Naomi Momsen in Rollei RPX 400, part 3

Ben ritrovate e ritrovati!

L’account instagram potrà anche

essere stato tolto dal mio controllo,

ma la vera

fonte dei miei ritratti, il posto da cui

tutto parte è questo sito, quindi il

programma delle condivisioni

continua come sempre!

Oggi chiudiamo il percorso di

esercitazioni fotografiche a

pellicola realizzato allo

showroom orodi di Limbiate

con la splendida model

Naomi Momsen.

Naomi in Rollei RPX 400, 12; ph: Francesco Coppola

In questa parte tratteremo quegli

scatti che hanno presentato

alcune problematiche, come

l’evidente light leek presente

in questo ritratto e nel

successivo.

Naomi in Rollei RPX 400, 13; ph: Francesco Coppola

Non so come li vedete voi, ma

a me questi scatti danno un

senso di dolce malinconia e

mi piacciono nonostante

tutto.

E anche i piccoli difetti della

pellicola: i tagli le

imperfesioni hanno il loro

fascino, non trovate?

Naomi in BN digitale, 1; ph: Francesco Coppola

Ciò detto, naturalmente, si

apprezza sempre quando lo

scatto riesce, nitido e senza

alcun problema. Dipende

sempre da quel che si cerca

da un modelshoot, quale

Look and Feel si vuole

evocare.


Ma anche in confronto ai

ritratti realizzati in digitale

la differenza si nota!

Naomi, ritratto BN digitale 2; ph: Francesco Coppola

Non che i ritratti a

pellicola 35mm siano per

forza di cose migliori di

quelli in digitali,

nonostante la grana, i

colori e le tonalità

analogiche che sono ardue

da replicare con i vari

programmi di

post produzione digitale.

C’è posto per l’una che

per l’altra via di produzione

di immagini, e conta sempre

più l’idea, il Look and Feel

di qualsivoglia

considerazione più tecnica.

Almeno sino a quando non

entra in ballo la Ritrattistica

fatta con macchine a pellicola

di Medio e Grande formato,

allora non c’è storia (mi sto

ancora sognando la Pentax

6x7, si vede?)

A presto comunque, qui per

ora abbiamo finito, con molti

ringraziamenti alla splendida

Naomi Momsen con cui è

sempre un piacere

collaborare!

Ci si vede a breve per alcune

notizie riguardanti il mio

profilo Instagram hackerato

e le contromisure che ho

preso.

Per Aspera ad Astra!

Acquisti di pellicola e nuovi modelshoot

Ben ritrovate e ritrovati,

a tutti voi in questo aggiornamento sulle

novità riguardanti la mia attività

fotografica.

Gattone e spotmatic; ph: Francesco Coppola

Nuovo modelshoot avvenuto

La prima buona notizia che vi

posso fare è che sabato scorso,

il 28 di gennaio 2023 cioè, son

tornato a scattare con la mia

Spotmatic e due rullini di

Agfa Photo APX 400 in quel

di Limbiate allo Showroom

Orodi.

Programma per un sabato sera; ph: Francesco Coppola

La modella che ho immortalato è

Francesca Tartari, giovane

ferrarese che ho avuto il gran

piacere di conoscere e

immortalare, sia a pellicola

che in digitale con la K 1 e il

50mm f 1.4 *.


Difficoltà sino al 9 febbraio

Questi scatti comincerete a

vederli più avanti in quanto,

notizia non proprio positiva che

non posso tacere, è che ho gli

occhiali da vista rotti e ho lo

appuntamento dall’oculista per

farmi una nuova prescrizione per

delle nuove lenti (saranno più di 7

anni, forse 8 o più, che non

controllo la mia vista) il

prossimo 9 febbraio.


Sono quindi costretto a

lavorare, in questo periodo, con

su vecchissimi occhiali risalenti -

probabilmente - a quando

lavoravo alla mia tesi di laurea,

verso il 2008-09 con i quali ho una

minore capacità di mettere a

fuoco e sviluppare si sviluppa,

ma con quale fatica!


Tenetene conto, lunedì prossimo,

quando vedrete i primi risultati

degli scatti in digitale.

Nuovi acquisti per futuri modelshoot; ph: Francesco Coppola

Acquisti per un futuro modelshoot

Ho acquistato in negozio (visto

che i prezzi on line, mediamente,

sono quasi sempre più alti) un

paio di nuovi rullini per un

prossimo progetto, possibilmente,

il modelshoot con cui recuperare

il disastroso appuntamento che

ho avuto con l’ottima Lorih

Caradonna.

Proseguendo, comunque,

qualsiasi sia la modella e il

progetto con cui cercherò di

realizzarlo, ho deciso di

cominciare di esplorare i vari

stock di pellicola BN, di qui

arrivano i Rollei RPX 400 3

il Rollei Superpan 200.

A parte il fatto che Rollei, come

marchio non ha più nulla a che

fare con la casa produttrice

delle famosissime macchine

fotografiche Rolleiflex e che,

anzi, raccoglie più che altro

l’eredità della vecchia casa

produttrice di pellicole Agfa,

non so molto, anzi, il divertente

sarà andarsi a studiare le

caratteristiche dei due rullini

in vista del prossimo

modelshoot.

L’avrete capito, oramai, che

sperimentare e improvvisare

sono fra le cose che

preferisco mentre pianifico,

organizzo, realizzo e

postproduco Fotografia,

vero?

Restate, quindi, sintonizzati

su questo blog per le prime

immagini fra i ritratti di

Francesca Tartari e a presto!

Per Aspera ad Astra!

Naomi analogica, parte IV - finale

Ben ritrovate e ritrovati,

in questa quarta e ultima

condivisione del mio

modelshoot realizzato

al Showroom Õrodì in

quel di Limbiate (Mi) con

la model Naomi Momsen.

Naomi in BN APX, 18; ph: Francesco Coppola

In questa ultima fase

del modelshoot, con l’ultimo

outfit di intimo indossato dalla

nostra ottima modella, ci siamo

recati in soffitta e abbiamo lì

sfruttato la Luce Naturale

fornita da un paio di opportuni

lucernai.

Naomi in BN APX, 19; ph: Francesco Coppola

Questo per scatti che, nella

mia speranza, risultino i più

coinvolgenti e forti. Come

sempre faccio, però, lascio

a voi giudicare la qualità

dei risultati da noi così

raggiunti.

Naomi in BN APX, 20; ph: Francesco Coppola

Arrivati a questo punto posso

dichiararmi personalmente

assai soddisfatto dei risultati

qui raggiunti in questi miei

primi esercizi di stile con la

Fotografia analogica: i timoriArrova

con cui avevo iniziato sono

oramai fugati e posso guardare

al futuro pianificando progetti

più impegnativi e più narrativi.

Naomi in BN APX, 21; ph: Francesco Coppola

Come vedrete, però, quando

arriveremo a trattare il prossimo

progetto, questo confortevole

sentimento è stato prematuro ed

avrei ricevuto una bella lezione

al mio ego di qui a qualche

settimana.

Godiamoci perciòl’ultimo

ritratto alla ghiotta bellezza

di Naomi che ringrazio tanto

per quanto dato in questo

modelshoot, con professionalità

e apprezzato impegno.

Naomi in BN APX, 22; ph: Francesco Coppola

Restate sintonizzati su queste

pagine per il prossimo bagno

di umiltà che mi troverò a

fare la prossima settimana.

Statemi Benone e

a presto!

Per Aspera ad Astra!

Naomi analogica, parte II

Bentornate e bentornati,

a questa seconda puntata della

condivisione dei miei ritratti a

pellicola realizzati con la stupenda

e brava model Naomi Momsen,

realizzati con una Pentax Spotmatic,

uno Zeiss Jena Tessar 50mm f 2.8

DDR e due rullini di Agfa Photo

APX 400 da 36 pose ciascuno.

Naomi in BN APX, 7; ph: Francesco Coppola; ph: Francesco Coppola

Ritorniamo quindi nello

appartamento della cintura

settentrionale di Milano dove

ho realizzato questi scatti, dove

ho provato per la prima volta

questa nuova pellicola della

rinata Agfa Photo, alternativa

un po’ più economica delle

più famose Ilford HP5+ e

Kodak Trix.

Naomi in BN APX, 8; ph: Francesco Coppola

Oltretutto ho provato a migliorare,

sia la mia tecnica di scansione, che

il mio workflow di sviluppo delle

scansioni, i quali elementi - credo e

spero - hanno dato risultati con

minore rumore, anche se non sono

certo che quello presente sia ora più

o meno accettabile.

Naomi in BN APX, 9; ph: Francesco Coppola

Certo, questi scatti sono anche

migliori in quanto provengono a

una fase più avanzata del modelshoot

e quindi c’è già una maggiore

confidenza fra me e la l’ottima

Naomi, e anche questo credo si

possa notare.

Naomi in BN APX, 10; ph: Francesco Coppola

Trovo che questa pellicola abbia

una buona latenza e quindi

permetta un buon recupero

delle ombre, senza troppi

sacrifici dal lato rumore e

per giornate non esattamente

luminose in cui si scatta in

interni è molto buona.

Naomi in BN APX, 11; ph: Francesco Coppola

Tenete conto che siamo al

secondo modelshoot che

eseguo a pellicola, quindi

si tratta di un esercizio,

pertanto spero di aver fatto

un lavoro almeno decente e

mi farebbe piacere ricevere

i vostri pareri.

Vi convincono questi ritratti

o no?

Alla prossima settimana per

un nuovo appuntamento con

l’avvenenza e la bravura della

Momsen!

Statemi benissimo!

Per Aspera ad Astra!

PRIMI SCATTI A PELLICOLA CON JESSICA BIANCO, PARTE 3

Ben tornate e tornati in

queste pagine per il terzo

appuntamento con la

condivisione dei ritratti a

pellicola realizzati durante

il mio primo modelshoot

realizzato come esercitazione

per la Fotografia analogica,

con la model Jessica Bianco

al CityLife di Milano.

Primi esperimenti analogici con Jessica 11; ph: Francesco Coppola

Come potete notare anche

voi in questo post, stavolta

i ritratti ricavati sono più

a fuoco e con una migliore

composizione.

Primi esperimenti analogici con Jessica 12; ph: Francesco Coppola

Ciò perché, col tempo, mi sono

affidato via via più all’applicazione

da smartphone per calcolare

la giusta esposizione, più che

quanto facevo prima: provare

prima uno scatto usando lo

esposimetro della K1, poi un

altro con la misurazione

ottenuta dall’applicazione, poi

segnare sul taccuino quali

impostazioni ho usato e

scattare.

Primi esperimenti analogici con Jessica 13; ph: Francesco Coppola

La Fotografia Ritrattistica richiede

di tenere conto di già così tante

variabili che proprio non ha

necessità di aggiungere altre

complicazioni. Quindi è solo

naturale che mentre semplificavo

il processo di produzione delle

immagini, migliori sono i

ritratti che ne ho ricavato.

Primi esperimenti analogici con Jessica 14; ph: Francesco Coppola

E di soddisfazione finalmente

questi scatti me ne stanno dando

e molta, soprattutto il qui sopra

ritratto dell’ottima Jessica! Voi

non trovate che sia uno dei

migliori sino a ora condiviso?

Primi esperimenti analogici con Jessica 15; ph: Francesco Coppola

E questo dell’esercitazione in

corso è, ritengo, il risultato più

importante e cioè: una volta

tolta ogni sovrastruttura e

allungamento inutile del

workflow riesco a fotografare

bene (per messa a fuoco ed

esposizione, almeno) così

come riesco a fare in digitale.

Un gran bel viatico per le

prossime puntate con la mia

Fotografia analogica.

Si avvicina, anche, il momento

in cui potrò effettuare lo

investimento per l’acquisto

della agognata Pentax 6x7 MLU

con cui partirà propriamente

la mia vera narrativa ad immagini

ruotante sulla Bellezza femminile

e naturale.

Stay tuned, quindi, che ne vedrete

come sempre promesso, delle

belle!

Per Aspera ad Astra!

Sviluppo digitale contro sviluppo analogico (Panoramiche #4)

Comincio qui una mia dissertazione personale in tre parti sul rapporto fra Fotografia analogica e Fotografia digitale. Le tre parti saranno: 1, che male vi ha fatto Photoshop?; 2, Jpeg vs RAW; 3, Il sofismo della “Color Science”.

Premessa

Con le recenti sessioni di scatto effettuate mi trovo attualmente alle prese con lo sviluppo di un bel numero di scatti. Inoltre, non è da molto che ho ultimato il secondo modulo del corso di Fotografia Analogica e ho passato alcune ore in camera oscura, alle prese con vari chimici, fissatori e compagnia cantante. Occasione perfetta per affrontare il discorso sviluppo foto in digitale e in camera oscura (o chimico).

Trovo l’argomento “sviluppo fotografico” divertente da trattare, perché avendo solcato i vasti mari della Fotografia amatoriale, ne ho visto in azione diverse delle sue tempeste di dogmatiche opinioni su vari aspetti di questa Arte. Naturalmente sullo sviluppo digitale e il suo programma più famoso, vale a dire Adobe Photoshop, s’è detto di tutto e il suo contrario.

1 - Che male ti ha mai fatto Photoshop?

Dreaming - photo by Francesco Coppola

Dreaming - photo by Francesco Coppola

Sia chiaro che esistono anche altri programmi di ritocco fotografico a computer. Ho utilizzato il nome di un prodotto ben specifico per indicare l’intero panorama non solo dei programmi per lo sviluppo fotografico digitale, ma anche l’attività stessa di usarli, così come è entrato nell’uso comune fra chi discute di questa attività. Fra l’altro Adobe Photoshop è più una piattaforma di elaborazione grafica, che un programma di solo sviluppo fotografico. La Grafica infatti è un campo molto più vasto e complesso - nella sua elaborazione a computer - rispetto allo sviluppo fotografico. Per intenderci: una volta, tanto tempo fa, fui assunto da un’azienda che produceva siti internet per aziende perché avevo messo fra le mie skill tecniche “uso Photoshop fotografico” e mi avevano messo a svolgere mansioni che richiedevano anche competenze grafiche. Furono i giorni peggiori della mia recente vita. Anche solo imparare a fare un logo letterale mi costò una nottata insonne, perso dietro a tutorial on line.

Premesso quanto sopra, c’è chi riduce tutto quel che si fa e si può fare a computer con le immagini, a quegli esempi di cattivo uso di High Dinamic Range (HDR), Contrasti sparati, Cieli assurdi con forti aloni intorno alle superfici confinanti col cielo nei paesaggi, occhi da alieno nei ritratti di modelle, lune gigantesche poste troppo vicino a montagne, e tutto il nutrito compendio di orrori che la “Fotografia Democratica” (vale a dire quella che la tecnologia ha reso accessibili a una massa di persone) ci ha sbattuto contro il muso. Davanti a tutto questo mal uso dei mezzi tecnici che il digitale mette a disposizione, certo, si tende a mitizzare l’era in cui si scattava a pellicola, anche perché allora la Fotografia era un’arte senza ombra di dubbio più elitaria. L’immagine fotografata circolava di meno e sapeva sicuramente meravigliare più facilmente di quanto non accada oggi.

Succede, però, che questo mito dei tempi passati faccia più di un passo oltre il confine del documentato e lecito e cominci a spararle grosse. Così grosse da travisare del tutto la realtà dei fatti.

C’è chi, infatti, da un manto di “sincerità”, “immediatezza” o “naturalezza” che, francamente parlando, la Fotografia non ha mai avuto. Forse, durante l’ubriacatura positivista del primo dopoguerra, l’occhio della macchina fotografica poteva anche essere scambiato per quello della “verità”. Gli anni ‘60, però, li abbiamo superati da un pezzo, suggerisco di crescere e ammodernarsi anche a chi crede a queste svenevolezze.

Nel caso vi stiate irritando col qui scrivente, abbiate la pazienza di attendere che vi mostri un paio di fattarelli, semplici, semplici, come a volte le cose legate alla Luce possono essere. Cominciamo a guardare questo articolo di una nota testata giornalistica, tanto per cominciare ad approcciare il fatto che il ritocco fotografico si è sempre fatto, è sempre stato tecnicamente possibile - sia in fase di sviluppo che anche dopo, sulla foto stessa. Pensiamo, inoltre, alle vecchie foto dei soldati di trincea della Prima Guerra Mondiale, quando si aggiungeva a china qualche tratto per contrastare di più occhi e altri lineamenti del volto, per poi andare alle falsificazioni dettate dagli uffici di propaganda politica, sino alla scoperta “scandalosa”, che certo fotogiornalismo (quella branca dell’Arte che più si è calata nel vanto del ritrarre il “vero”), anche di denuncia, penso per esempio al caso di Eugene W. Smith, il quale faceva posare i suoi soggetti per fotografie che non erano affatto istantanee provenienti dal tessuto sussultante di dolore di qualche, più o meno esotica, realtà.

Ansel Adams, The Negative, snapshot by Francesco Coppola

Ansel Adams, The Negative, snapshot by Francesco Coppola

Non dovessi avervi ancora convinto, non mi resta che citare lui: Ansel Adams, secondo qualche stordito un esempio di "Fotografia senza ritocchi” e perciò stesso “veritiera”. Costui che è il padre del fotoritocco, del Sistema a Zone e autore di diversi libri di tecnica fotografica, scrive a inizio del suo secondo volume – The Negative – le seguenti parole:

Per una stampa fotografica è impossibile replicare la gamma di luminosità della gran parte dei soggetti, e per questo le fotografie sono, in qualche misura, un’interpretazione del soggetto originario.

Gran parte della creatività nella fotografia sta nella gran varietà di scelte che un fotografo ha fra una rappresentazione quasi letterale del soggetto e una libera interpretazione che si allontana dalla realtà dello stesso. Il mio lavoro, per esempio, viene spesso definito “realistico”, quando in realtà la relazione fra i valori di luminanza nelle mie foto sono alquanto lontani dalla rappresentazione letterale dei soggetti.

Io uso numerosi strumenti fotografici per creare un’immagine che rappresenti ‘l’equivalente di ciò che ho visto e provato’, per parafrasare una frase che ho sentito molte volte pronunciare dal fotografo Alfred Stieglitz – il grande fotografo di inizio Novecento.

E ancora

Nella fotografia in Bianco e Nero registriamo un soggetto tridimensionale in (un’immagine) bidimensionale e in scala di grigi. Abbiamo una considerevole libertà per alterare i valori (di luminanza) attraverso il controllo dell’esposizione e lo sviluppo, l’utilizzo di filtri, e altro.

(The Negative – Ansel Adams, 1949. Traduzione mia dall’inglese)

Contrariamente da quanto creduto da certuni, quindi, postprodurre le foto è un’attività di lunga, nobile e professionale storia. Fondamentale è però imparare a farlo correttamente, di modo che allo sguardo di chi vede per la prima volta la fotografia il messaggio insito nella foto vada a stupirlo, senza venire prima frenato dalla constatazione che: “ah, questa è passata da Photoshop”, così come succede quotidianamente ovunque sul globo terracqueo ogni volta che si vede uno scatto pubblicitario rimanendone piacevolmente colpiti.

C’è, piuttosto da chiedersi: non è che tutta la teologica prurigine contro la post produzione non viene piuttosto da pigrizia, dalla mancanza di voglia di spendere tempo a elaborare scatti al computer?

Chiedo così, tanto per.

Questo è quanto ho per ora da dire in merito e ti rimando, lettore, alla prossima puntata di questa discussione che spero anche tu abbia trovato interessante e, chissà, magari divertente.

Ad Majora!