltata, ne vedrete di nuovo delle belle, questo è certo!

Ad Majora!

Il grande sogno bianco, infranto (parte II)

Ben incontrato di nuovo, lettore.

Eccoci alla seconda di tre parti dell’editorial ricavato dalla sessione di scatto svolta in dicembre con la modella e fotografa Martina Mereu (@maartimerry).

Martina Mereu in Harrowing (tormento)

Martina Mereu in Harrowing (tormento)

In questa fase il sogno è caduto, fluisce il dolore della perdita, si torna indietro ai giorni impressi nella memoria e ci si chiede se era davvero Amore. Se ne è valsa davvero la pena viverlo, quel sogno svanito. Ancora e ancora. Almeno finchè non arriva il momento di decidere se farsi sopraffare dalla perdita o andare oltre.

Martina Mereu in: Was it all worth it?

Martina Mereu in: Was it all worth it?

Questo ultimo aspetto verrà trattato nella terza e ultima parte dell’editorial, per ora, let as go with the drama.

Martina Mereu in: Who do you think I am?

Martina Mereu in: Who do you think I am?

Ringrazio ancora, e sempre, la splendida Martina per la collaborazione e l’occasione che mi ha offerto di esprime il mio personale horrowing.

Per oggi questo è tutto. Spero che gli scatti siano stati di tuo gradimento e ci rivediamo lunedì prossimo per la conclusione con la terza e ultima parte.

Ad Majora!




Situazione attuale e propositi per il 2019

Bentornati in queste pagine che ricomincio a riempire dopo la pausa delle festività natalizie.

Il 2019 è appena cominciato dopo un fine anno pieno di impegni, previsti ed imprevisti, che mi hanno riempito l’hard disk di una montagna di nuovi scatti da sviluppare, due corpi macchina da portare in assistenza per le pulizie annuali che avrei dovuto fare il mese scorso, e un un poco di convalescenza che a, dirla tutta, è bene che mi prenda pure io.

photo by fancycrave on unsplash

photo by fancycrave on unsplash

Nel frattempo, da lunedì prossimo comincio, a condividere (a puntate o interamente) gli shooting effettuati a partire da dicembre scorso, mentre riprenderò da venerdì prossimo la pubblicazioni delle mie “panoramiche” sul mondo della Fotografia.

Più in generale, dato che la manutenzione della mia attrezzatura fotografica è stata posticipata a questo mese, la quale quindi si accavalla ad altre spese obbligate e non rinviabili di inizio anno, temo proprio che non potrò partecipare come avrei voluto al secondo modulo del corso di Fotografia di Moda con Nicola Casini, in partenza il mese prossimo. Purtroppo, se non arrivano lavori o commissioni le mie risorse sono perciò sempre molto limitate.

Pazienza, vorrà dire che mi terrò pronto per un workshop, sempre organizzata in Bottega Immagine, nei prossimi mesi sul nudo artistico.

Difatti, durante le mie recenti esperienze fotografiche, ho avvertito che torno con troppa facilità sul ritratto stretto: quel campo che oramai conosco abbastanza, sia in fase di scatto che di sviluppo. Avverto la necessità di esplorare a fondo la figura intera, per arrivare a sapermi rapportare in ogni fase di un progetto fotografico, al meglio. Imparando le basi, prima, sperimentando poi.

Pentax K3ii, ready to shoot, photo by. Francesco Coppola

Pentax K3ii, ready to shoot, photo by. Francesco Coppola

Questo 2019, oltretutto, è l’anno del centesimo anniversario del brand di materiale fotografico che utilizzo, la Pentax. In novembre 1919, infatti, veniva fondata - da Kumao Kajiwara - la Asahi Kogaku Goshi Kaisha, in Toshima, alla periferia di Tokio, quella che negli anni ‘60 - e per ben precise ragioni di successo tecnico - prenderà il nome di Pentax. Molto dello sviluppo tecnico del formato macchina appartenente alla categoria delle reflex a lente singola fu dovuta alle innovazioni introdotte da questo brand. Negli anni ‘60 fu proprio Pentax, a partire dalla Spotomatic (1964) a decretare il successo delle fotocamere 35mm reflex e divenne un fenomeno di costume, tanto che anche star della musica come i Beatles si facevano fotografare spesso mentre brandivano queste macchine fotografiche. Da quel momento in poi l’industria fotografica giapponese sorpassò nelle vendite quella dei classici maestri tedeschi ed europei. Un bel risultato per un’industria che a fine Seconda Guerra Mondiale era stata rasa quasi totalmente al suolo dai bombardamenti della USAF.

Questo valga solo come assaggio di quanto e tanto parlerò, a suo tempo, di questo marchio che ha fatto la Storia della Fotografia.

Ma tornando a tempi più prossimi e a questo sito, fra le cose che devo fare c’è anche il tornare ad ottimizzare il funzionamento di questo sito stesso. Non mi piace come vengono ingrandite le immagini, almeno nel browser che uso. Il collegamento con i social è perfettibile, e un refresh del look può sempre tornare utile.

Passato questo mese di gennaio, in cui sia io che la mia attrezzatura fotografico dovremo “manutenerci”, conto di tornare a vagliare possibilità di collaborazioni con modelle. Quest’anno però voglio usare di più scatti al chiuso, in studio: con strobi e fondali, così come in appartamento, con luce naturale. Un Portfolio, dopotutto, deve dimostrare esperienza in ambienti e condizioni di illuminazione differenti.



E questo è quanto, per ora.

Restate sintonizzati su questo blog, per vederne sempre delle belle!

A presto!